Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

#CarlsenCaruana +++ ULTIMORA: Carlsen Campione del Mondo! +++

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Al termine degli spareggi Rapid, Carlsen si è confermato Campione del Mondo! Il risultato finale è stato un secco 3-0, dopo un match estenuante e uno spareggio che è stato, purtroppo, a senso unico. Ecco tutte le partite giocate senza commenti: domattina pubblicheremo un post più completo, con i commenti del GM Sergio Mariotti.

[Foto di Niki Riga, scattata dopo la fine della prima partita di spareggio]




7 thoughts on “#CarlsenCaruana +++ ULTIMORA: Carlsen Campione del Mondo! +++

  1. Epilogo inaspettato di un match fino agli spareggi rapid estremamente equilibrato. Il buon Fabiano è evaporato come la neve al sole, ma mai come in questo mondiale, come tra l’altro in quello femminile, mi chiedo se stiamo parlando ancora di scacchi. Già si è andati, via via negli anni, diminuendo i tempi di riflessione delle partite, ma poi decidere due mondiali con gli spareggi rapid mi sembra uno svilimento del “Nobil Giuoco”. Certo, anche nel calcio si vincono i mondiali ai calci di rigore; certo, anche i rapid ed i blitz sono scacchi, ma questi sono “altri” scacchi, che tra l’altro hanno i loro campionati mondiali. Mah, a me questa fine del mondiale mi ha lasciato addosso parecchio stupore, per come Caruana è stato annientato, e molta, molta amarezza per la dimostrazione brutale di come il gioco rapido faccia scadere drasticamente la qualità delle partite.

    1. Condivido il tuo stupore, Antonio ma non l’amarezza per quella che definisci “dimostrazione brutale di come il gioco rapido faccia scadere drasticamente la qualità delle partite“. In realtà mi sembra che sia scaduta solo la qualità del gioco di Caruana, perché Carlsen ha giocato benissimo. In conferenza stampa, Carlsen si è anche augurato che ci sia sempre più spazio per il Rapid. Interpreto il suo pensiero, visto che lo ha detto altre volte: perché è una cadenza che, secondo lui, soffre meno della preparazione casalinga delle aperture (leggi “con il computer”) facendo risaltare la vera capacità di gioco e di adattamento dei giocatori.

      Non lo ha detto perché oggi ha vinto, di nuovo, il Mondiale “Classico” agli spareggi Rapid (infatti si è detto favorevole ad estendere la durata dei match mondiali a 16-18 partite), e non suggerisce che il Mondiale Classico si giochi Rapid, ma perché ritiene che a cadenza lenta sia possibile preparasi talmente bene in apertura che tutta la partita viene indirizzata dove preferisce chi è più portato a memorizzare varianti di apertura.

      Lasciamo comunque a lui le sue convinzioni e vediamo cosa i nuovi vertici FIDE sapranno e potranno decidere per dare una configurazione diversa ai match mondiali. Non dimentichiamci che degli ultimi 8 match per il titolo mondiale (dalla riunificazione del 2006 a oggi) ben 4 sono andati agli spareggi (se vogliamo, possiamo anche aggiungere che degli ultimi 2 match Kasparov-Karpov, uno, quello di Siviglia, fini in parità), quindi il pareggio in un match a massimi livelli è molto frequente.

      Non vogliamo gli spareggi Rapid? Va bene, ma aumentare il numero di partite non garantisce nulla.
      Giochiamo a oltranza fino alle alle prime 6 vittorie? Davvero? E chi organizzarebbe, oggi, un mondiale che non ha una durata prefissata?
      Torniamo allora alla regola per la quale il Campione mantiene il titolo se il match finisce in parità? Per me va anche bene, quindi Carlsen avrebbe vinto (per pareggio) i due ultimi mondiali comunque.
      Come dici? Se le regole fossero state queste Karjakin e Caruana avrebbero cercato con più energia di vincere nelle 12 partite? Karjakin penso di no, ma sono sicuro che Caruana ci abbia provato, sapendo come sarebbe finita agli spareggi, quindi … grazie a questo sistema abbiamo visto due match Rapid (stravinti da Carlsen) che altrimenti non avremmo visto.

      Sono sicuro che sarà un argomento di cui si parlerà spesso nei prossimi mesi, prima dall’inizio del prossimo Ciclo mondiale.

