Uno Scacchista

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Il tempo è relativo

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Così diceva Einstein, e, ancora più relativamente, lo hanno dimostrato ieri due Campioni del mondo: Carlsen e Anand. Il primo ritirando la Torre da e5 a e1 in due tempi in apertura (“regalando” a Karjakin la mossa b6) e il secondo fregandosene del tempo anagrafico e strapazzando tutti (soprattutto i giovani Caruana e Nakamura) al Champions Showdown.

(Menzione speciale a chi nota la particolarità degli orologi nella foto e sa dire dove è stata scattata)

In inglese, lingua considerata molto povera in confronto all’italiano, ci sono ben tre modi diversi di tradurre la parola “tempo”, che noi usiamo con almeno tre accezioni: il tempo atmosferico (Weather), il tempo inteso come successione di eventi, ma anche percezione di un intervallo (Time) e il tempo musicale (Tempo). Quest’ultimo viene anche usato per intendere una mossa sulla scacchiera, misurando in “tempi” il numero di mosse necessarie per raggiungere un obiettivo.

Se parlando di Weather mi viene in mente l’irriverente detto veneto “Tenpo, cul e siori, i fa quel che i vol lori.“, che elenca sinteticamente e argutamente chi nell’universo può fare quello che vuole indipententemente dalla volontà popolare, parlando di Time mi sovviene la famosa spiegazione di Einstein sul concetto della relatività del tempo. Suonava più o meno così: “Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività.”

Pensando invece come all’età come un intervallo temporale, oggi mi viene in mente Anand e il suo brillante risultato a Saint Louis. I suoi 18 anni in più rispetto a Nakamura e i 22 in più rispetto a Caruana non si sono fatti sentire per nulla e nei 5 giorni di un torneo con partite a tre cadenze diverse, ha vinto tutti i segmenti (classico, rapid e blitz), mettendo in mostra un gioco brillante e, come ha commentato Nakamura, “di gran lunga migliore di tutti”. Un bell’esempio è la vittoria al settimo turno blitz contro Nakamura.

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Anand ha giocato 41. Txh5 incurante della risposta 41. … Ce5 che guadagna la qualità

La partita (giocata sul filo degli ultimi secondi di un blitz) è continuata con 41. Txh5 Ce5 42. dxe5 Dxh5 43. exf6+ Rxf6 44. Dd4+ Rf7 45. Cxg4 Te1 46. Df6+ Rg8 47. Dd8+ Rf7 48. Dd7+ Rf8 49. Dd6+ Rg7 50. Df6+ Rh7 e ora la tranquilla 51. Ch2 che chiude la partita (finita con 51. … Dd1 52. Dg6+ Rh8 53. f6 1-0).

A New York, invece, dopo una patta abbastanza insipida nella seconda partita, Carslen ha dato il primo scossone a Karjakin. Come? Ma ovviamente perdendo un Tempo in apertura! In una variante della Spagnola “Berlin” nota per la sua semplicità e inoffensività, Carlsen ha spostato la Torre da e5 a e1 in due mosse, dando la possibilità a Karjakin di giocare “gratis” 10. … b6.

A parte il tempo (“Time”) perso dal russo per capire le intenzioni di Carlsen e ricordare le sue eventuali preparazioni casalinghe, per noi comuni mortali la differenza, se c’è, sembra essere a favore del Nero. Ma così non è stato e, con il suo classico stile avvolgente e preciso, il norvegese ha ottenuto un certo vantaggio.

Dopo lunghe manovre e imprecisioni da ambo le parti, la partita è giunta ad un punto critico. Karjakin ha sacrificato l’Alfiere progettando di eliminare tutti i pedoni bianchi, grazie all’attività del Re e la minaccia rappresentata dal pedone h, ma … c’era un ma nel suo ragionamento. E, dicono quelli forti, non troppo difficile da vedere.

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Il Nero ha appena giocato 71. … Th1

Qui la manovra vincente prevede la “liberazione” del Re Bianco con 72. Tf7+  Re4 ( se 72… Re6 73. Tf2 e il Nero non riuscirà a catturare il pedone b3) 73. Rg4 h3 (73… Rd3 74. Cc6 ) 74. Tf4+ Rd3 75. Tf3+ Rd4 76. Txh3. Il pedone b3 è al sicuro e il resto è semplice.

Carlsen invece ha giocato la più diretta 72. Tb7, ma dopo Ta1 73. Tb5+ Rf4 74. Txb4+ Rg3 75. Tg4+ Rf2 76. Cc4 h3 77. Th4 Rg3 78. Tg4+ Rf2 ½-½. Il Bianco non riesce allo stesso tempo a mantenere la difesa del Cavallo e bloccare il pedone h.

E così abbiamo la terza patta nel match. Non una patta noiosa, anche se molti storceranno il naso per il carattere ultra-tranquillo delle partite, per la scelta incolore delle aperture o per le imprecisioni viste (Radjabov: “Carlsen è molto, molto, molto distante dalla sua forma migliore”). Comunque, guardando il lato positivo: Carlsen ha dimostrato di saper raggiungere le posizioni da lui preferite e mettere in difficoltà Karjakin, mentre lo sfidante può rallegrarsi della sua capacità di tenuta sotto pressione.

Ma queste sono solo conferme di quanto si sapeva all’inizio del match: resistere solamente basterà a Karjakin? Solo il tempo (Time) ce lo dirà. Intanto, stasera godiamoci la quarta partita.

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2 thoughts on “Il tempo è relativo

  1. La Te2 e poi subito dopo Te1 di Carlsen, che a noi umili giocatori appare una perdita di “tempo”, è considerata dal computer online di chessbomb che analizza le partite del mondiale perfettamente “normale”! Ecco perché non sono diventato Grande Maestro!

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