Uno Scacchista

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Cellulari in sala torneo? Si!

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(UnoScacchista)
Chi non ricorda la scena della perquisizione di Fantozzi all’ingresso della sala dove sarebbe stato proiettato “La corazzata Kotiomkin“? Oggi il divieto di portare dispositivi mobili all’interno della sala torneo come norma di contrasto al cheating crea situazioni simili. L’invenzione di un giovane di Portland (USA) potrebbe però risolvere questa fastidiosa imposizione.

Nel famoso episodio de “Il secondo tragico Fantozzi“, il ragionier Ugo veniva perquisito, come tutti i suoi colleghi, per impedire la presenza in sala di radioline sintonizzate sulla radiocronaca di Inghilterra-Italia. Il tutto per compiacere il professor Guidobaldo Maria Riccardelli, cinefilo estremo.

Oggi, nel mondo degli scacchi, le motivazioni sono diverse, ma le norme pratiche sono molto simili: è vietato ai giocatori (e talvolta anche agli spettatori) portare smartphones e tablets in sala torneo per evitare il rischio che qualche giocatore truffaldino li usi per farsi aiutare dai motori scacchistici. Se non si tratta di una perquisizione vera e propria, poco ci manca: in manifestazioni di alto livello vengono installati portali metal-detector o usati dispositivi portatili con cui verificare ogni singolo giocatore e persona che entri in sala torneo.

Security at FIDE World Cup 2015

Inoltre, esiste la sanzione della immediata sconfitta per il giocatore al quale malauguratamente squillasse o vibrasse il cellulare lasciato incautamente acceso (anche se non ci fossero programmi scacchistici installati).

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Se questa procedura può essere comprensibile e applicabile per i tornei di alto livello, è ovvio che nei festival e nei tornei amatoriali il divieto di avere con sé telefoni cellulari è difficile da far rispettare, sia perché è spesso utile (se non necessario) essere raggiungibile telefonicamente, sia perché pochi sono propensi a lasciare il cellulare in auto o a consegnarlo al tavolo dell’arbitro. Il risultato sono spesso discussioni, musi lunghi e sospetti.

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Recentemente, è stato lanciato sul mercato un oggetto che, pur se nato con un’altra finalità, potrebbe risolvere questo problema. Si tratta di un sacchetto di neoprene foderato, all’interno del quale si infila il proprio cellulare o tablet. Una volta chiuso con un dispositivo simile a quello delle placche antitaccheggio nei negozi di abbigliamento, il sacchetto non può più essere aperto a meno di utilizzare l’apposito apparato di sblocco.

Nato per evitare l’abuso dei telefoni cellulari durante gli spettacoli teatrali o musicali, l’oggetto, inventato da Graham Dugoni e chiamato Yondr, è stato già usato con ottimi risultati a San Francisco e New York. Molti artisti hanno dichiarato che lo imporranno a chi vorrà organizzare e partecipare ai loro spettacoli, in modo da evitare l’effetto, spesso deprimente, di esibirsi davanti a una platea di cellulari che li riprendono invece che a persone che godono dello spettacolo. E’ stato anche sperimentato in alcune scuole come deterrente all’uso dei cellulari durante le lezioni.


Come funziona

(immagini prese dal sito di Yondr)

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All’ingresso, il cellulare (spento o in modalità silenziosa) va inserito all’interno del sacchetto
Yondr_illustrations_Lock
Una volta inserito il cellulare, il sacchetto viene chiuso e non può più essere aperto. Il proprietario può quindi portare il sacchetto con sé.
Yondr_illustration_Unlock
In caso di necessità, o a fine evento, basta tornare al tavolo degli organizzatori e far sbloccare la chiusura.

Come si potrebbe usare per i tornei di scacchi

Leggendo il funzionamento di questa semplice soluzione, ho subito immaginato che potesse fare al caso nostro, ovvero risolvere il problema di cosa fare dei cellulari una volta arrivati alla sede di gioco. La modalità di utilizzo per i tornei di scacchi sarebbe molto semplice:

  1. Gli organizzatori devono dotarsi di un numero sufficiente di Yondr (ce ne sono di 3 taglie per le forme più diffuse di smartphones) e di dispositivi di sblocco.
  2. Ai giocatori in ingresso nella sala del torneo viene richiesto di inserire il cellulare (spento) nello Yondr, con il chiaro avviso che se un qualunque dispositivo verrà trovato all’interno della sala torneo non chiuso in uno Yondr verrà data partita persa.
  3. I giocatori accedono alla sala torneo portando con sé il loro telefono chiuso nello Yondr.
  4. In caso di necessità, potranno recarsi al tavolo degli organizzatori, far aprire lo Yondr e fare la telefonata urgente di cui hanno bisogno o leggere i messaggi arrivati. Prima di rientrare in sala torneo, il telefono dovrà essere rimesso nello Yondr.
  5. A fine partita o a fine turno, tutti i giocatori fanno aprire il proprio Yondr, recuperano il cellulare e lasciano lo Yondr agli organizzatori per il prossimo turno o il prossimo torneo.

Questa è ovviamente solo una mia idea e al momento non so quale sia il costo dei sacchetti e dei dispositivi di sblocco, ma, visto che la tecnologia di cui fa uso Yondr è semplice e molto diffusa, dovrebbe essere facilmente sostenibile per una Federazione o per un soggetto che organizza regolarmente tornei. Io, intanto, ho contattato i ragazzi di Yondr per sentire da loro cosa pensano di questo possibile utilizzo.

Per ora mi limito a condividerla qui sul blog: speriamo che qualcuno tra chi leggerà questo post avrà la voglia e l’interesse di discutere questa idea e metterla in pratica.

 

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