Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Infine, non resta che parlare di …

9 min read

(Gregorio G.)
Nota della Redazione: UnoScacchista ha lettori e collaboratori un pochino diversi da quelli di altri blog, o di FB o di Twitter, coloro cioè che per solito appongono ad un post il loro commentino sbrigativo e secco, tranchant. I nostri, se lo fanno, prendono carta e penna (o tastiera di un PC) e vi lasciano addirittura scivolare un articolo, magari un mirabile, colto e pertinente articolo, come questo che ci è arrivato da parte dell’amico Gregorio Granata in risposta a due post pubblicati a firma di Riccardo e sul medesimo oggetto (“i preti scacchisti”), in due giorni consecutivi, il 23 e 24 novembre. E così l’articolo di Gregorio assume quasi l’originale fisionomia di un colloquio amichevole con l’articolista che l’ha preceduto, aggiungendo un altro interessante capitolo a quel particolare tema trattato. Ma lasciamo a Gregorio la parola.


Carissimo Riccardo,

anche stamani mi sono affacciato nel blog scacchistico più stimolante che appare in internet. È, ormai, diventato per me un appuntamento ricorrente. Scopro, infatti, come sempre, invitanti novità.
Mi sono imbattuto, così, nella tua piacevolissima summa “I preti scacchisti fino al secolo XIX” e, oggi pomeriggio, anche nel “Un reverendo temibilissimo: John Owen”. Mi è sembrato di sfogliare un mio vecchio libro che descriveva, in perfetto ordine, la vita di tutti i papi che si sono succeduti sul soglio pontificio e hanno segnato la storia della Chiesa cattolica romana e di buona parte di quella del mondo occidentale.

Scrivi, non potendo tu fruire dello stesso millenario ordine di quella santa istituzione, proprio all’inizio del tuo primo articolo e da studioso consapevole delle difficoltà della completezza di simili indagini, “mi auguro di non aver dimenticato troppi nomi, ma di certo parecchi altri saranno esistiti, soprattutto al di fuori del nostro Paese”.
Uno di questi nomi importanti che tu ometti, forse perché buona parte dei suoi successi scacchistici si sono svolti fuori d’Italia e, forse, in quanto ritenuto erroneamente e per anni di origini spagnole, è, certamente, il presbitero misquilese Lorenzo Busnardo (1532-1598), nativo proprio di Casoni e pievano di Mussolente (frazione e comune della provincia di Vicenza in Veneto).

Piace qui ricordarlo per due motivi. Anzitutto perché, sino a qualche anno fa, era un personaggio completamente sconosciuto ai più e, persino, agli stessi storici degli scacchi e, in secondo luogo, per la bella circostanza che è stato, con nostra grande meraviglia, “riscoperto” da un appassionato ricercatore non scacchista che ha raccontato le sue mirabili gesta in un libro affascinante.
La vita dell’avventuriero e misterioso gesuita campione di scacchi prè Lorenzo Busnardo, nativo di Mussolente Casoni e uomo figlio del Rinascimento, è stata raccontata mirabilmente, dopo anni di ricerche, dal caparbio indagatore e tenace studioso Stefano Zulian in un volume edito dalla Pro Loco di quel centro, confinante con la provincia di Treviso. [1]
Della prima edizione di questo magnifico libro ho giù avuto occasione di parlarne nello Yearbook 2017 dell’ASIGC e piace, adesso ripresentarlo a te e ai lettori del blog in questa sua rinnovata veste in quanto, quasi ascoltando le attese dei lettori, i buoni libri non tramontano mai, anzi, invecchiando, migliorano come il buon vino. [2]
Per quanto “collezionista” di libri di scacchi e quindi attento alle novità, ho rintracciato per la prima volta il volume quasi per caso visitando, come mia altra abitudine, il sito della “Ken Whyld Association & Foundation” e subito attratto dalla sua bella copertina. [3]
Ė un’affascinante e avventurosa storia su una figura notevole e pressoché sconosciuta dello scacchismo italiano, vissuto nel XVI secolo e, quindi, in un periodo importantissimo, a livello mondiale, per lo sviluppo delle regole e del gioco moderno degli scacchi.

