Scacchi dietro le sbarre
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(di Mirko Trasciatti)
“Gli scacchi non sono solo passione e hobby ma possono rivelarsi potenti strumenti di aggregazione sociale. Uno dei detenuti dichiara che per lui sono ancora ad oggi la salvezza della sua vita.”
[La foto di apertura è di Alessio Vissani (fotoreporter di RGU Notizie)]
Non è la prima volta che gli scacchi entrano in un carcere, soprattutto con i corsi base o di perfezionamento; ne abbiamo già parlato qui, ma questa volta, sempre nel carcere di Spoleto, è stato organizzato un torneo FIDE. Lasciamo la parola a Mirko Trasciatti, Istruttore FIDE e organizzatore dell’evento. (Roberto C.)
L’Italia ha organizzato per la prima volta all’interno di un istituto penitenziario un torneo di scacchi. L’evento svoltosi dal 13 al 15 dicembre 2018, riconosciuto sia dalla Federazione Scacchistica Italiana (FSI) sia dalla Federazione Internazionale (FIDE), è risultato valido anche per le variazioni del punteggio di merito.
A prendere parte all’evento sono stati sei detenuti che hanno frequentato il corso scacchi del progetto CONI “Sport in carcere” e sette scacchisti esterni. In occasione della prima mossa, erano presenti anche il Presidente del CONI Umbria Domenico Ignozza, il Comandante Commissario Capo Marco Piersigilli, l’Assessore del comune di spoleto Maria Rita Zengoni, Valeria Natali responsabile CONI per l’Umbria del progetto e Sabrina Galanti educatrice del carcere.
Da quasi quattro anni insegno ai detenuti della casa di reclusione spoletina. Tutti i giorni, scendono nelle aule scolastiche a giocare e studiare scacchi. Il corso, così come il torneo svolto, sono stati resi possibile grazie al sostegno indispensabile del CONI che ha finanziato il progetto come anche del supporto del negozio di Bologna “Le Due Torri” che ha stipulato nel 2017 una convenzione sui libri di scacchi, e la rivista mensile “Torre&Cavallo-Scacco!” che per tutto il 2018 ha donato loro l’abbonamento annuale.
Anche il popolo di internet ha dato il suo benestare a questa iniziativa. Nel corso dei giorni successivi mi sono pervenuti moltissimi messaggi di congraturazioni per l’iniziativa svolta. Alcuni di essi riportano:
“Mi ha molto incuriosito e destato ammirazione l’iniziativa che hai svolto nel carcere. Mi farebbe piacere saperne di più, sia per un eventuale approfondimento giornalistico, sia per capire se è possibile replicarla a Roma dove vivo.”
“Complimenti per prima cosa per l’iniziativa! Bella per i carcerati ma bella anche per chi non carcerato deve “entrare” in un carcere per giocare. Penso che ci si renda conto di tante cose.”
I detenuti però non erano dei veri e propri novizi, infatti, negli anni precedenti hanno partecipato ad altre manifestazioni “minori”, ma sempre prime nel loro genere, come il torneo Rapid del 2016 e il torneo Blitz del 2017. Alcuni di loro hanno avuto anche la possibilità di partecipare nell’aprile del 2018 alla serie C del Campionato Italiano a Squadre della FSI, e ad un match internazionale per corrispondenza (ancora in corso) con i detenuti del carcere di Chicago.
A vincere il torneo è stato il Candidato Maestro perugino, Andrea Martelli che chiude il torneo con 5,5 punti su 7, sconfitto solo dall’albanese Vladimir Haxhiu durante il secondo turno. Notevole il risutalto di quest’ultimo che dopo la vittoria appena citata, batte anche il numero tre del tabellone, ottenendo di diritto l’ingresso nelle liste del rating internazionale. Chiude infatti il torneo con 4 punti, sfiorando per solo mezzo punto il gradino più basso del podio.
Tra gli ormai scacchisti di Maiano ve ne è uno che a breve lascerà quelle mura per tornare nella sua città natale. Quello che sorprende maggiormente è che egli abbia già richiesto informazioni sul circolo di scacchi più vicino per poter continuare la sua passione.
Dopo i ringraziamenti di rito, il CONI Umbria ha fatto dono di t-shirt e scacchiere quest’ultime utili per lo svolgimento del gioco degli scacchi all’interno dell’istituto penitenziario.
