WaZ 2021 – Jorden Van Foreest !!
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Van Foreest premiato con il trofeo del Tata Steel 2021 (Foto Jurriaan Hoefsmit - Tata Steel Chess Tournament 2021)
(UnoScacchista)
Jorden Van Foreest ha vinto a sorpresa il Tata Steel Chess 2021, battendo Anish Giri in uno spareggio tutto olandese. Un risultato sicuramente a sorpresa, che premia il giocatore che ha prodotto le partite più divertenti, ma che non rende giustizia a chi ha oggettivamente giocato meglio. La decisione all’Armageddon, perso da Giri per il tempo in posizione vinta dopo una serie di mosse frenetiche, rovina anche un po’ l’immagine di un torneo che, per altri versi, è stato un eccellente mix di qualità e sorprese.
Cominciamo subito dal tabellone finale e dalla classifica del Torneo.

La classifica, ordinata secondo il Sonneborn-Berger, mostra il rush finale di Van Foreest che, vincendo due partite delle ultime tre, ha colmato lo svantaggio di un punto da Giri. Esipenko è rimasto a mezzo punto a causa dell’imprevista sconfitta patita da Tari, mentre Caruana e Firouzja, pur combattendo, non sono riusciti ad ottenere più di tre patte.

Come vedremo, Giri ha molto da recriminare per la vittoria sfumata contro Firouzja al 12° turno, così come Caruana rimpiange le occasioni non sfruttate, di nuovo contro Firouzja, all’11° turno. Dal canto suo, Firouzja avrebbe avuto ogni ragione per cercare di vincere contro Wojtaszek all’ultimo turno (e nella cronaca dell’ultimo turno vi spiegherò cosa è successo), ma comunque sarebbe arrivato terzo per spareggio Sonneborn-Berger e quindi, secondo il regolamento, non avrebbe potuto giocare il match di spareggio.
Il tie-break tra i due olandesi arrivati appaiati in testa al torneo si è svolto con due partite blitz 5’+3″. Essendo finite entrambe in parità nonostante Giri fosse uscito meglio dall’apertura in entrambe, il tutto si è deciso all’Armageddon. Essendo arrivatoi primo secono il Sonneborn-Berger, Van Foreest ha avuto la possibilità di scegliere il colore con cui giocarlo e ha scelto il Nero. Giri era quindi obbligato a vincere la partita avendo a disposizione 5 minuti contro i 4 dell’avversario, con incremento di 3 secondi solo a partire dalla 61ª mossa. Di nuovo Giri è uscito bene dall’apertura, raggiundendo anche un vantaggio probabilmente decisivo, ma prima ha calcolato male una combinazione permettendo a Van Foreest di recuperare la parità e poi ha perso il filo e, quando il tempo è arrivato agli sgoccioli per entrambi (come detto non c’era incremento fino alla 60ª mossa), ha perso per il tempo in posizione vinta dopo una svista di Van Foreest.

Insomma, una conclusione sicuramente emozionante, ma non adeguata ad un torneo che, con la sua cadenza classica e la lunga durata, avrebbe ben giustificato una vittoria a pari merito. Complimenti in ogni caso a Jorden Van Foreest, che ha visto realizzarsi quello che è il sogno di molti giocatori: vincere il “Wimbledon” degli scacchi. In aggiunta a ciò, lui ed Esipenko superano per la prima volta la barriera dei 2700 punti Elo.
Nellla rappresentazione grafica del torneo qui sotto si vede bene come tutte le partite tra i primi 5 in classifica siano finite patte. La differenza, soprattutto in termini di Sonneborn-Berger, l’hanno fatta la vittoria di Van Foreest su Harikrishna, la vittoria e la sconfitta di Carlsen con, rispettivamente, Firouzja e Esipenko, e la sconfitta di Esipenko contro Tari.

Da incorniciare comunque il torneo dei primi tre, Jorden Van Foreest (ne riporto spesso anche il nome di battesimo, perché la sua è una famiglia di scacchisti, composta anche da Lucas e Machteld, oltre che da nonno e bisnonno, che sono stati campioni nazionali olandesi), Anish Giri (che delusione deve essere stata, sfiorare la vittoria e perdere in quel modo…) e Alexey Esipenko (memorabile la sua vittoria contro Carlsen).