Una “scoperta” che nasce dall’incarico dato allo storico Zulian di studiare alcuni atti processuali prodotti dall’inquisizione di Belluno contro alcuni “eretici”. Una vicenda che coinvolse (e sconvolse) profondamente la comunità di Mussolente, ricadente sin dal medioevo nella diocesi di Belluno. Indagini e processi che non risparmiarono il novizio gesuita Lorenzo Busnardo quando era ancora con Sant’Ignazio e poi, una volta uscito dalla Compagnia, alla fine della sua vita pievano di Mussolente.[4]
Manoscritti che, scovati negli archivi più importanti di mezza Europa, fanno scoprire a Zulian una pagina straordinaria, e da lui poco conosciuta, della storia degli scacchi con l’incontro di due «professionisti del gioco della prima generazione»: Lorenzo Busnardo e il coetaneo Paolo Boi di Siracusa.

Sinora di Busnardo, che «vince e non perde mai se non lo vuole lui», si conoscevano le poche notizie che ne aveva date Adriano Chicco nella sua impareggiabile “Storia degli scacchi in Italia”, nella parte da lui scritta su Giulio Cesare Polerio.[5]
Poi erano comparse su alcune riviste e in anni successivi gli interessanti articoli di Gianfelice Ferlito, Antonio Rosino e dello stesso Zulian che, finalmente, mettevano in luce che il prete Busnardo, che non si curava della lettura del «breviario, ne anco à dir offitio, se nò à giocar à scacchi» e che «riusciva a far muovere i pezzi senza toccarli», e da sempre ritenuto spagnolo, aveva origini vicentine.[6]
Un libro che è stato elegantemente stampato a cura dell’ente comunale di Mussolente Casoni, da anni impegnato nella valorizzazione del suo patrimonio culturale, storico e territoriale. Un saggio che scopre, dando nuova vita a polverosi documenti, con le origini del loro pievano, la particolarità di presentarlo come uno dei primi avventurieri e professionisti di scacchi.
L’autore, come lui stesso annota nella prefazione, si è trovato «a volte in imbarazzo a rendere “meno fantasiosa” una vita che superava nella sua realtà di gran lunga un racconto inventato». Una narrazione che si svolge con l’espediente letterario della prima persona, direttamente dettata dal protagonista al «moderno» Zulian e trascritta con la sua felice penna.

Un lavoro costato tre anni di ricerche e di cui piace riportare l’incipit: «Mi chiamo Lorenzo Busnardo. Prè Lorenzo, dove quel “prè” sta per padre o prete che sono la stessa cosa. Da secoli sto lontano dal mondo e gioco. Gioco a scacchi in quella parte del Paradiso dove i grandi campioni di ogni tempo e religione s’incontrano. Perché questo io sono: un campione di scacchi. E se oggi nel vostro mondo materiale le regole sono le stesse per tutti, lo si deve a un pugno di professionisti che, in quel tempo giustamente onorate con l’appellativo di Rinascimento, per fama, per soldi ma, sopra ogni altra cosa, per un assoluto amore per questo gioco, girarono l’Europa di allora e ne scrissero i primi trattati teorici con le regole attuali».

Considero, rileggendo oggi, ancora una volta, l’affascinante racconto, assolutamente meritevoli questi lavori che salvano dall’oblio personaggi del proprio territorio e che contribuiscono a svelare episodi e pagine importanti per ricostruire una più ampia storia scacchistica italiana.
Aggiungo, come nota di colore, che negli anni scorsi, quando vivevamo felici lontano dalla pandemia, sulla “Scacchiera Gigante” di Piazza Castello a Marostica nella fastosa rievocazione storica della sfida è stata scelta una partita, che termina con un improvviso scacco matto di pedone, attribuita proprio a Lorenzo Busnardo.[7]

Concludo con un saluto, non solo a quanti collaborano per tenere “vivo” il “nostro” bellissimo “diario elettronico”, ma anche ai suoi numerosi lettori. Ciao!

