Uno Scacchista

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E’ giunta l’ora di un Mondiale “over 40”

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(Riccardo M., con il supporto di Uberto D. per i grafici)
Ho sotto gli occhi la Classifica Elo internazionale di Luglio 2018. Ben 8 dei primi 10 giocatori al mondo hanno 30 anni (Nakamura) o meno di 30. Fanno eccezione Mamedyarov (33) e Kramnik (43). Altra considerazione: ai giorni nostri se a 20 anni non si è Grandi Maestri si può dire che è già tardi per ambire ai massimi livelli mondiali.

[Foto di Ivan77]

Un tempo non era così. Guardiamo la lista dei Campioni del Mondo, da Steinitz a Carlsen. Tralascio soltanto di considerare il periodo 1994-2005, quando ci fu un doppio campione per la divisione fra FIDE e PCA. Seguitemi.

Steinitz fu campione dal 1866 (ma ufficialmente solo dal 1886) fino al 1894, ovvero all’età di 30 (50)-58 anni. Lasker dal 1894 al 1921, ovvero dall’età di 26 fino a 53 anni. Capablanca dal 1921 al 1927 (aveva 33-39 anni). Alekhine dal 1927 al 1935 e poi dal 1937 al 1946 (aveva 35-54 anni). Euwe dal 1935 al 1937 (34-36 anni). Botvinnik dal 1948 al 1957 e poi dal 1958 al 60 e dal 1961 al 1963 (aveva 37-52 anni). Smyslov dal 1957 al 1958 (36-37 anni). Tal dal 1960 al 1961 (24-25 anni). Petrosjan dal 1963 al 1969 (34-40 anni). Spassky dal 1969 al 1972 (32-35 anni).

Riepilogando, nello spazio di circa un secolo Lasker (a 26) e Tal (a 24) furono i soli due che riuscirono a conquistare il titolo mondiale prima dei 30 anni di età. Addirittura, al polo opposto, Steinitz (58), lo stesso Lasker (53), Alekhine (54) e Botvinnik (52) sono stati campioni del mondo ben oltre i 50 anni di età. Mediamente, come vedete, si era campioni all’età di 36-39 anni.

Vediamo ora che cosa è accaduto dopo il 1972, cioè da Fischer in poi: Fischer fu campione dal 1972 al 1975 (29-32 anni), Karpov dal 1975 al 1985 (24-34 anni), Kasparov dal 1985 al 1993 (22-30 anni), Kramnik dal 2006 al 2007 (31-32 anni), Anand dal 2007 al 2013 (38-44 anni), Carlsen lo è dal 2013, quando aveva appena 23 anni, il più giovane campione del mondo dopo Kasparov. Ecco, di questi ultimi 6 ben 4 lo sono diventati prima dei 30 anni e il solo Anand è riuscito a mantenere il titolo dopo i 35 anni di età. Le parti si sono, insomma, clamorosamente anche se lentamente, invertite.

Questo il grafico (età anagrafica/titolo mondiale):

n.b.: il “pallino rosso” sta ad evidenziare il “cambio” di campione. [Clicca per ingrandire]
Guardiamo ora gli sfidanti nei matches mondiali (si considerano tutti gli sfidanti, che abbiano o meno poi conquistato il massimo titolo). Anche qui la tendenza al ringiovanimento risulta assai evidente:

Età Sfidanti
[Clicca per ingrandire]
Stessa inversione di rotta e stessa tendenza la possiamo trovare se guardiamo i grandi tornei di oggi e li confrontiamo con quelli di un secolo fa.

Uno a caso di quest’anno: Shamkir. Era presente solo un giocatore (Topalov, 43) con più di 33 anni. Sul podio (coincidenza?) tre fra i più giovani: Carlsen (27), Ding Liren (25) e Karjakin (28). Età media partecipanti: 30,4, età media sul podio: 26,6.

Uno a caso, adesso, tra i maggiori tornei di circa 90 anni fa: mi si apre casualmente la pagina relativa a Semmering (Austria) 1926, un grande torneo che vide il successo di Spielmann e l’ultimo posto del nostro Rosselli del Turco. Consideriamo qui solo i primi 10 classificati: Spielmann (43 anni), Alekhine (34), Vidmar (41), Nimzowitsch (40), Tartakower (39), Rubinstein (44), Tarrasch (64), Reti (37), Grunfeld (33), Janowski (60). Età media primi 10 classificati: 43,5. Si va dai 33 di Grunfeld ai 64 del super-veterano Tarrasch. Per inciso, 11° fu Treybal, che aveva 41 anni.

Questo è appunto il grafico che mette a confronto Shamkir e Semmering:


Oggi, in conclusione, si matura prima. Ma questo era ovvio e non era questo che volevo dimostrare. Si matura prima per altrettanto ovvie ragioni: il proliferare dei tornei, l’alto numero di competitori, la facilità di viaggiare e scambiare esperienze, poi internet, allenatori, professionismo, teoria, libri, programmi, tanti tornei e campionati giovanili eccetera. Ma, così come si matura prima, si tramonta agonisticamente anche molto prima, e di campioni mondiali ad oltre 50 anni di età (come Steinitz, Lasker, Alekhine e Botvinnik) probabilmente non ne vedremo più.

Ma avete fatto caso ad un altro particolare? A Semmering 1926 c’erano giocatori di 43, 44, 60 e 64 anni, a Karlsbad di 53, 54 e 61. Ma in quegli anni in Europa (e qui ci limitiamo ai dati sull’Europa) l’aspettativa di vita era all’incirca sui 55 anni! In pratica quando si dice che l’età media dei partecipanti ad un grande torneo negli anni ’20 era di 43 anni, ciò significa che si era teoricamente ben oltre “la metà del cammin di nostra vita”. Oggi l’età media dei partecipanti ad un super-torneo si aggira, come Shamkir, intorno ai 30 anni, sovente anche meno, mentre a Semmering si era sui 43!

Confrontiamo ora altri due grandi tornei disputati a 95 anni di distanza: il celebre Karlsbad 1923 con il recente Wijk aan Zee dello scorso gennaio.

I primi 14 giocatori di Karlsbad 1923 erano: Alekhine, Bogoljubov, Maroczy, Reti, Grunfeld, Nimzowitsch, Treybal, Yates, Teichmann, Tartakower, Tarrasch, Rubinstein, J.Bernstein e Wolf + altri 4 che qui non riportiamo in grafico (Samisch, Thomas, Spielmann e Chajes).

Ecco il grafico (ascisse=piazzamento, ordinate=età partecipanti)

Linea blu= Karslbad, linea rossa= WaZ

I 14 di Waz 2018 sono stati, classificatisi nell’ordine: Carlsen, Giri, Kramnik, Mamedjarov, Anand, So, Karjakin, Svidler, Wei Yi, Jones, Caruana, Matlakov, Adhiban e Hou Yifan.

A Karlsbad nessuno aveva meno di 30 anni e tre erano sopra i 50. A Waz nessuno era sopra i 50 e ben 9 sotto i 30.

A differenza del diagramma precedente, che mostrava come sia a Semmering sia a Shamkir a ottenere piazzamenti migliori fossero stati i più giovani, qui a Waz la linea di tendenza fa vedere il contrario: un prevalere dell’esperienza. Ma questo è un dato forse casuale, in quanto il dato che a noi interessava qui, quello comune ai due tornei antichi rispetto ai due moderni, è la partecipazione nei primi due di giocatori con età mediamente piuttosto superiore.

Insomma, mentre un tempo il gioco ad alto livello occupava all’incirca la parte di mezzo e ben oltre della vita di una persona, oggi ne occupa solo una prima parte, considerato per l’appunto che l’aspettativa di vita si è di molto allungata.

Limitandoci, come si diceva, all’Europa, pare che l’andamento sia stato all’incirca questo: 43 anni di aspettativa nel 1850, 48 nel 1890, 50 nel 1910, 65 nel 1950, 70 nel 1980, 80 nel 2017. Chiaramente il dato varia un poco fra donne e uomini (in favore delle prime) ed è piuttosto diverso fra una regione e l’altra, andando dai 71 della Russia agli 83 dell’Italia.

Questo è il grafico sull’aspettativa di vita in alcuni Paesi:

Serie storica dell’aspettativa di vita in Italia, Francia, Spagna e Russia (Fonte OurWorldInData) [Clicca per ingrandire]
Un dato interessante e significativo balza agli occhi confrontando le dinamiche dei Paesi descritti: mentre negli altri tre Paesi (e mediamente altrettanto nel mondo) c’è stato un deciso balzo in avanti a partire dagli anni ’60-’70 dello scorso secolo, la Russia odierna presenta un dato che non si discosta troppo da quello che aveva l’Unione Sovietica di quegli anni.

Ma torniamo alla valutazione più generale, quella che è a sostegno della proposta che segue. Oggi, di fronte ad un’aspettativa di vita di circa 80 anni, possiamo ben dire che, tranne rare eccezioni, nei secondi nostri 40 non potremo più competere alla pari con i giovani, gli “under 40”. E allora che si fa oggi fra i 40 e gli 80 anni (e fra non molto i 90)? Si guardano in diretta o su UnoScacchista le partite di Carlsen, Caruana e dei tanti ragazzini e ragazzine-prodigio? E poi? Si scrive su un Blog? Si vivacchia divertendosi in tornei minori? Si porta a spasso il cane? E’ vero che oggi abbiamo i “mondiali seniores”, ma cotesti agli occhi di tutti hanno scarso interesse venendo visti alla stregua di un “gioco fra pensionati”.

Di qui la mia proposta, ovvero l’istituzione di un nuovo, vero, campionato mondiale: quello “over 40”, che potrebbe avere non solo pari dignità con l’altro che possiamo chiamare “assoluto” o “under 40”, ma anche un elevato livello di gioco e quindi un forte richiamo di pubblico e interesse dei mass-media.

Forza, partiamo presto con questo “mondiale over 40”; un favorito lo abbiamo già, come avete intuito, e si chiama Kramnik, ma Anand sarà un osso duro e poi non dobbiamo trascurare Svidler, Topalov, Ivanchuk, Adams, Gelfand, Almasi, Kamsky, Sadler, Nisipeanu, Morozevich, Najer e Van Wely (e Akopian se è ancora attivo). Ci sarà da divertirsi, no? Noi siamo pronti e ci permettiamo di suggerirlo alla FIDE: quando si comincia?

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