I 160 giocatori più bravi degli ultimi 160 anni
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(Riccardo M.)
Un momento! Conviene premettere che quando ho proposto questo articolo in Redazione (in realtà col titolo provvisorio di “i 100 giocatori più forti di tutti i tempi”) si è pensato subito ad uno scherzo, tanto è vero che Roberto suggeriva “facciamo mille giocatori?” e che Uberto controbatteva “è proprio il concetto di forte che non è definibile, quindi ognuno di noi compilerebbe una sua lista personale”.
Tutto giusto, e infatti mi sono corretto: ho scritto “più bravi“, e la bravura è un concetto molto soggettivo. Di conseguenza non dovreste prendermi, né in Redazione né fra i lettori, troppo sul serio. E’ ovvio che è impossibile per chiunque redigere una lista ineccepibile dei primi 100 o 160 o 1.600 giocatori di ogni tempo, nell’ordine. E’ impossibile farlo anche per una macchina, perché il risultato dipenderà dai criteri che un umano, o più umani, le suggerirebbero, criteri sui quali due persone non sarebbero mai completamente d’accordo.
Inoltre sappiamo bene come in qualsiasi sport è quasi impossibile raffrontare campioni di epoche diverse. Owens o Bolt? Coppi o Merckx? Sappiamo poi come ogni sport ha goduto, nelle diverse epoche, di attrezzature e materiali diversi (prendiamo il caso estremo dell’automobilismo), e perfino negli scacchi oggi i grandi maestri possono appoggiarsi ad un’infinità di dati suggeriti dalle macchine; pertanto alcune doti personali, quali la memoria, hanno assunto un rilievo assai più spiccato del lontano passato, mentre è la fantasia a pagar qualche dazio, specie nelle aperture.
Ciononostante per nessuno di noi, almeno per coloro che, come me, seguono (bene o male) questo gioco da mezzo secolo ed hanno visto partite e conosciuto carriere di tanti campioni del passato e del presente, può essere d’ostacolo esprimere delle valutazioni. Tali valutazioni provengono logicamente, oltre che dai risultati ottenuti in carriera dai giocatori, anche dai giudizi che la storia e gli esperti hanno dato di loro e del loro gioco e, da ultimo, sono anche inevitabilmente condizionate da preferenze e da criteri prettamente individuali, come avviene in qualunque prova sportiva individuale soggetta a decisioni personali da parte di giudici (si pensi, ad esempio, al salto con gli sci dal trampolino o ai tuffi).
Nessuna formula matematica sostiene quindi il mio elenco di 160 nomi, perché non serve. È chiaro. E perché 160? (chiederà qualcuno). E perché non 160? (potrei dire). E vorrei aggiungere che alle volte (ma non nel mio caso, è ovvio!) la mente umana ha delle capacità di sintesi e di equilibrio inimmaginabili. Tra l’altro, quale arco di tempo si dovrebbe considerare per stilare una lista dei migliori? Ci avete pensato mai? 10 anni, 5 anni, 2 anni? Oppure un singolo anno di picco di ogni giocatore? Mah!
Ci provò il programma Rybka, e la sua classifica “a 2 anni” mise al primo posto di sempre Fischer, davanti a Kramnik, Capablanca e Kasparov, mentre nella classifica “a 15 anni” risultò primo Capablanca, davanti a Karpov e Kramnik. Anche qui si può obiettare che in quei suoi 15 anni Capablanca ha incontrato un numero forse più limitato di forti giocatori di quanti ne abbiano incontrati, ad esempio, Kasparov e Karpov nei loro 2 anni migliori. Ai nostri tempi la concorrenza è spietata!
Ancora: anni fa ci provò il programma Stockfish, al quale furono fatte analizzare 26.000 partite di tutti i campioni del mondo della storia, per una valutazione di ogni singola mossa. Risultò primo Carlsen, seguito da Kramnik, Fischer, Kasparov, Anand e Khalifman, mentre agli ultimi 5 posti troviamo Capablanca, Tal, Euwe, Alekhine e Steinitz. In quel caso per ogni giocatore vennero analizzate soltanto le partite dell’anno di picco. Il citato Khalifman, ad esempio, campione del mondo proprio in quel suo anno di picco (1999), sparì presto dalla èlite: come lo dovremmo valutare? Mah! E così il messicano Carlos Torre col suo sensazionale e non ripetuto 1925.
Poi c’è Chessmetrics, con una sua speciale classifica ponderata sulla media dei risultati nei diversi picchi temporali dei giocatori. Affidabile? Certamente sì. Interessante, più che altro. Ma non perfetta anch’essa.
E infine, e sempre come esempi: né Rybka né Stockfish inserirono Alekhine fra i primi 10 giocatori di quelle due loro classifiche, mentre Aronian disse nel 2012 di considerare Alekhine come il più forte giocatore di ogni tempo. E allora? Chi ha ragione? O forse -direbbe qualcuno- “in medio stat virtus”?
Non dimentichiamo un’altra variabile di peso: le guerre. Nei tornei degli ultimi decenni il campo dei partecipanti di alto livello, e delle nazioni di loro provenienza, si è ampliato tanto, basti pensare al recente boom asiatico. La seconda guerra mondiale frenò alcune carriere (Keres), fece milioni di vittime e perirono anche dei forti giocatori, al punto che a mio parere ci volle un’intera generazione per recuperare certi standard e che nel ventennio 1946-1966 un’ipotetica curva della qualità dei tornei potrebbe presentare una flessione di un certo rilievo. Di conseguenza i migliori giocatori di quel periodo trovarono molti meno ostacoli alle loro affermazioni di quanti oggi ne trovino, ad esempio, i campioni delle ultime generazioni. Il numero 5 del mondo degli anni ’50 non valeva forse il numero 20 di oggi. E tutto questo dobbiamo valutarlo.
Ecco perché se ne potrebbero fare altre mille di liste come questa che ho preparato, tutte ugualmente rispettabili anche se nessuna si avvicinerà mai ad una inavvicinabile verità assoluta. Però forse nessuno ci ha mai provato prima, almeno sui 160 nomi (macchine a parte), e quindi lasciate che io provi.
Tenete però ben presente che questi 160 non sono in realtà i “160 giocatori più forti di tutti i tempi”, come da un altro titolo di un vecchio nostro post (I 10 giocatori più forti di tutti i tempi) ma semplicemente i 160 giocatori che a me piace valutare come i “più bravi” degli ultimi 160 anni. Più “bravo” di altri è ad esempio a mio parere da considerare perfino un giocatore che ha dovuto scalare delle montagne per ottenere certi risultati (vedi Sultan Khan) o altri che hanno avuto meno occasioni, per loro decisione o del destino, di affermare quelle che erano elevatissime qualità (Rotlevy, Mecking, Perlis, Oll, Agzamov, Junge, Breyer, Carlos Torre, Gashimov, Planinc, per finire con Yacov Yuchtman, “il Fischer sovietico” …), o altri che hanno deciso di lasciare molto presto gli scacchi (Lipke, Von Kolisch), o altri che invece agli scacchi sono approdati molto tardi (Makogonov) o ancora altri che hanno preferito sacrificare qualche classifica di prestigio al piacere di singole partite brillanti (Kupreichik, Nezhmetdinov), oppure chi giocava di rado o quasi per hobby, sovente dopo una giornata di lavoro (Burn, Mariotti), o infine chi, pur geniale (Bronstejn), non ha forse avuto, per issarsi al massimo titolo mondiale, quel pizzico di forza di volontà o di necessaria cattiveria o motivazione in più.
Alla motivazione in particolare ha dedicato Stefano Vezzani un capitolo del suo lavoro “Scacchi e psicologia” (“Messaggerie Scacchistiche“, 2011), scrivendo: “Gli psicologi dello sport sostengono che un’elevata motivazione è fondamentale per competere con successo, e gli istruttori concordano. Mark Dvoretsky, uno dei più noti e capaci istruttori di scacchi al mondo, sostiene che i risultati, negli scacchi, sono determinati non solo dall’abilità ma anche dalle motivazioni sportive …. e Sofia Polgar rispose così alla domanda “che qualità pensi debba avere un grande scacchista?”: “Più di ogni altra cosa deve essere un lottatore”“.
Sono pertanto in buona compagnia: anche Dvoretsky sostiene che i risultati, e quindi le classifiche Elo, non rispecchiano solo l’abilità (bravura) ma anche qualcos’altro.
Non dimentichiamo poi che gli scacchi, come ha scritto il G.M. russo Nikolaj Krogius, sono anche arte, e quando si parla di artisti si parla del loro valore, della loro bravura, non certo della loro forza.
Capisco che la differenza tra forza (oggi negli scacchi misurata dall’Elo nella sua espressione pratica) e bravura/abilità è piuttosto sottile, ma per aiutarvi a comprendere posso fare l’esempio di quel saltatore con gli sci che raramente vinceva una gara perché spesso si esibiva in uno spettacolare primo salto e poi, innervosito, vanificava tutto con un secondo salto mediocre. Ecco, questo saltatore era uno molto bravo, ma veniva di solito superato in classifica da altri più regolari, più forti, forti anche mentalmente più che tecnicamente e che sapevano meglio resistere alla tensione della gara.