      1. Mah, non lo so. C’è qualcosa di fondo che non mi convince. Le argomentazioni sono tutte plausibili e realistiche, ma io continuo a chiedermi se stiamo ancora parlando, se così vogliamo definirli, di “Scacchi Classici”. È logico che in un’epoca moderna, dove ci sono anche degli sponsor, dove c’è un’attenzione mediatica superiore, grazie alle moderne tecnologie, dove gli stessi giocatori vogliono giocare di più per poter sperare di aumentare gli introiti, non ci sia più spazio per le vecchie cadenze di gioco ed i tornei del passato che potevano durare anche quasi un mese. Ridurre però le partite a cadenze rapide, si tratta di parlare di un altro tipo di gioco, per il quale esiste un mondiale dedicato. È vero che Carlsen ha giocato bene, ma la partita si gioca in due e se uno gioca male tutta la partita e tutto l’incontro ne perde di qualità complessiva. Per la preparazione delle aperture, poi, sono cinquant’anni e più che se ne parla e che se ne teme l’effetto (c’è chi parlò di analisi delle aperture che avrebbero fatto finire gli scacchi) ed in un’epoca dove non esistevano i programmi scacchistici. Ma il tutto oggi va nella logica dell’era moderna, dove tutto è più veloce, tutto è più “fast food”, mangia e fuggi, tutto è più frenetico dove si fanno cose di corsa e senza pensarci, come degli automi, con effetti a volte devastanti (vedi i bambini dimenticati dai loro genitori in macchina). Il fatto che Carlsen sia favorevole a queste cadenze di gioco, sicuramente darà un impulso ulteriore a prendere questa direzione nel futuro, vista l’autorevole opinione. E chissà che non si sviluppi tra una decina o ventina d’anni una “resistenza attiva” di pochi reietti che predicheranno gli “Slow Chess” giocati di nascosto, come dei carbonari, in circoli conosciuti da pochi e quasi segreti.

      2. Interessante conversazione, Antonio, grazie.

        Quando dici che oggi “non ci sia più spazio per le vecchie cadenze di gioco ed i tornei del passato che potevano durare anche quasi un mese” vorrei capire se è una sensazione da “ah, i bei tempi di una volta” (e quindi soggettiva) oppure è nei fatti. Prima di tutto, a quale “passato” ti riferisci? Se prendiamo il periodo in cui io e te siamo cresciuti scacchisticamente (anni ’80) non vedo questa grande differenza. Certo, non ci sono più gli interzonali, ma sia il torneo dei candidati che questo mondiale sono durati esattamente “quasi un mese”.

        Una cosa che è cambiata è sicuramente la cadenza di gioco, perché non ci sono più le sospensioni, ma concorderai con me che, oltre ad essere state in passato oggetto di violenti polemiche per il vantaggio dato a chi poteva disporre di un team di analisti notturni, oggi non sono più praticabili a causa della distorsione che introdurrebbe l’uso dei computer. Una volta si giocava 2h30m per 40 mosse e poi si andava in busta, oggi si gioca, di solito, 2 ore per 40 mosse (equivalenti a 1h40m + 30s di incremento per mossa) e poi si continua. Nel match mondiale la prima partita è durata 7 ore: siamo sicuri che oggi non si giochi di più che in passato? Tra l’altro, con la cosiddetta “regola di Sofia” (adottata quasi ovunque) le partite durano tutte almeno 30 mosse, cosa che “in passato” non era affatto garantito.

        Sul fatto che se uno dei due gioca male ne perde di qualità l’incontro non sono d’accordo: cosa si può fare contro un giocatore che gioca male?
        E’ chiaro che si torna al punto di come sciogliere un pareggio a fine match. Sempre “nel passato” non era neanche prevista la possibilità di pareggio a fine match, tanto che abbiamo assistito a match decisi alla roulette, decisi dalla monetina, da un cane (!), dal numero di vittorie col nero e via così (puoi trovarne qualche riferimento in questo post). Insomma, di nuovo, guardare al passato non aiuta. Nessuno è contento di vedere un mondiale di calcio deciso ai rigori, eppure nessuno suggerisce di tornare a quando il risultato si decideva con una monetina o con la ripetizione della partita (entrambi i casi successi all’Europeo di Italia 1968). La durata fissa di un evento non è solo una questione di attaccamento ai soldi da parte dei giocatori, ma di rispetto per tutti coloro che sono interessati, spettatori in primis. Io sono andato a Londra due volte per questo mondiale: come mi sarei sentito se il giorno in cui ero lì uno dei due avesse presentato un “certificato medico” di comodo (come accadeva “in passato”) o avessi assistito a una scialba partita patta dopo 20 mosse e mezz’ora di finto gioco (anche questo tipico del “passato”)? Chi avrebbe potuto decidere di andare a vedere il match senza conoscerne il calendario?
        Le mie idee sugli spareggi (in genere) sono raccontate in questo post.

