Vladimir Makogonov: una vita fortunata fra scacchi e matematica
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(Riccardo M.)
… Fortunata, perché? La spiegazione è in un libro di V.A. Asryan, “Vladimir Makogonov”, edito in lingua russa nel 1991 da “Cultura e sport”, dove l’autore riprende quanto raccontava lo stesso campione azèro:
“Era una domenica, il 22 giugno del 1941; nell’attesa del turno del torneo, facevo una passeggiata per Baku insieme a Henrik Kasparyan. E per la strada abbiamo ascoltato il discorso di Vjaceslav Molotov e appreso così dell’attacco infido dei nazisti. Mi sono subito precipitato in hotel dall’arbitro principale del torneo e gli ho detto che dovevo immediatamente tornare a casa, per presentarmi all’ufficio di registrazione e arruolamento militare. Fu d’accordo con me e pertanto lasciai il torneo. Il mattino dopo mi recai con mio fratello Mikhail all’ufficio di registrazione e arruolamento militare di Baku, dove mi fu detto: “La chiameremo quando sarà necessario”. Vi tornai altre volte, ma alla fine mi fecero sapere che non ero fra le persone soggette a mobilitazione. Mikhail invece fu arruolato”.
E Mikhail Makogonov, di lui più grande di 4 anni e anche lui maestro di scacchi, morì in battaglia, vicino a Kursk, due anni dopo. Nel 1923, a 19 anni, Mikhail (che insegnò il gioco al fratello nel 1914) aveva vinto alla pari con Vladimir il campionato di Baku.
Vladimir Andreevic Makogonov (Naxcivan, 1904-Baku, 2 gennaio 1993) era uno tra i migliori giocatori di scacchi dell’Unione Sovietica e in quell’occasione venne lasciato a casa dalle autorità militari come tutti coloro che in quei giorni bui eccellevano nel campo della cultura, dell’arte e dello sport. Agli scacchi, probabilmente, lui deve pertanto la vita.
Makogonov fu uno dei più noti insegnanti/allenatori di scacchi della storia dell’URSS: allenò ad esempio Smyslov in preparazione al mondiale con Botvinnik, poi allenò Bagirov, il primo GM azero della storia, lavorò da ultimo perfino con un giovane Kasparov. Era un ottimo teorico delle aperture e due varianti (una dell’Indiana di Re e una della Grunfeld) portano il suo nome. Ed era anche un bravo insegnante di matematica!
Come giocatore lo si ricorda per aver vinto 5 volte nel dopoguerra il campionato azero (1947-48-49-51 e 52) e soprattutto per aver partecipato al famoso match radiofonico del 1945 fra URSS ed USA: sulla scacchiera n.9 Makogonov sconfisse Abraham Kupchik per 1,5 a 0,5. Fu 5° nella finale del Campionato sovietico del 1927, 4° in quella del 1937, 7° nel 1940, quando sconfisse Botvinnik, Smyslov e Keres, 5° nel 1944. Ma l’apice del suo valore lo si riscontrò di sicuro nel match del 1942 che lo vide imporsi nettamente a Baku su un grande quale Salo Flohr: 7,5 a 4,5 il punteggio a suo favore, risultato che la dice lunga sulle sue potenzialità.
Chessmetrics gli assegna il 5° posto assoluto mondiale nel 1945 ed un Elo virtuale di 2735 nello stesso anno. Il titolo “ad honorem” di Grande Maestro gli fu assegnato nel 1987.
Vladimir Makogonov si spense all’età di 88 anni il 2 gennaio del 1993 nella sua Baku, città che amava e dalla quale si era allontanato molto raramente.
Forse l’estimatore maggiore di Makogonov fu Mikhail Botvinnik, che era di 7 anni più giovane di lui e che ricordava come entrambi avessero raggiunto il titolo di maestro nello stesso torneo, quando condivisero la piazza n. 5/6 al campionato di Mosca del 1927. Botvinnik ricordava altre due sfide con lui nei campionati di Mosca: nel 1940, quando Makogonov seppe punire un paio di suoi errori posizionali e tattici, sconfiggendolo, e nel 1944, allorché Makogonov si trovò in posizione difficile e riuscì a salvarsi con grande maestria in una patta.

Seduti, da sin.: A. Kotov, V. Smyslov, M. Botvinnik, V. Ragozin, S. Flohr.
In piedi, da sin.: A. Lilienthal, I. Boleslavsky, V. Makogonov, I Bondarevsky, D. Bronstein
Botvinnik si chiedeva perché il giocatore azero non avesse raggiunto vette di eccellenza, e ne trovò la spiegazione nel fatto che fosse arrivato abbastanza tardi agli scacchi competitivi. “Peccato”, scrisse Mikhail, “tuttavia Makogonov ha lasciato un segno indelebile nell’arte degli scacchi sovietica”. E aggiunse che “per la profonda comprensione della posizione, il suo lo stile può essere assimilato a quello di Akiba Rubinstein”.
Riconoscimenti del suo valore li ebbe da altri due grandi: Smyslov (che lui allenò a partire dalla fine degli anni ’40), disse che se era diventato campione del mondo una parte considerevole di merito spettava proprio al lavoro svolto con Makogonov, mentre Kasparov (che lui aveva guidato, tredicenne, nel 1976) affermò: “sono stato fortunato a conoscerlo e a lavorare con lui“.
Esempi dello stile di gioco di Vladimir Makogonov li vedremo domani, presentandovi alcune sue partite che vi saranno commentate dal nostro Antonio, al quale pertanto passo qui idealmente la linea!
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