Al termine della premiazione, ho voluto mostrare il breve video “Colors of babel” di Luca De Paolis – Finalista del PREMIO NICKELODEON 2018 per il Cortometraggio Sociale – in considerazione dello stretto collegamento tra gli scacchi e il sociale. Dopo la visione del cortometraggio, il Presidente Ignozza ha dato il bianco in moto effettuando in modo simbolico la prima mossa sulla prima scacchiera.
Sono stati tre giornate intense dove culture, età e ceti sociali si sono confrontati dialetticamente contribuendo ad abbattere gli steccati e le diversità inevitabili in un contesto tanto variegato.
“Ho accettato di partecipare al torneo della casa di reclusione di Spoleto per dare ai detenuti la possibilità di giocare a scacchi, rompendo la loro routine quotidiana, che posso solo immaginare, e nel farlo non nascondo di essere stato preda dei classici, quanto irrazionali, pregiudizi.” ha dichiarato uno dei partecipanti “Ma quando mi sono seduto e ho iniziato a giocare con alcuni detenuti è stato tutto molto più chiaro e semplice: eravamo tutti giocatori che si scontravano su una scacchiera, nient’altro. Davanti a quelle 64 caselle non esistono carcerati o esterni, così come neri e bianchi sono solo i pezzi e passa tutto in secondo piano. Gli scacchi hanno l’incredibile potere di unire le persone, minimizzandone le differenze, e nel dare ai detenuti la possibilità di giocare ho anche ricevuto la possibilità di sperimentare in prima persona questo potere, un’esperienza indimenticabile per loro, ma anche per me.”
Durante il torneo si sono visti interni ed esterni intrattenersi piacevolmente in un clima di cordialità e di quotidianità, semplice quanto non scontata, tanto che nel secondo giorno i detenuti hanno finito con il portare acqua e snack per tutti i partecipanti. Anche la fine dell’evento è stato un momento di gioia, malgrado l’inevitabile ritorno alla quotidianità. Il popolo carcerario ha infatti gentilmente offerto il panettone a tutti i presenti, scambiandosi così gli auguri di buon natale e buone feste.
Gli scacchi non sono solo passione e hobby ma, appunto, possono rivelarsi potenti strumenti di aggregazione sociale. Uno dei detenuti, dichiara che per lui sono ancora ad oggi la salvezza della sua vita. Vita che al momento risulta priva di libertà per errori del passato. Il “nobil giuoco” gli sta dando la possibilità, infatti, di riscattarsi, di non pensare ai problemi che ogni giorno lo affliggono, alla famiglia così lontana, e ai fantasmi del passato.
Ancora me lo ricordo quel giorno, ero lì in biblioteca, era giugno del 2015 ed era il primo giorno del corso di scacchi. Io ero terrorizzato, non per chi avrei potuto trovarmi difronte, ma per quello che sarei riuscito a trasmettergli. E se gli avessi trasmesso cose sbagliate? Cose che magari avrebbero potuto peggiorare la loro situazione. Poi vidi lui, stava cercando dei libri in biblioteca. Non sapeva del corso, e non sapeva nemmeno cosa fossero gli scacchi. Mi chiese se poteva unirsi, e di istinto gli risposi di si. Da quel giorno non ha mai più lasciato gli scacchi, e io sono felice di aver potuto aiutare una persona, anche se in minima parte, a migliorare il suo stile di vita, e magari avergli dato gli strumenti necessari per migliorarla anche al di fuori del carcere. Per questo i ringraziamenti non possono non andare a chi ha mi ha dato la possibilità di poter fare queste esperienze indimenticabili, a chi ha creduto nel progetto, e a tutti quelli che si sono dati da fare per arrivare a questo punto.
Il prossimo appuntamento in programma sarà un match internazionale con un carcere americano, che si svolgerà online nei prossimi mesi.
UN detenuto dichiara che per lui gli scacchi sono la salvezza della sua vita, ma sarebbe stato bello se avesse aggiunto anche , se li avessi conosciuti alle elementari e studiati alle medie , non sarei finito in galera.
Ci credo . L’intelligenza cresciuta giocando a scacchi da giovane avrebbe impedito al detenuto di fare cavolate.