        Insomma, miglioramenti e correttivi sono benvenuti e, in qualche misura, necessari, ma senza descrivere un idilliaco passato che lo è solo perché ne ricordiamo selettivamente alcuni aspetti. Molte delle grandi combinazioni che tutti amiamo, sono solo frutto di gravi errori precedenti, errori che, umanamente, non ricordiamo e non vogliamo ricordare. A me vedere Carlsen in diretta, nel match di New York 2016, giocare Dh6+!! e dare matto nell’ultima partita Rapid dello spareggio con Karjakin diede un’emozione difficilmente paragonabile ad altri eventi sportivi.

        E non arriviamo a paragonare fatti tragici con gli scacchi, dai… Conosci bene qual era il ivello dell’informazione negli anni ’80: riviste cartacee bene che andava ad uscita mensile. Oggi io scrivo un post con partite e commenti quasi in tempo reale, ed è possibile seguire le partite in diretta (anche in video) da casa. Non è questione di “pochi reietti che predicheranno gli “Slow Chess” giocati di nascosto, come dei carbonari“: anche quando introdussero gli orologi ci fu chi si oppose ad un marchingegno che limitava lo sviluppo completo del pensiero. Gli scacchi, come tutti gli sport, sono in continua evoluzione: la pallavolo, il tennis, lo stesso calcio con il punteggio 3-1-0, tutti gli sport tendono ad adeguarsi ai mutamenti della società. a me sembra che gli scacchi stiano reggendo meglio di quanto la gestione FIDE degli ultimi decenni abbia meritato.

        D’altra parte, cambiano le generazioni dei giocatori. Noi giocavamo al circolo e aspettavamo l’uscita dell’Informatore Scacchistico (maledicendo quel giovanotto che aveva imparato bene l’ultima novità del Dragone che noi non conoscevamo), oggi si gioca on-line e si attinge a fonti scacchistiche da tutto il mondo in tempo quasi reale. Ma noi prendevamo anche l’accelerato mentre oggi si prende il TAV; per noi viaggiare in aereo era roba da ricchi mentre oggi si va a fare un fine settimana ovunque in Europa a prezzi abbordabili; noi ascoltavamo la musica a piccole dosi, contando gli spicci per comprare un LP, mentre oggi si ascolta tutto su Spotify; noi scrivevamo cartoline e lettere, mentre oggi ci si manda messaggi in tempo reale; noi potevamo immaginare un posto fisso per tutta la vita lavorativa mentre oggi l’unica cosa sicura è che non sarà così… insomma tutto è cambiato, tutto è diventato più “veloce”, come dici tu: come potrebbero gli eventi scacchistici rimanere gli stessi di 50 anni fa?

        Insomma, tentiamo di migliorare guardando in avanti, ma facciamo attenzione a mitizzare i tempi andati che non possono ritornare.
        Su una cosa sono d’accordo (ma forse è perché abbiamo circa la stessa età): l’importanza del circolo, del luogo fisico dove trovarsi e divertirsi. Ma su questo ognuno di noi porta parte di responsabilità. Io non frequento un circolo dal 1990, quindi non ho titolo per parlare, temo.

  2. Si, interessante confrontarsi su questi argomenti. No, la constatazione è sui fatti, non sulla nostalgia dei tempi andati. Certo, la sensazione è che ad alti livelli avere più tempo dia la possibilità di entrare in profondità nella posizione, mentre nel mio caso spesso non era altro che un modo per perdere tempo e pensare troppo a varianti o piani inutili. E tra l’altro non mi piacevano poi tanto le sospensioni proprio perchè la partita a due poteva diventare a tre, quattro e così via. Il fatto poi che la cadenza attuale non si discosti molto dalle vecchie, questo dipende da come si gioca, ma potenzialmente i trenta secondi di abbuono a mossa potrebbero anche farle addirittura durare di più è soprattutto non permetterebbero di perdere posizioni con vantaggio vincente e pochissimo tempo sull’orologio. Quello che volevo trasmettere, a parte qualche esempio provocatorio portato un po’ all’estremo, è la perplessità su un match (due match se si considera anche quello femminile) che alla fine si è deciso ai Rapid. Che senso ha? Carlsen ha vinto il mondiale a cadenza classica o il mondiale Rapid? No, ha vinto il mondiale a cadenza classica vincendo solo tre delle partite previste nello spareggio Rapid. Penso che anche Monsieur De Lapalisse avrebbe il suo da fare a districarsi in questa ingarbugliata situazione. Poi è indubbio che il progresso abbia portato novità importanti alle quali non ci si può nè ci si deve opporre, con indubbi benefici quali il vedere le partite in diretta a migliaia di chilometri di distanza od il giocare comodamente da casa sempre con avversari che in quel momento possono stare all’altro capo del mondo. Che il fatto di giocare sempre più rapidi, sia un modo per sfuggire alle possibilità di cheating o alla preparazione delle aperture tramite i sempre più forti programmi di scacchi, è una questione aperta e reale che forse ci farà a breve pensare ad un modo diverso di giocare che poco avrà a che fare con le partite ed i tornei di venti o trenta anni fa. Qual è la soluzione migliore? Non lo so, perché forse qualsiasi soluzione si pensi può offrire il fianco a svariate contestazioni. Ma, mi chiedo forse di nuovo provocatoriamente, se i due contendenti dimostrano essere di pari forza, perché non rinunciare a questo mito di un primo a tutti i costi e dare la corona ad entrambi?

