Arsenal vs Dinamo Mosca 3-4 e vendetta di Alexander 9 anni dopo…
7 min read
(Riccardo M.)
La Dinamo Mosca è una squadra di calcio tra le più antiche in Europa, in quanto pare sia stata fondata (con altro nome: Morozovcy Orechovo Zuevo Moskva) nel lontano 1887 da un, particolare curioso, imprenditore inglese, Clement Charnock.
Nel secondo dopoguerra la Dinamo divenne in pratica la squadra del potente ministero dell’interno di Mosca, cioè la squadra del capo della polizia segreta Lavrentij Pavlovič Berija. E fu anche il primo team calcistico sovietico a fare una tournèe in Occidente dopo la fine della guerra. E dove se non nel Regno Unito, patria del football? Era il novembre del 1945. Quei giocatori sovietici erano completamente sconosciuti, ma seppero meravigliare sia la stampa sia i tifosi inglesi pareggiando per 3-3 contro il Chelsea, prima di una clamorosa vittoria per 10-1 contro il Cardiff City.
Toccò poi all’Arsenal incontrarli, il 21 novembre, e nell’occasione il club londinese fu rinforzato con l’inserimento di due campioni quali Stanley Matthews, centrocampista dello Stoke City, e Stan Mortensen, attaccante del Blackpool. Non ci fu niente da fare per gli inglesi: la Dinamo Mosca li batté ugualmente per 4-3, in un nebbioso pomeriggio londinese.
Si raccontava un divertente quanto poco credibile aneddoto su quella partita, che vedeva l’Arsenal avanti 3 a 2 dopo i primi 45 minuti. Nel secondo tempo, mentre la nebbia (o era smog?) calava al punto che gli spettatori non vedevano più nulla, l’allenatore della Dinamo sostituì 4 suoi giocatori. Senonché sembra che i 4 sostituiti (l’arbitro, il signor Latyshev, era russo e non vide nulla o chiuse un occhio) non siano mai usciti dal campo, e in 15 contro 11 i sovietici poterono ribaltare il risultato!
La tournée si chiuse con un pareggio per 2-2 contro i Rangers Glasgow. Al ritorno a Mosca fu un trionfo per la Dinamo e crebbe subito notevolmente in URSS la popolarità del calcio.

Da bambino ero un appassionato di calcio, giocavo in porta, nonostante l’altezza molto modesta, nella squadra della scuola e il mio idolo sarebbe poi divenuto proprio il portiere della Dinamo Mosca, Lev Ivanovič Jašin (1929-1990, una sua parata nell’immagine di copertina), o Yashin, soprannominato “il ragno nero” e che è stato forse il più grande portiere di tutti i tempi.
Soltanto parecchi anni dopo ebbi l’occasione di leggere quanto il calcio inglese fosse stato colpito da quelle 4 partite della tournée della Dinamo Mosca, rimaste impresse per tanto tempo nella memoria degli appassionati inglesi.
Cosa c’entrano -direte- quelle 4 partite di football con gli scacchi?
C’entrano, anche se casualmente, perché sul finire del 1953 Hastings ospitò nel suo “29° Congresso” scacchistico due rappresentanti della scuola sovietica: Lev Bronstein e Aleksandr Tolush. Le parti si erano invertite in quell’inverno, non c’erano più degli sconosciuti calciatori in cerca di fortuna e successi in Occidente, ma arrivava nientemeno che la maggiore potenza scacchistica di quei tempi. Bronstein e Tolush erano accompagnati da una delegazione quasi imponente: dal maestro internazionale Alatortzev, che era anche il vicepresidente dell’organizzazione scacchistica sovietica, dall’interprete Zaitzev e da diversi corrispondenti della nota agenzia TASS.
Non fu certo, Hastings 1953-54, una delle edizioni qualitativamente migliori del tradizionale torneo inglese: oltre a Bronstein e Tolush era presente un solo altro GM, l’esperto Tartakower, e a difendere i colori britannici c’erano due maestri internazionali, Wade e Alexander.
La vittoria dei sovietici era stavolta nelle previsioni generali, ma venne parzialmente a mancare in quanto Tolush apparve molto lontano dalla sua forma migliore e chiuse appena col 50% dei punti (4,5 su 9) mentre, via via che il torneo entrava nel vivo, si andava sempre più delineando una lotta aspra per il primo posto fra il grande Bronstein e il non più giovane dilettante britannico di origine irlandese Conel Hugh O’Donel Alexander (1909-1974), di professione insegnante di matematica, crittografo e anche alto funzionario del Foreign Office.
Fu un braccio di ferro, quello fra Alexander e Bronstein, che durò dal primo all’ultimo turno e che ebbe delle fasi veramente drammatiche. Al settimo turno ci fu lo scontro diretto Bronstein-Alexander: una partita-fiume che si protrasse per ben 120 mosse, fra 14 ore di gioco e 4 sospensioni! Una partita straordinaria e che fu considerevole anche dal punto di vista della qualità.
Bronstein aveva il Bianco e giocò il Gambetto Staunton contro l’Olandese del suo avversario, il quale seppe difendersi con grande precisione, conservando il pedone di gambetto e poi guadagnandone un secondo.
Alla prima sospensione il finale di Donne pareva facilmente vinto da Alexander, ma occorsero altre 4 sedute e altre 10 ore di gioco per costringere Bronstein a decidere l’abbandono di quella storica partita.
Si ricorda ancora, nel post-partita, un bel commento del britannico, al quale ad un certo punto il sovietico aveva teso una trappola: “Bronstein ha un vero senso dell’umorismo, lui sapeva benissimo che io avrei visto la trappola, ma per la bellezza del gioco la volle tentare lo stesso!”.
Ho scritto che è stata una partita storica, ed infatti ebbe largo spazio nei giornali londinesi, al punto che il numero del 9 gennaio del nostro “Corriere d’informazione” (un quotidiano milanese edito fra il 1945 e il 1981) ebbe a riportare che secondo alcuni giornali locali la vittoria di Alexander su Bronstein si poteva considerare come la vendetta per quel famigerato 4-3 col quale la Dinamo Mosca aveva sconfitto l’Arsenal 9 anni prima.

Ma il torneo non era ancora finito, mancavano ancora due turni. Prima dell’ultimo la classifica era questa: Alexander e Bronstein 5,5, Matanovic, O’Kelly, Teschner e Tolush 4,5. Bronstein doveva giocare contro il ventiseienne tedesco Rudolf Teschner (che all’epoca era già uno dei redattori della rivista “Deutsche Schachzeitung”), mentre straordinariamente atteso era a quel punto lo scontro tra Alexander e l’altro sovietico Tolush.
Incredibilmente, lo stato di grazia di Alexander proseguiva, aiutato dalla sua solita tagliente difesa Olandese e dal gioco non irreprensibile del suo avversario, che dovette alzare bandiera bianca dopo appena 3 ore e 28 mosse.
Eccovi quella partita:
Incredibile! Il povero Tolush non poteva non aspettarsi la reazione della sua Federazione, che infatti in seguito avrebbe evitato accuratamente di rispedirlo a giocare all’estero. Aleksandr Tolush sarebbe stato poi molto più conosciuto per aver fatto da allenatore a Keres e a Spassky.
Non restò al pubblico di Hastings, per la classifica finale, che attendere il risultato della partita Bronstein-Teschner. E qui stava per profilarsi una grossa sorpresa: Bronstein, forse ancora stanco per la estenuante partita del terz’ultimo turno, si venne ad un certo punto a trovare con due pedoni in meno. Lo salvò soltanto l’orologio, che premeva sul tedesco fino a fargli sfuggire la vittoria in posizione ormai più che favorevole. Superato il controllo del tempo, Bronstein, resuscitato dallo scampato pericolo, giocò uno scorcio di partita da campione, con due gioielli (55.Db1! e 59.Da7!) e riuscendo a capovolgere l’esito della partita. Teschner abbandonò al tratto n.68, consentendo al russo di appaiare Alexander al primo posto e di non fare la fine di Tolush.
Qui la partita:
I commentatori dell’epoca sottolinearono a fine torneo l’ottimo clima e addirittura un’amicizia fra i partecipanti che aveva attraversato l’intero arco della manifestazione, specialmente tra i sovietici e gli inglesi. Ho conosciuto Bronstein e non mi meraviglio, ma anche Alexander non dev’essere stato meno garbato e simpatico, vista questa sua dichiarazione: “Senza dubbio Bronstein è il migliore di noi tutti. Ma contro di me ha scelto di giocare una partita molto rischiosa, esponendosi, evidentemente solo per senso sportivo, ad inutili rischi”.
Se questa del 1954 fu vendetta per la sconfitta subita nove anni prima dagli inglesi per opera della Dinamo Mosca, debbo dire che venne servita con il miglior fair play possibile!
E complimenti al buon Alexander! Un vero peccato che lui abbia giocato a scacchi solo per hobby, perché aveva certamente la forza di un Grande Maestro; lo aveva dimostrato, prima di questo torneo, anche nel 1946, quando sconfisse Botvinnik in un match radiofonico a squadre contro l’Unione Sovietica.
C’è ancora da aggiungere, per concludere questa duplice rievocazione, che nel 1945 gli inglesi del pallone, pur sconfitti, avevano saputo mostrare altrettanto fair play, dal momento che il grande Stanley Matthews dichiarò: “La Dinamo Mosca è stata la squadra più forte che io abbia mai incontrato!”.
Buenos días:
Mi felicitación por el nuevo y fantástico artículo!!!
Un cordial saludo.
José María Gutiérrez Dopino
José, gracias y ten un buen fin de semana! (Riccardo)
Bellissimo racconto, Riccardo. Avvincente per i fatti e i personaggi che descrivi. Mi è piaciuto molto. Tristano
Tristano, il tuo apprezzamento mi fa sempre altrettanto piacere. Grazie e a risentirci presto!