La psicologia ha un aspetto fondamentale negli scacchi. Chi volesse approfondire, può leggere uno dei pilastri della letteratura scacchistica in materia, ovvero “Psichology in chess” (Londra 1976) del già citato Nikolaj Krogius. “A volte è difficile” -scriveva Krogius- “per un profano immaginare la tempesta di emozioni che si verifica nel giocatore mentre è alla scacchiera“.
Di conseguenza non avrà alcun senso, anzi sarà piuttosto buffo, obiettare che in questa mia lista non troviate per niente, ad esempio, un nome che voi avreste messo fra i primi 50 (o viceversa), oppure che vediate tra i primi 25 un giocatore che voi avreste messo al 75° posto (o viceversa). Io ho fatto semplicemente il mio gioco e confesso che mi sono anche un po’ divertito. Adesso potete pure voi -se volete e avete tempo- gentili lettrici e lettori, divertirvi e fare il vostro gioco, cioè una vostra lista.
Preciso infine che mi sono mosso dall’epoca di Steinitz e Anderssen, quindi non ho tenuto in considerazione, ad esempio, Staunton, Petrov ed altri di decenni precedenti, quindi neppure quel Morphy che, a detta di alcuni GM come Fischer o Pinter, potrebbe anche venir considerato “il giocatore più forte di tutti i tempi” ma che dal 1861 smise di giocare.
Insomma, eccovi la lista de
“i (miei) 160 giocatori più bravi degli ultimi 160 anni”.
- Garry Kasparov (1963)
- Magnus Carlsen (1990)
- Robert Fischer (1943-2008)
- José Raul Capablanca (1888-1942)
- Mikhail Tal (1936-1992)
- Mikhail Botvinnik (1911-1995)
- Vladimir Kramnik (1975)
- Anatoly Karpov (1951)
- Viswanathan Anand (1969)
- Emanuel Lasker (1868-1941)
- Alexander Alekhine (1892-1946)
- Viktor Korchnoi (1931-2016)
- Wilhelm Steinitz (1836-1900)
- David Bronstein (1924-2006)
- Tigran Petrosian (1929-1984)
- Harry Nelson Pillsbury (1872-1906)
- Paul Keres (1916-1975)
- Fabiano Caruana (1992)
- Boris Spassky (1937)
- Akiba Rubinstein (1882-1961)

- Vasilij Smyslov (1921-2010)
- Aaron Nimzowitsch (1886-1935)
- Veselin Topalov (1975)
- Levon Aronian (1982)
- Max Euwe (1901-1981)
- Shakhriyar Mamedjarov (1985)
- Vasily Ivanchuk (1969)
- Teimour Radjabov (1987)
- Rudolf Charousek (1873-1900)
- Salo Flohr (1908-1983)
- Gata Kamsky (1974)
- Maxime Vachier Lagrave (1990)
- Siegbert Tarrasch (1862-1934)
- Alexander Beljavsky (1953)
- Johannes Zukertort (1842-1888)
- Jan Timman (1951)
- Mikhail Chigorin (1850-1908)
- Lajos Portisch (1937)
- Carl Schlechter (1874-1918)
- Evfim Geller (1925-1998)
- Hikaru Nakamura (1987)
- Alexander Grischuk (1983)
- Ulf Andersson (1951)
- Lev Polugaevsky (1934-1995)
- Ding Liren (1992)
- Vladimir Makogonov (1904-1993)
- Henrique da Costa Mecking (1952)

- Bent Larsen (1935-2010)
- Alexey Shirov (1972)
- Ruslan Ponomariov (1983)
- Nigel Short (1965)
- Leonid Stein (1934-1973)
- Vlastimil Hort (1944)
- Reuben Fine (1914-1993)
- Oldrich Duras (1882-1957)
- Samuel Reshevsky (1911-1992)
- Alexander Morozevich (1977)
- Ljubomir Ljubojevic (1950)
- Frank Marshall (1877-1944)
- Robert Hubner (1948)
- Carlos Torre Repetto (1904-1978)
- Vladimir Akopian (1971)
- Boris Gelfand (1968)
- Judith Polgar (1976)

- Mark Taimanov (1926)
- Sergey Karjakin (1990)
- Alexander Khalifman (1966)
- Peter Leko (1979)
- Lev Psakhis (1958)
- Jan Nepomniachtchi (1990)
- Richard Reti (1889-1929)
- Rafael Vaganjan (1951)
- Geza Maroczy (1870-1951)
- Anish Giri (1994)
- Leonid Yudasin (1959)

- Petr Svidler (1976)
- Ratmir Cholmov (1925-2006)
- Vladimir Tukmakov (1946)
- Alexey Vyzmanavin (1960-2000)
- Michael Adams (1971)
- Malik Mir Sultan Khan (1905-1966)
- Albin Planinc (1944-2008)
- Vugar Gashimov (1986-2014)
- Lembit Oll (1966-1999)
- Richard Teichmann (1868-1925)
- Svetozar Gligoric (1923-2012)
- Mikhail Gurevich (1959)
- John Blackburne (1841-1924)
- Rudolf Spielmann (1883-1942)
- Gyula Breyer (1893-1921)
- Max Weiss (1857-1927)
- Miguel Najdorf (1910-1997)
- Artur Yusupov (1960)
- Vladimir Petrovs (1907-1943)
(Petrovs, a sin., contro Keres a Kemeri 1937)
- Georg Rotlevy (1889-1920)
- Wesley So (1997)
- Louis Paulsen (1833-1891)
- Ludek Pachman (1924-2003)
- Milan Vidmar (1885-1962)
- Adolf Anderssen (1818-1879)
- Valery Salov (1964)
- Efim Bogoljubov (1889-1952)
- Klaus Junge (1922-1945)
- Simon Winawer (1838-1920)
- Oleg Romanishin (1952)
- Gustav Neumann (1838-1881)
- Isaac Boleslavsky (1919-1977)
- Andrei Sokolov (1963)
- Paul Lipke (1870-1955)
- Evgeny Bareev (1966)
- Gideon Stahlberg (1908-1967)
- Laszlo Szabo (1917-1998)
- Vera Menchik (1906-1944)
- Isidor Gunsberg (1854-1930)
- Baadur Jobava (1983)
- Zoltan Ribli (1951)

- Jacob Yuchtman (1935-1985)
- Hou Yifan (1994)

- Ignatz Von Kolisch (1837-1889)
- Alexej Dreev (1969)
- Mikhail Steinberg (1952-1976)
- Boris Gulko (1947)
- Evgeny Sveshnikov (1950)
- Rustam Kasimdzhanov (1979)
- Viktor Kupreichik (1949)
- Julius Perlis (1880-1913)
- Alexander Kotov (1913-1981)
- Wang Hao (1989)
- Iossif Dorfman (1953)
- Sergey Dolmatov (1959)
- Savielly Tartakower (1887-1956)
- Andor Lilienthal (1911-2010)
- John Nunn (1955)
- Radoslaw Wojtaszek (1987)
- Vitaly Tseshkovsky (1944-2011)
- Lubomir Kavalek (1943)
- Jan Smejkal (1946)
- Yuri Averbakh (1922)
- Leinier Dominguez Perez (1983)
- Yu Yangyi (1994)
- Borislav Kostic (1887-1963)
- Etienne Bacrot (1983)
- Georgij Agzamov (1954-1986)
- Peter Romanovsky (1892-1964)
- Jaan Ehlvest (1962)
- Rashid Nezhmetdinov (1912-1974)
- Sergio Mariotti (1946)
- Daniil Dubov (1996)
- Andras Adorjan (1950)
- Amos Burn (1848-1925)
- Evgeni Vasjukov (1933-2018)
- Florin Gheorghiu (1944)
- Mario Monticelli (1902-1995)
- Drasko Velimirovic (1942-2014)
- James Mason (1849-1905)
- Richard Rapport (1996)
- Gennady Kuzmin (1946-2020)
- Vladimir Savon (1940-2005)
- Jan-Krzysztof Duda (1998)
- Paul Saladin Leonhardt (1877-1934)
Alcune precisazioni per concludere. Pensavo di inserire delle note a fianco del nome di alcuni giocatori, ma ho preferito alla fine lasciare al post la sua fisionomia essenziale, limitandomi a un dato anagrafico. Non ho indicato la nazionalità, soltanto il nome di battesimo, ma probabilmente a voi lettori la gran parte di questi campioni sarà abbastanza nota. Oltre un terzo di loro sono russi (o sovietici) o di origine russa, a dimostrazione che negli ultimi 160 anni l’URSS/Russia è stata trainante nella guida e diffusione del gioco. Probabilmente avrebbe meritato già qualche altro giovane di entrare in questa lista, ad esempio Firouzja (classe 2003), magari perfino nei primi 100, ma mi piace aspettare ancora qualche tempo per darne un giudizio più chiaro. E poi la verità è che confrontare i giovani di oggi ai campioni del passato è impresa improba, un po’ come mettere a confronto, nell’automobilismo, i vari Fangio, Nuvolari o Ascari con la generazione di piloti del XXI secolo.
Mi ha fatto piacere considerare due italiani (Mariotti e Monticelli), quasi a rimarcare, appunto, le loro singolari capacità (l’Italia non ha mai avuto una vera “scuola”) al di là dell’espressione numerica dei risultati in torneo. Avrei voluto inserire, questo sì, molte più donne (sono appena 3, evidenziate in rosso), ma il rapporto fra donne e uomini presenti in questa lista non è altro che il rapporto che in media si ha fra donne e uomini negli iscritti ai circoli di scacchi, in Italia e non solo.
Un “grazie!” lo debbo al maestro Claudio Sericano, che mi è stato di indispensabile assistenza nella stesura di questo così particolare post, che, lo ribadisco, deve esser visto anzitutto come un esperimento e un divertimento. Non è stato semplice realizzarlo.
COMPLIMENTI SIg. Moneta !!!! Grande lavoro con ottime informazioni!!!!
CHAPEAU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cordiali Saluti.
Grazie, Gigi, sei molto gentile e ben prodigo di punti esclamativi. Ricambio cordialmente i saluti e buona domenica!
per chi non lo avesse letto, aggiungo il link di un tuo precedente articolo
https://unoscacchista.com/2019/01/11/i-10-giocatori-piu-forti-di-tutti-i-tempi/
e questo:
https://en.wikipedia.org/wiki/Comparison_of_top_chess_players_throughout_history
mi piace il tabellone perche’ in esso trovo il gran scacchista sloveno Albin Planinc
Grazie, Ljubomir.
Non so se hai già letto il mio articolo sul bravissimo Albin Planinc pubblicato qui il 2 aprile di quest’anno.
no, non ho letto … cmq vedro’
Vabbè, capisco perfettamente che è solo un gioco (tipo “i migliori 100 romanzi della storia” e roba simile) e che si tratta solo di una tua personalissima classifica. Però nelle ultime righe affermi che:”Preciso infine che mi sono mosso dall’epoca di Steinitz e Anderssen, quindi non ho tenuto in considerazione, ad esempio, Staunton, Petrov ed altri di decenni precedenti, quindi neppure quel Morphy che, a detta di alcuni GM come Fischer o Pinter, potrebbe anche venir considerato “il giocatore più forte di tutti i tempi” ma che dal 1861 smise di giocare”. Però vorrei farti presente che Morphy è nato nel 1837, ed ha un arco di attività scacchistica che va dal 1848 al 1869 (benché nell’ultimo anno solo con l’amico Maurian). E però hai inserito nella tua classifica giocatori come Paulsen (nato nel 1833 e non mi pare proprio si possa considerare più bravo di Morphy!) così come anche Von Kolisch (nato nel 1837) , Steinitz (1836), Anderssen (1818 !!!) …. Insomma, credo che un piccolo strappo alla tua regola per un giocatore così “rappresentativo” nell’immaginario collettivo scacchistico (e che lo stesso Anderssen definì di molto superiore a lui!) avresti potuto e dovuto farlo.
Fabio, grazie per il tuo intervento. Ovviamente è stata, come tu stesso scrivi, una mia “personalissima classifica”. E non poteva essere che così. Penso comunque che in un prossimo articolo dello stesso genere eviterò di riferirmi a dei “paletti temporali”, pur nella consapevolezza che sarà comunque inevitabile accontentare tutti i lettori.
D’altra parte, se è pur vero che il grande Kasparov nel primo volume dei suoi “My Great Predecessors” ha analizzato (a mio avviso sacrosantamente!) ben 5 vittorie del “genio di New Orleans” (e a seguire le lodi sperticate del primo grande campione americano da parte degli stessi Anderssen, Lasker, Capablanca, Alekhine, Botvinnik, Fischer, Smyslov e scusa se è poco !!!) , è anche vero che il maestro FIDE Burgess insieme ai grandi maestri Emms, Nunn, So, Adams, nell’ultimissima edizione del “The Mammoth Book Of The World’s Greatest Chess Games” contenente ben 145 partite dal 1834 al 2020, non hanno ritenuto opportuno inserirne neppure una del “povero” Morphy nonostante ne abbiano invece inclusa una dal match infinito LaBourdonnais-McDonnell, le solite due di Anderssen etc. Come a dire: personalmente non condivido affatto la tua scelta ma tutto sommato sei in ottima compagnia !!! Ok, grazie per avermi risposto e complimenti per l’ottimo sito.