    1. Ovviamente Carlsen ha vinto il Mondiale a cadenza classica, giocato secondo le regole stabilite dalla FIDE, così come lo vinse Botvinnik pareggiando con Bronstejn e con Smyslov, come lo vinse Kasparov pareggiando con Karpov nel 1987, come lo vinse Anand allo spareggio Rapid contro Gelfand. Nessuno sta dicendo che le regole attuali siano migliori di quelle delle edizioni passate e sta alla FIDE decidere come evitare, se lo vuole, il ripetersi di questa situazione.
      Il mondiale femminile è stato giocato con la formula knock-out, quindi il problema è ancor più esacerbato, ma, di nuovo, deve essere la FIDE a decidere. I giocatori si adegueranno e giocheranno i match sfruttando tutto quello che il regolamento metterà loro a disposizione.

      Sento dire, talvolta, che questo mondiale è un nonsense, come lo sarebbe se una gara sui 10000 metri fosse decisa con uno sprint sui 100 metri. Ma non è quello che si vede ormai regolarmente in pista? Giri su giri inanellalti a cadenze lente per poi lanciarsi in un ultimo giro da 400centisti? Chi ha un finale più veloce ha un vantaggio se la gara viene impostata in questo modo e pertanto i fondisti “puri” tentano di mantenere un ritmo più alto durante tutta la gara. Bene, se le regole dicono che lo spareggio c’è e si gioca Rapid, che si sente meno forte nel Rapid ha tutto il tempo e il modo di tentare di forzare. Se poi non lo fa e perde lo spareggio non è colpa dell’avversario.

      Va bene comunque cercare di cambiare, si spera in meglio, le regole. Certo, è difficile farlo quando la formula del Torneo dei Candidati è criticata perché non prevede lo spareggio ma un criterio astratto (“un Torneo così importante va deciso sulla scacchiera, non con formule da azzeccagarbugli”) e la finale del Mondiale è criticato perchè non viene deciso secondo una regola astratta (ad esempio il campione mantiene il titolo) ma prevede uno spareggio (“E’ assurdo che un Mondiale venga deciso con uno spareggio”): cosa vorrebbero gli appassionati, insomma?

      Una cosa so di non volere, Antonio: due “mezzi” Campioni del Mondo. A prescindere dal significato del titolo, non oso pensare alla complessità di gestione del ciclo mondiale successivo. Cosa facciamo due sfidanti e se finiscono tutti pari andiamo avanti con 4 Campioni del mondo? Capisco che la tua è una provocazione, ma per me un match deve produrre un vincitore, anche nel caso in cui i due si equivalgano nel punteggio come è stato a Londra.

      Sono d’accordo che lo spareggio Rapid non sia una soluzione perfetta e che aggiungere un paio o due paia di ulteriori partite potrebbe essere un buon tentativo, ma non si può eliminare del tutto la possibilità di un risultati di parità (che, anzi, sembra abbia una probabilità del 50% di accadere). Io penso sempre che, per definizione di Campione del Mondo, è lo sfidante che deve battere il Campione per conquistare il titolo, non il Campione che deve battere lo sfidante per mantenerlo. Di conseguenza, in caso di parità il Campione mantiente il titolo. Semplice, chiaro e noto a tutti fin dall’inizio. E, poi, ognuno giochi il match secondo la propria strategia.

  3. Oggi Karjakin (30 Novembre) ha avanzato la sua idea per un nuovo formato per il match mondiale.
    Match di 11 o 13 partite, con il Campione in carica che decide se avere un Bianco in più o no. Se il match finisce in parità, chi ha avuto più neri vince il titolo.
    Secondo lui con questo formato non ci sarebbero molte patte.
    L’idea non è nuova, ma suggerita da Karjakin acquista un certo spessore.

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