I nostri scacchi: Remo Reale
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Abbiamo già pubblicato la biografia di un esponente storico degli scacchi viterbesi nel ritratto offerto da Gianfranco Massetti nel suo “I nostri scacchi” (Edizioni Accademia Barbanera, Viterbo 2017). Questa volta Gianfranco ci regala un aneddoto curioso relativo ad un altro dei “suoi” personaggi: Remo Reale.
Una storia sur-reale!*
di Gianfranco Massetti
Tutto ebbe inizio una trentina di anni fa, negli anni Ottanta, durante un torneo mondiale di scacchi per corrispondenza.
Remo Reale giocava con il Nero contro un avversario tedesco. Alla prima mossa: 1. e4, convinto di aver risposto con 1. … e5, giocò in realtà: 1. … e6: la Difesa Francese. Quando si accorse dell’errore, chiese all’arbitro di poter cambiare il tratto, ma fu tutto inutile. Inconsapevole di aver dato vita ad un tragico destino, l’arbitro non glielo permise.
La partita proseguì fino alla quarta mossa, ma, per diversi giorni, del tedesco non si ebbero notizie, perciò il nostro giocatore chiese spiegazioni all’arbitro, il quale lo informò dell’avvenuto decesso dell’avversario.
Cose che purtroppo, possono accadere…
Dopo un po’ di tempo, ci fu l’incontro a squadre Italia-Algeria (1986, 18ª scacchiera). Anche questa volta Reale aveva il Nero, e, all’apertura del Pedone di re dell’algerino, rispose con la Difesa Francese, ma, all’ottava mossa della Variante di Cambio, tutto tacque. Dopo alcuni giorni il capitano della squadra algerina lo informò che il giocatore era stato coinvolto in una sommossa durante la quale fu aggredito e sgozzato.
A questo punto un dubbio si insinuò nella mente di Reale: era la spinta del Pedone di re di un solo passo a provocare simili eventi, o era una semplice casualità?
Per chiarire i suoi dubbi, nel successivo incontro, Italia-Brasile (anno 2000, 4ª scacchiera), alla mossa del brasiliano 1. e4, rispose volutamente con la Difesa Francese 1. …e6. La partita proseguì normalmente fino alla sesta mossa, poi tutto tacque: dal brasiliano non arrivava la risposta. Reale chiese perciò informazioni al capitano della nostra squadra.
Dopo pochi giorni di attesa giunse la notizia che, incredibilmente, anche questo avversario era deceduto. Il capitano della squadra carioca sostituì prontamente il proprio giocatore, facendo riprendere la partita dal punto in cui era stata interrotta, ma, anche da parte della riserva, non giungeva la mossa attesa.
Dopo circa un mese arrivò la lettera che chiariva il motivo di tale ritardo: anche la riserva era passata a miglior vita e si informava inoltre, che il capitano della formazione brasiliana non riteneva opportuno sostituire nuovamente, (per la terza volta), il giocatore.
La lettera, per la traduzione, mi fu fatta leggere dallo stesso Reale, al negozio che gestivo allora, la videoteca Videomania, pertanto di questo episodio ho la testimonianza diretta.
Remo continuò a giocare partecipando alla Semifinale del Campionato Mondiale ma, ancora una volta, si sbagliò: la mossa che intendeva giocare in risposta a 1. e4 era 1. … e5, ma, nuovamente, per distrazione, nella cartolina scrisse 1. … e6: di nuovo la (micidiale) Difesa Francese.
Reale, temendo che (non si sa mai!) un altro giocatore rischiasse la vita, chiese di poter rifare la mossa. L’avversario, forse a conoscenza degli episodi accaduti in precedenza, per non rischiare, gli consentì la correzione con 1. … e5, (e forse fu questo che lo salvò!), mentre l’arbitro tedesco volle applicare il regolamento alla lettera imponendo 1. … e6.
Il nostro giocatore però non si arrese, contattò l’arbitro della squadra italiana esponendogli il caso, sottolineando che, previo accordo tra i giocatori, era possibile modificare la mossa, giudicando il suo collega tedesco un incompetente. L’arbitro italiano fu però inflessibile, aggiungendo che non si doveva permettere di criticare l’operato del collega, il quale godeva di lunga esperienza e notevole competenza.
Reale, infischiandosene del regolamento proseguì la partita con 1. … e5, e scrisse all’arbitro italiano per metterlo al corrente della decisione presa, quest’ultimo però non rispose.
Dopo pochi giorni gli scrisse la figlia, informandolo che suo padre era morto.
Certo, questa storia straordinaria è frutto di numerose coincidenze e, indubbiamente, si tratta dell’ironia beffarda e tragica (come in questi eventi), che a volte può assumere il caso.
N.B. Volutamente non sono stati fatti né i nomi dei giocatori né dell’arbitro.
*Articolo e foto tratti dal sito della Scuola Scacchistica Viterbese, su autorizzazione dell’autore