Il Bridge è uno sport. Forse.
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(UnoScacchista)
Il titolo di questo post fa riferimento al parere ufficiale di uno degli Avvocati Generali della CGUE (Corte di Giustizia dell’Unione Europea) in merito a un caso sollevato dalla English Bridge Union (EBU). Se e quando adottata ufficialmente dalla CGUE, la decisione potrà avere effetti anche sugli Scacchi.
Vediamone rapidamente gli estremi e le conseguenze.
Tempo fa, la EBU ha sollevato il caso dell’esenzione dell’IVA per le attività legate al Bridge, in particolare ai contratti di servizio e acquisto per la formazione, la promozione, l’organizzazione di tornei e i viaggi per la partecipazioni a competizioni. L’equivalente dell’Agenzia delle Entrate inglese (HMRC – Her Majesty’s Revenue & Customs) aveva stabilito che il Bridge non possiede le caratteristiche di uno sport e che quindi non era possibile riconoscere le agevolazioni fiscali richieste.
Avendo la EBU portato il caso davanti alla CGUE, l’Avvocato Generale Maciej Szpunar ha fornito il 15 Giugno scorso un parere ragionato e analitico sulla materia, suggerendo alla CGUE di rispondere alle parti che:
- Tra le caratteristiche che deve possedere una “attività” per essere definita “sport” ai sensi dell’Articolo 132(1)(m) della Direttiva del Consiglio Europeo 2006/112/EC del 28 Novembre 2006 sul sistema comunitario delle Imposte sul Valore Aggiunto (la cosiddetta “Direttiva IVA”), non è necessaria la presenza di azione fisica
- Il “Bridge” per come definito nel presente caso è uno “sport” ai sensi dell’articolo 132(1)(m) della Direttiva IVA.
Sfrondato dei tecnicismi, il parere interviene su una discussione in atto da molti decenni sull’esistenza o meno di una “quantità minima” di attività fisica affinchè una attività possa definirsi sportiva. Riportando come esempi il tiro con l’arco e tiro a segno (entrambi sport), l’Avvocato Generale afferma che, nel contesto dibattuto, uno “sport” deve essere inteso come una attività che, oltre a contenere caratteristiche legate alla competizione (contro un avversario o contro dei limiti) e quindi a non essere puramente ricreativa, richiede allenamento e preparazione sia mentale che fisica, e risulta in una migliore salute e benessere dei praticanti. Caratterische che egli riconosce nel Bridge.
Questo parere non è vincolante per la CGUE, ma è prassi consolidata che le conclusioni degli Avvocati Generali vengano accettate e tramutate in sentenze e decisioni. Ci si aspetta quindi la pubblicazione di un documento ufficiale nel giro di qualche mese, ma l’EBU considera come già raggiunto il suo scopo: per organizzare le attività legate al Bridge nel Regno Unito non dovrà più essere versata l’IVA.
Ora che abbiamo descritto i fatti, vediamone le implicazioni pratiche al di là degli aspetti fiscali: queste decisioni fanno infatti, come si dice, “giurisprudenza” e l’accostamento con gli scacchi è stato fatto immediatamente. Le caratteristiche riconosciute al Bridge, infatti, sono possedute allo stesso modo dagli Scacchi, e il MI Malcom Pein, noto organizzatore di attività scacchistiche nel Regno Unito (ma non solo, visto che è uno degli organizzatori del Grand Chess Tour), ha già commentato che questo è un grande giorno per gli scacchi, perchè da un lato il vantaggio economico permetterà l’aumento delle attività promozionali e formative, dall’altro la definizione del Bridge (e, auspica lui, degli Scacchi) come “Sport”, renderà più probabile la loro adozione nel Comitato Olimpico Internazionale, ovvero alle Olimpiadi.
Certo, servirebbe che una qualche Federazione Scacchistica nazionale prendesse l’iniziativa di utilizzare il futuro pronunciamento della CGUE presso il locale Governo Nazionale e che la FIDE si muovesse in maniera coordinata e coerente sia a sostegno di queste iniziative (con eventuali supporti giuridici anche nel casi di ulteriori azioni legali), sia presso il Comitato Olimpico Internazionale.
Lasciamo questa materia come spunto di riflessione agli amici che ci leggono e in particolare a chi ha capacità e responsabilità per dare seguito alla coraggiosa azione dell’EBU, mutuandola a vantaggio del movimento scacchistico mondiale.
PS: Fatemi però concludere con una annotazione ironica. Ma gli amici inglesi (quelli della Brexit, per intenderci), si sono dovuti rivolgere a un’istituzione europea per vedere riconosciuti i loro presunti diritti in un contenzioso con la loro Agenzia delle Entrate? E come faranno dal 2019 in poi?