A colloquio con Vincent Keymer
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(Sabine S.)
(UnoScacchista) Dopo la clamorosa vittoria al Grenke Open di Karlsruhe, Vincent Keymer è balzato improvvisamente sul grande palcoscenico degli scacchi. Immaginate: 13 anni, talento precoce, giovane tedesco che mette in riga fior di GM in terra di Germania… un mix ideale per andare sulle prime pagine di riviste e giornali. UnoScacchista non poteva essere da meno e, grazie a Sabine, siamo riusciti a intervistare “a distanza” Vincent. Ecco il risultato.
(Sabine S.)
Sono stata a Karlsruhe per il Grenke Open e il Grenke Classic a fine Marzo scorso. Una sola giornata, ma sufficiente a riconoscere l’organizzazione (perfetta) e l’atmosfera positiva della manifestazione. Tra libri in esposizione e grandi giocatori (mi hanno colpito in particolare Kasimdzhanov e Korobov), ho potuto conoscere i genitori di Vincent Keymer… prima che vincesse il torneo. Dopo quella piacevole conversazione è nata l’idea di una intervista “a distanza” che ho il piacere di condividere con i lettori di UnoScacchista.
Qualche parola sulla famiglia Keymer. I genitori di Vincent sono entrambi dei virtuosi, ma in una diversa specialità, la musica: il padre Christof è un pianista e la madre Heike una violoncellista. Entrambi sono stati sorpresi dall’interesse, le capacità e i rapidi progressi del figlio. Quando Vincent, allora di 5 anni, chiese loro cosa fossero quella scacchiera arrotolata e quei pezzi che aveva trovato su un ripiano, gli diedero la classica risposta che gli adulti usano spesso: che era un gioco troppo difficile per un ragazzino così giovane. Ma, evidentemente, non c’era sfida migliore per Vincent che “impadronirsi” di quelle 64 caselle bianche e nere. Come mi ha detto sua madre durante il terzo turno del Grenke Open (Vincent stava giocando contro Korobov), sono bastati pochi mesi perché non avessero più scampo nelle partite con Vincent.

All’età di 6 anni Vincent ha partecipato al suo primo torneo ufficiale (Under 8), vincendo tutte le 9 partite. A 9 anni ha vinto il Campionato tedesco U10 con 11 vittorie su 11 partite! Quando Vincent realizzò la sua prima norma di IM, a 10 anni, non sapeva neanche esattamente cosa ciò significasse… Con un rapido salto in avanti, arriviamo all’Ottobre 2016, quando ritorna da Batumi come 5° classificato (su 137) al Campionato del mondo U12. E, infine, eccoci al 2018, con Vincent che sorprende tutti vincendo il Grenke Open con 8 punti su 9, partendo come 99° giocatore in lista Elo.
[UnoScacchista: L’intervista è stata effettuata prima che Keymer ottenesse la sua seconda norma di GM e raggiungesse i 2487 punti Elo nel recente torneo di Elsinore: il ragazzo sta veramente bruciando le tappe…]

L’intervista è stata condotta assieme ai genitori di Vincent, che, dopo aver approvato le domande, hanno curato la forma delle risposte e approvato la traduzione in inglese.
[UnoScacchista: quello che segue è la traduzione in italiano della versione in inglese dell’intervista, originariamente in tedesco.]
Sabine (SVS): Come è cominciata la tua avventura scacchistica?
Vincent (VK): Tutto è cominciato quando ho trovato una scacchiera e i pezzi. In qualche maniera mi incuriosivano, anche se non sapevo bene cosa farci. I miei genitori mi hanno poi fatto vedere come muovere i pezzi. Rimasi affascinato dalle moltissime possibilità e da quel momento ho sempre voluto giocare a scacchi.
SVS: Quindi sono stati i tuoi genitori a insegnarti a giocare a scacchi.
VK: In effetti miei genitori non sono giocatori di scacchi. A parte le regole di base, non mi hanno potuto insegnare molto. Mi hanno sempre sostenuto nella mia passione per gli scacchi, comunque, semplicemente perché sanno che questo è ciò che voglio veramente fare.
