Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Carlos Torre e la più bella partita della sua vita (2)

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(Riccardo M.)
Eccoci, allora, come vi avevamo promesso (o minacciato), di nuovo con Carlos (1) e con una partita davvero eccezionale. Ma prima debbo confessare che abbiamo ricevuto ieri qualche segnalazione di tipo diverso sui fatti che provocarono la fine della carriera del giocatore messicano.

In realtà le versioni che hanno circolato in questi ultimi 94 anni sono dissimili, e spesso accompagnate da misteri e fantasticherie. L’unico dato e momento di partenza accertato pare si ricolleghi ad un torneo della Western Chess Association di Chicago, agli inizi del 1926, quando Carlos, dopo esser giunto appena 2°, alla pari con Maroczy e dietro Marshall, ha avuto una forte crisi nervosa. Non è chiaro come e da chi sia stato picchiato, ma alcuni hanno parlato di un comportamento riprovevole anche da parte della polizia ed altri hanno sostenuto che potrebbero essere state dosi eccessive di tranquillanti, ai quali venne sottoposto, ad avergli poi causato irreversibili danni cerebrali.

In tarda età, poi, raggiunto da un giornalista quando era ricoverato in una casa per anziani gestita da suore nella natìa Merida, la versione, ripresa dal sito argentino “ajedrez12.com”, dello stesso Carlos (apparentemente lucidissimo, a detta del giornalista) divenne un’altra: aveva semplicemente deciso lui di abbandonare in via definitiva gli scacchi in quanto sentiva il dovere di aiutare a tempo pieno il fratello Egidio che aveva aperto una farmacia a Merida.

Ma torniamo ora alla partita “più bella” della sua vita. Sicuramente tutti i nostri lettori la conoscono o la ricordano per averla vista almeno una volta su qualche libro o rivista, o rivista in rete. Altrettanto sicuramente se ciascuno di voi chiedesse a un grande maestro di mostrarvi la più bella partita della sua vita non avrebbe mai, dalla risposta, la sorpresa che ebbe allora l’intervistatore di Carlos Torre.

Ciò perché la partita da lui indicata fu la Adams-Torre del 1920: 1 a 0. Sì: uno a zero! Una sconfitta terribile di Carlos, in sole 23 mosse. A meno che, a meno che … E qui s’intrecciano altre storie, leggende e ipotesi non del tutto chiarite o provate e intervengono altre supposizioni sulla personalità piuttosto particolare del messicano.

Diciamo anzitutto che forse mai un giocatore che, come Torre, non ha mai vinto un grande torneo e che ha giocato in pratica ad alto livello per un solo anno (il 1925) o poco più, ha lasciato così tante preziosità in eredità al mondo degli scacchi. Una è la partita Torre-Lasker, che avete visto nell’articolo di ieri e che è un “Attacco Torre”. La seconda è proprio il medesimo “Attacco Torre”, un’apertura nuova, secondaria ma giocabilissima e che ogni tanto torna infatti a riaffacciarsi sulle scene internazionali. La terza è questa partita che andiamo a vedere.

Ma perché Carlos Torre ha tenuto così tanto a enfatizzare una partita che mostra una sua dolorosa sconfitta? Forse, rispondono in molti, è perché in realtà non c’è stata nessuna sconfitta e la partita è stata di sana pianta inventata da Carlos per rendere omaggio al suo maestro Adams, oppure inventata e analizzata da entrambi in occasione di una seduta di allenamento e studio. Quale la verità?

Non basta: Edwin Ziegler Adams (1885-1944, ma secondo altri si chiamava Edward Adams) non era un insegnante di scacchi, era appena un dilettante appassionato (quindi come me), ma era talmente ricco (quindi all’opposto di me) che poteva permettersi di sponsorizzare tornei, circoli e giocatori. E divenne infatti lo sponsor di Carlos, il quale gli avrebbe mostrato una grande riconoscenza. Non è un caso se, come giocatore, di Edwin Adams si conoscano appena due partite: questa che vi presento oggi ed una di nero dello stesso anno (il 1920), ancora con il medesimo avversario Torre e chiusasi con la vittoria del messicano in 21 mosse; è possibile che solo quest’ultima (una francese) sia stata giocata realmente.

E.Z.Adams – C.Torre
New Orleans 1920
(2)

Se davvero la partita è un falso, ci troviamo di fronte ad un caso eccezionale, quello di un giocatore divenuto noto esclusivamente grazie ad una sola partita vinta, partita che in realtà non avrebbe mai giocato!

Possiamo terminare la sagra di Torre con questa sua sconfitta? Vera o presunta che sia? No di certo! E allora seguiteci molto presto nella terza ed ultima puntata!


(1) nella immagine sotto il titolo: “il piccolo Carlos Torre con Edwin Adams a New Orleans”.

(2) per i commenti alla partita Adams-Torre ci siamo avvalsi delle analisi di A.Kotov in “Gioca come un grande maestro” (1978) e di quelle di C.Seneca in “Les Echecs” (1974). Entrambi gli autori, all’epoca, non avevano espresso nessun dubbio sull’autenticità della partita.

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