Gregorio


[1] Il libro della fatica storiografica di Stefano Zulian, insegnante e ricercatore d’archivio da oltre 30 anni impegnato nella pubblicazione di volumi e saggi inerenti storie di paesi, è stato presentato, alla presenza di numeroso pubblico qualificato, il 10 settembre 2016 presso la Sala nobile della distilleria Nardini al Ponte di Bassano del Grappa. Le prime notizie della sua ricerca su questa straordinaria figura di prete avventuriero, vissuto in pieno Cinquecento, apparvero qualche tempo fa sulla rivista “L’illustre bassanese”. Una nuova e più accurata rivisitazione della prima edizione, con il diverso titolo “Pré Lorenzo Busnardo. La vita di un avventuriero campione di scacchi nel Rinascimento. Ricerca di Stefano Zulian” apparve, sempre a cura della stessa Pro Loco e stampata dall’Editrice Artistica Bassano, nell’aprile del 2018 (pp. 248, in un formato più grande, con preziose illustrazioni a colori e numerose utili appendici).

[2] Così nella mia rubrica di “Letteratura e Scacchi nel 2016” (pp. 186-189) dell’annuale Yearbook 2017” edito dall’Associazione Scacchistica Italiana Giocatori per Corrispondenza (Monteguidi, giugno 2017, pp. 354). In quella recensione mi ero lamentato che un lavoro così importante, non privo persino di qualche  errore di stampa, fosse stato privato («per motivi di risparmio sui costi di pubblicazione») dei riferimenti archivistici, delle tavole sinottiche e delle indicazioni bibliografiche e auspicavo, come poi è avvenuto, una nuova e più accurata edizione. A ogni buon conto, era stato pure annunciato che tutti gli atti pertinenti alla vita di pré Lorenzo Busnardo erano già consultabili sul sito “http://www.gensiulia.it” o richiedibili gratuitamente all’indirizzo mail “gensiuliastoria@tiscali.it”. Mi è doveroso qui apertamente ringraziare, ancora una volta, la dr.ssa Valentina Fietta, vicesindaco del comune di Mussolente, che, in un momento di riorganizzazione interna della Pro Loco, si era cortesemente attivata per mettermi in contatto con l’autore e con Luigino Giusto, Presidente del “Circolo Scacchistico Pré Lorenzo Busnardo” di Mussolente e referente del progetto, per l’urgente invio cartaceo del libro. Volume che ho ricevuto prontamente, con amabile dedica, grazie alle cortesi sensibilità di tutti loro.

[3] Il sito web è “https://www.kwabc.org/en/about-us.html”. La Ken Whyld Association è stata fondata a Brunswick nel novembre 2003 e prende il nome dallo storico degli scacchi inglese Kenneth Whyld (6 marzo 1926 – † 11 luglio 2003). L’associazione riunisce in tutto il mondo selezionati storici, collezionisti e autori di testi scacchistici e prende il nome da uno dei più grandi studiosi di storia degli scacchi, se non il più grande in assoluto, degli ultimi venti anni. La copertina del libro riproduce un particolare del bel dipinto del pittore rinascimentale veneziano Paris Bordon, “Due giocatori di scacchi” (con scacchiera non correttamente disposta), custodito presso la Gemäldegalerie di Berlino. Curiosamente è la stessa copertina, con un particolare ancora più ampio, utilizzata in un libro assai affascinante sulla storia degli scacchi scritto da David Shenk “Il gioco immortale”(Oscar Mondadori, 2008, pp. 348).

[4] Al riguardo si legge con interesse dello stesso autore “I processi inquisitoriali di pré Lorenzo Busnardo 1589-1582 e 1586-1588”, Gens Iulia, 2017 (senza indicazioni di pagina) e il sorprendente saggio “Vivere a Mussolente a fine secolo XVI. Testimonianze dai processi dell’Inquisizione”, Gens Iulia, 2013, pp. 144.