Fabiano Caruana (che ha mostrato a tratti una concretezza da fuoriclasse) e Alireza Firouzja (che ha dato sempre spettacolo e, come all’Altibox Norway Chess, ha pagato per la sconfitta con Carlsen) avrebbero potuto vincere il torneo con un po’ di fortuna e possono essere sicuramente soddisfatti di come hanno giocato.
Discorso completamente diverso per Magnus Carlsen, ovviamente: anche se ha chiuso con una vittoria su Vachier-Lagrave, non ha esitato a definire il suo torneo “vergognoso”. Magari un giudizio un po’ troppo severo, ma davvero il norvegese è sembrato opaco e fuori forma specialmente nelle fasi di apertura. A metà classifica Pentala Harikrishna, che ha alternato buone partite a strani black-out.
Seguono in classifica gli altri due scandinavi Aryan Tari (che ha pattato con tutti tranne i due olandesi, con cui ha perso, ed Esipenko in un risultato molto pesante per la classifica) e Nils Grandelius (sempre sorridente, anche se l’inizio brillante lo avrà senza dubbio fatto sognare). Più sotto i due polacchi Jan-Krzysztof Duda (torneo incolore il suo, senza vittorie e due sconfitte) e, con mezzo punto in meno, Radislaw Wojtaszek (anch’egli senza vittorie).
Chiudono la classifica David Anton-Gujarro (anch’egli senza vittorie, ma che ha raccolto meno di quanto ha costruito) e Maxime Vachier-Lagrave (decisamente fuori forma: le sconfitte con Giri, Caruana e Carlsen sono preoccupanti in ottica Torneo dei Candidati) e Alexander Donchenko (entrato in lizza all’ultimo momento e condannato spesso da sviste durante l’ultima ora di gioco).
Vediamo qualche partita dagli ultimi 3 turni.
Undicesimo turno
Il giorno della Partita Italiana! Ben tre delle partite più interessanti hanno visto sulla scacchiera 3.Ac4, anche se i puristi ci dicono che la variante giocata è quella del “Gioco pianissimo” con le spinte in c3 e d3. In ogni caso, la tendenza a non giocare la Partita Spagnola, che per decenni è stata dominatrice delle partite di gioco aperto, è ormai consolidata e la teoria della Partita Italiana si arricchisce sempre di molti sottosistemi.

La scelta non è servita a Carlsen per interrompere la serie di partite deludenti; il norvegese ha giocate in maniera opaca e ha pattato una partita poco divertente con Giri, che così ha consolidato la sua leadership nel torneo. Molto più divertenti le partite tra Firouzja e Caruana (una patta da montagne russe) e tra Van Foreest e Harikrishna, che con il Nero ha sfoggiato un altro sacrificio di pezzo, in questo abbastanza velleitario a dirla tutta.

Ecco la vittoria grazie alla quale Van Foreest rientra addirittura in lotta per la vittoria finale.

Dodicesimo turno
Un turno che ha lasciato immutata la classifica, visto che tutte le partite in cui erano coinvolti i giocatori di testa si sono concluse con una patta. Ma non tutte le patte sono uguali e Giri è andato vicinissimo dal chiudere il torneo: in posizione tecnicamente vinta contro Firouzja, l’olandese si è prima complicato la vita entrando in un finale con Torre e 4 pedoni contro Torre e Cavallo, e poi ha gestito imprecisamente l’avanzata dei pedoni, finendo per trovarsi in un vicolo cieco.

“Un miracolo. Diciamo che ho ottenuto il mezzo punto in più che meritavo ieri” (Firouzja).
Se Carlsen ha continuato il suo poco entusiasmante torneo con una scialba patta con Wojtaszek, Harikrishna è tornato al 50% dei punti con una vittoria su Donchenko, condannato da una singola svista.

Molto complessa anche la partita tra Caruana a Anton Gujarro, che ha esplorato la variante giocata con successo da Sarin contro Sonis al Campionato del Mondo Rapid U18 di qualche mese fa.

Tredicesimo turno
La partita più importante (e anche la più brillante) è stata quella che Van Foreest ha vinto contro Grandelius. L’olandese ha più volte ringraziato il suo secondo, il MI Max Warmerdam, per le molte idee in apertura e, in particolare, per aver rivisto assieme proprio la variante giocata poco prima dell’inizio del 13° turno.


Vi avevo detto della disavventura di Firouzja durante la sua partita contro Wojtaczek. Ebbene, il ragazzo stava cercando di battere il polacco in una partita complicata e ricca di cambiamenti di valutazione quando, dopo la 57ª mossa del Nero, gli arbitri hanno cominciato a preparare la scacchiera per lo spareggio, chiedendo addirittura a Firouzja e Wojtaszek di spostarsi! Al di là della evidente scorrettezza, che ha disturbato Firouzja il quale ha commesso subito una imprecisione, dopo qualche ulteriore mossa gli arbitri, con i quali stava discutendo l’iraniano, gli hanno comunicato che non avrebbe potuto vincere il torneo neanche vincendo la partita, data la situazione dello spareggio tecnico. Altra scorrettezza che ha talmente disorientato Firouzja, il quale ha preferito accordarsi sulla patta in una posizione tutt’altro che chiara piuttosto che continuare in uno stato d’animo alterato.
Peccato, forse l’eccitazione di uno spareggio tutto olandese ha fatto perdere lucidità agli organizzatori. Rimane comunque il ricordo di un bel torneo, ben organizzato nonostante le difficoltà, e molto vivace grazie anche (soprattutto anche) alla presenza di così tanti giovani.

Diamo l’appuntamento al Tata Steel e a Wjik aan Zee per il 2022, quando si spera sarà possibile vedere ancora la sala di torneo piena di giocatori e di spettatori. E, ancora, congratulazioni a Jorden Van Foreest e Anish Giri.
Ciao,per la precisione la partita armaggedon nella posizione finale col pedone nero in g2 era vinta per Van Foreest,la posizione che si vede in streaming come posizione finale è in realtà di circa 3 mosse prima
Ciao Luca. Hai ragione, ma io ho scritto il post subito dopo la fine dello spareggio e non ho potuto integrare quello che dici e che ho letto anche io stamattina. Grazie comunque per il commento.