SVS: Pensi che a loro piacerebbe se tu diventassi un professionista?
VK: Non mi hanno mai messo di fronte obiettivi del tipo “diventare un professionista”. Se le cose andranno verso quella direzione, ne saranno certamente felici.
SVS: Giochi e ti alleni a scuola e nei circoli oppure solamente su Internet e con lezioni private?
VK: Inizialmente ho giocato molto su Internet e al circolo. Poi, dopo aver mostrato progressi molto incoraggianti, ho cominciato a prendere lezioni private. Ci sono state molte persone dalle quale ho potuto imparare.

SVS: Quante ore al giorno studi scacchi, in media?
VK: Vado ancora a scuola, quindi posso solo usare il tempo che gli impegni scolastici mi lasciano libero. Durante i tornei passo la maggior parte del tempo sugli scacchi, ma durante i periodi scolastici posso arrivare al massimo a dedicarci solo 2-3 ore.
SVS: Qualcuno dei miei bambini dell’asilo mi hanno chiesto come fai a rimanere concentrato e a stare seduto di fronte alla scacchiera per così tanto tempo. Mi hanno detto di chiederti come ce la fai, cosa rappresentano gli scacchi per te e se gli scacchi ti hanno cambiato.
VK: Col passare del tempo ci si abitua a giocare sempre più a lungo e rimanere concentrati. In allenamento si riesce anche a capire quali mosse è possibile calcolare nelle differenti posizioni. Ragionando in questo modo, ci sono così tante cose a cui pensare che puoi tranquillamente rimanere davanti alla scacchiera per molto tempo senza quasi accorgertene. Non so dire se e come gli scacchi mi hanno cambiato. Non ho modo di confrontarmi con come sarei potuto essere se non avessi giocato a scacchi.
SVS: In generale, come ti prepari ai tornei (senza svelarci particolari segreti!)
VK: Ripasso le mie aperture; se so già chi saranno i miei avversari, guardo con molta attenzione le loro partite.
SVS: Quali lezioni o esperienze porti con te dopo un torneo?
VK: Non dipende tanto dal torneo, quanto dai miei avversari. A volte mi imbatto in varianti di apertura che non conoscevo, a volte in un giocatore che non avevo mai incontrato prima. Quello che è importante è che io analizzi ogni partita per trovare punti di forza e debolezze.
SVS: Nei tornei giovanili, sembra che i tuoi principali avversari provengano da India, Cina e Russia. Secondo te c’è un motivo?
VK: La Russia è tradizionalmente una potenza negli scacchi. L’India ha visto un grande aumento di popolarità degli scacchi da quando Viswanathan Anand è diventato campione del mondo: alcuni dei giovani giocatori indiani della mia stessa età sono già dei professionisti, mentre io vado ancora a scuola.
SVS: Quale giovane giocatori ti ha colpito di più?
VK: Tendo a concentrarmi più sulle belle partite e posizioni interessanti, senza guardare al giocatore.

SVS: Puoi dirci qualcosa del GM Jussupow? Come ti trovi a lavorare con lui?
VK: E’ qualche mese ormai che non mi alleno più con Artur Jussupow. Diciamo che non ci troviamo molto bene a lavorare insieme.
[NdA: in un’intervista di Novembre 2017, Vincent aveva risposto così al Presidente della Federazione tedesca Ullrich Kraus: “Ad oggi, mi sono allenato con Artur Jussupow per poco meno di anno. Mi ha dato il suo aiuto durante molti tornei e mi ha aiutato nella preparazione delle partite, incluso per il torneo di Apolda, dove avrei giocato per la terza norma di IM. Dopo un po’ di tempo, purtroppo, ci siamo resi conto che il nostro approccio agli scacchi è molto differente e quindi di recente abbiamo interrotto la nostra collaborazione. Forse Artur è un allenatore adatto a giocatori più forti di me. Mi sono allenato per qualche anno con Sergey Ovseevich, un allenatore che mi conosce ormai da molti anni.”]
[UnoScacchista: da Novembre 2017 (appena ottenuto il titolo di IM), Vincent è allenato dal GM ungherese Péter Lékó]
SVS: So che hai avuto la possibilità di incontrare e parlare a lungo di persona con Garry Kasparov. Che impressione ti ha fatto?
VK: Garry Kasparov mi ha veramente colpito. Mi ha dato l’impressione di essere molto posato, concentrato e pieno di energia.
SVS: Sulla base di cosa valuti la posizioni?
VK: Preferisco le posizioni in cui le idee e i piani sono chiari, ma penso che questo valga per qualunque altro giocatore.
SVS: Quale cadenza preferisci: classica, rapid o blitz?
VK: Al momento sono più focalizzato sulla cadenza classica, ovviamente.
SVS: Ho letto in una tua precedente intervista che sei stato soprannominato “il ragazzo che sussurrava ai pezzi”. Che ne pensi?
VK: Onestamente leggo molto poco di quello che si scrive su di me.
SVS: Di recente i media ti hanno dedicato molta attenzione. Come riesci a gestirlo?
VK: L’attenzione dei media non mi serve dal punto di vista puramente scacchistico, quindi cerco di dedicar loro il minor tempo possibile. Diciamo che in pratica non sta avendo nessun impatto sulla mia vita di tutti i giorni.
SVS: Di sicuro sei stato all’estero più volte: quali luoghi ti sono piaciuti di più e dove ti piacerebbe andare in futuro? A tal proposito, quante lingue parli?
VK: Ho studiato inglese e francese a scuola. E’ molto utile essere in grado di commentare le partite in inglese con gli avversari dopo la partita. Non è che abbia viaggiato molto all’estero in realtà, e quando l’ho fatto non ho avuto molto tempo per visite. Non mi interessano luoghi particolari, preferisco vivere l’atmosfera del posto. E il cibo locale …
SVS: Pratichi qualche altro sport oltre gli scacchi? Hai qualche hobby?
VK: Mi piacciono gli sport con il pallone. Di recente ho acquistato una bici da corsa, perchè mi piace molto andare in bicicletta. Anche se al momento il clima è più adatto allo sci! (NdA: al momento dell’intervista nevicava molto in Germania)
SVS: Il progetto europeo CASTLE sta ricevendo molta attenzione per i suoi risultati in merito all’introduzione degli scacchi nelle scuole. Recentemente, la Russia ha avviato un programma di formazione e certificazione dei corsi scacchistici per gli insegnanti delle scuole elementari. Hai un opinione a tal riguardo? Pensi ci sia bisogno di iniziative simili in Germania?
VK: Sono sicuro che l’introduzione degli scacchi come materia scolastica porterebbe benefici a molti ragazzi e ragazze. Non saprei dire in Germania come potrebbero essere formati gli insegnanti di scacchi, però.
SVS: Grazie molte, Vincent, e grazie ai tuoi genitori per l’aiuto che mi hanno dato per l’intervista.
VK: Grazie a voi.
Se aveste incontrato Vincent a Karlsruhe come è successo a me dopo il terzo turno del torneo, sareste anche voi rimasti sorpresi. Sembra molto calmo, quasi assente, parla con frasi brevi ma molto chiare. Quello che mi è saltato agli occhi è il cambio di atteggiamento di Vincent quando l’argomento diventa gli scacchi: si ravviva, si apre alla conversazione, entusiasta e appassionato.
Ma Vincent è pur sempre un ragazzino di 13 anni e non si limita agli scacchi: gioca a calcio, a pallamano, va in bicicletta, suona il pianoforte e, ovviamente, va a scuola. Lo sport lo aiuta a mantenere l’equilibrio, mi dice, voltandosi però subito verso il computer sul quale altri ragazzi della sua età stanno guardando e analizzando le partite. Non è che possa parlare molto di scacchi con i suoi amici, ma questo non è certo un problema per lui.
In quanto alle sue aspirazioni, all’età di 10 anni si era posto l’obiettivo di battere un GM entro l’anno: obiettivo raggiunto (e superato) con facilità …