[5] “Storia degli scacchi in Italia”, opera postuma e completata da Antonio Rosino, Marsilio Editori, 1990, Parte seconda, XI: “Il Rinascimento”, pp. 102-108 e dove, a pagina 106, ricorda che nei manoscritti dell’Abruzzese, si parla di «Gambito contra una defensione che faceva Busnardo con me».

[6] Si tratta di “Busnardo, italiano ritrovato” di Stefano Zulian e “Il primo maestro del Veneto” di Antonio Rosino (“Torre & Cavallo. Scacco!”, Anno XIV, fascicolo N. 3, marzo 2013, pp. 31-35). Di Zulian era apparso un ampio saggio, con numerose illustrazioni, con il titolo “Pré Lorenzo Busnardo. Una vita dedicata agli scacchi” nel fascicolo N. 147 del Bimestrale Monografico di Cultura “L’Illustre bassanese” (Editrice Artistica Bassano del Grappa, gennaio 2014, pp. 7-22). Un interessante articolo di Gianfelice Ferlito, “Un tormentato percorso verso la verità”, fa il punto sul manoscritto “L’eleganzia, sottilità, verità della virtuosissima professione dei scacchi” ed è apparso su “L’Italia Scacchistica” (fascicolo N. 1188, Ott.-Nov. 2006, pp. 370-376). Sembra utile non dimenticare, doverosamente, i contributi, oltre di Adriano Chicco, Alessandro Sanvito e Diego D’Elia, dell’illustre letterato ed esperto della cultura italiana del Cinquecento Prof. Giovanni Baffioni che ha voluto dedicare ai manoscritti e alla figura del Polerio gli ultimi anni della sua vita, scoprendo e affascinandosi anche del “nostro gioco” con il suo eccezionale lavoro “Giulio Cesare Polerio Lancianese Maestro di Scacchi (XVI-XVII)”, 1993, pp. 228 + 29 tavole e “Lectura Polerii”, s. d. (ma 1995), pp. 56 (curato dalla Regione Abruzzo, Centro Servizi Culturali, Lanciano, CH).

[7] Ecco la leggendaria partita giocata contro un dilettante e messa in scena nei giorni 9-11 settembre 2016 a Marostica con 600 figuranti (sic!) in costume: 1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Ac4 Ac5 4.c3 De7 5.0-0 d6 6.d4 Ab6 7.Ag5 f6 8.Ah4 g5 9.Cxg5 fxg5 10.Dh5+ Rd7 11.Axg5 Dg7 12.Ae6+ Rxe6 13.De8+ Cge7 14.d5# 1-0. Forse è l’unica partita completa che si conosce sino a questo momento e attribuita a Busnardo, tratta dalla “Oxford Encyclopedia of Chess Games”, ed è stata pubblicata e commentata da Antonio Rosino nell’articolo sopra citato. Si soggiunge che la stessa partita, come ha puntualizzato Zulian, è riportata dal filosofo francese Jean-Jaques Rousseau ne “Les Confessions” come spacciata per sua e giocata nel 1759 contro Luigi Francesco di Borbone, principe di Conti. Al momento del congedo il filosofo e scrittore svizzero si rivolse al perdente, in tono rispettoso ma serio: «Monsignore, rispetto troppo Vostra Altezza serenissima per non batterla a scacchi», così nel bel lavoro del caro amico recentemente scomparso Carmelo CocoCitazioni scacchistiche”. Un progetto che intende raggruppare l’enorme mole di citazioni, pensieri, considerazioni, dialoghi, momenti narrativi a soggetto scacchistico della letteratura italiana e straniera (http://www.cci-italia.it/cit/indcit.htm e, ormai, purtroppo, sparito anche da internet).

About Author

1 thought on “Infine, non resta che parlare di …

  1. Contributo molto interessante e pregevole per la sua rarità, in un settore scacchistico di nicchia.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri di più da Uno Scacchista

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading