Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Beniamino Vergani, un campione da conoscere (parte 1)

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(Adolivio Capece)
Non fosse stato per la sconfitta ‘per telefonino’ del quattordicenne trevigiano Lorenzo Candian con Nigel Short, forse il torneo di Cattolica giocato nei primi giorni di gennaio di quest’anno sarebbe stato archiviato senza infamia e senza lode come avviene per tanti altri.
Invece la particolare conclusione della partita ha suscitato l’interesse di giornali (locali e nazionali) e televisioni, come di rado accade per gli scacchi, ma spesso con articoli che definire fantasiosi è un complimento.
A parte questo, anche l’intestazione del torneo, Vergani Cup, ha suscitato qualche curiosità: e allora, parafrasando Manzoni, chiediamoci: “Vergani? Chi era costui?”

Vergani, ovvero Beniamino Vergani (Montebelluna 22.6.1863 -15.7.1927) non è forse noto nel mondo moderno degli scacchi come meriterebbe: e invece va conosciuto e ricordato se non altro perché nel 1895 andò con molto coraggio a giocare il fortissimo torneo di Hastings – da oltre 30 anni un italiano non giocava un forte torneo all’estero (l’ultimo era stato Serafino Dubois) – definito ‘torneo mondiale’, e pur disputando molte buone partite (battè Schlechter e Gunsberg, pattò con Albin e Marco) arrivò ultimo; come vedremo la sua partecipazione suscitò polemiche, rientrate – ma solo in parte – quando si seppe che era andato a sue spese.

E ancora vedremo che Vergani era conosciuto all’epoca per aver giocato nel 1891 a Treviso una simultanea alla cieca contro 7 avversari, cosa che destò sensazione.
Nel 1892 arrivò secondo nel torneo nazionale di Torino. Giocò poi i tornei di Roma 1900, con un positivo piazzamento, e Venezia 1901.
Va ricordato poi che dal 1890 tenne una rubrica molto seguita su ‘Lo Sport Illustrato’ (settimanale a diffusione nazionale, con redazioni a Milano e Roma, che si occupava di “Caccia, Ippica, Scherma, Scacchi, ecc..” come recitava la testata), condotta con competenza e perizia giornalistica fino al 1897, quando la rivista chiuse i battenti.
Queste le cose essenziali. Ora vediamo di approfondire.


VERGANI PRIVATO

Poco si sa della vita privata di Beniamino Vergani.
Nato a Montebelluna, ebbe come suo iniziatore agli scacchi l’ing. G.B. Dall’Armi, forte dilettante e stimato professionista montebellunese. Poco più che ventenne, Beniamino Vergani decise finalmente di cimentarsi a livello agonistico partecipando a tornei locali e provinciali, in cui fu spesso vittorioso. Si dedicò anche al gioco per corrispondenza a livello nazionale, alla composizione di problemi soprattutto in 2 e 3 mosse e infine fu protagonista di memorabili simultanee alla cieca che teneva sia al Circolo di Montebelluna sia al Circolo di Treviso (di quest’ultimo, nel gennaio 1890, divenne il principale animatore).

Il libro del torneo di Hastings lo descrive così: “Era snello di aspetto e zoppo, ma sempre con un sorriso.
Sappiamo che aveva dei fratelli perché con essi condivise la redditizia attività commerciale di ‘Sellai e tappezzieri’, sembra poi estesa al commercio di mobili. Va ricordato che Montebelluna, cittadina della provincia di Treviso, registrava in quegli anni un intenso transito di carrozze, carri e cavalli, anche grazie ad un’altra attività manifatturiera, quella della calzatura, che, seppur presente sin dal Medioevo, si affermò in modo deciso proprio nella seconda metà dell’Ottocento (dai dieci calzolai del 1808 si passò ai 55 del 1873 per arrivare ai 200 di inizio Novecento). Capiremo tra poco perché ci interessa anche il settore calzaturiero.

L’attività commerciale dei Vergani rese Beniamino benestante, se non ricco, e gli permise di dedicare buona parte del suo tempo al gioco degli scacchi. Non sembra si sia mai sposato, né che abbia avuto figli, ma insegnò a giocare al nipote (figlio di un fratello) Achille, che divenne suo abituale avversario e al quale trasmise la sua ‘passione’ per le partite alla cieca.

A proposito di questo nipote vale la pena di segnalare una ‘notizia’ apparsa sulla “Nuova Rivista” del 1885 sotto il titolo “Gli scacchi a Montebelluna” in cui Fermo Zannoni, parla di “un giovane calzolaio”, con il quale ebbe occasione di giocare, che gli parve dotato di un ingegno scacchistico non comune e che per la sua singolare attitudine di giocare alla cieca destava in tutti una grande curiosità: quel giovane si chiamava Vergani.
Ricordiamo che Fermo Zannoni (1862-1896) medico della Regia Marina, fu un ottimo giocatore: secondo a Milano 1881, vinse Venezia 1883 e Roma 1886. Poi gli imbarchi lo portarono lontano, tanto che morì a Rio de Janeiro per una pestilenza.
Verrebbe da pensare che Zannoni alludesse a Beniamino, ma quel ‘giovane calzolaio’ non era Beniamino. Si trattava invece del nipote Achille, che grazie a questa attività (come abbiamo visto allora primaria a Montebelluna) divenne poi a sua volta facoltoso commerciante.

Conosciamo queste notizie su Beniamino e su Achille grazie alle testimonianze, pubblicate in vari articoli su L’Italia Scacchistica, di Achille ‘Nino’ Martini (1931-2008), fondatore e animatore del circolo scacchistico di Montebelluna e di cui Achille Vergani era nonno materno.
A proposito di Achille Vergani, su ‘Lo Sport Illustrato’ Beniamino Vergani riporta la parte conclusiva di una sua partita con il nipote.

A.Vergani – B. Vergani
(giocata a Montebelluna il 10 giugno 1895)


VERGANI PROBLEMISTA

Ora, prima di parlare delle simultanee alla cieca, occupiamoci di Vergani come problemista.

Molti i suoi ‘due’ e ‘tre mosse’ pubblicati sulla Nuova Rivista degli Scacchi, ma ne vedremo solo due, iniziando dal ‘tre mosse’ che nel 1890 ottenne una menzione nel quinto concorso indetto proprio dalla Nuova Rivista.

Vergani 1890 ‘menzione onorevole’

Il Bianco muove e vince


Poi vediamo una graziosa ‘bizzarria’ ancora del 1890 e ancora pubblicata sulla Nuova Rivista degli Scacchi.

Vergani 1890 ‘bizzarria’

Il Bianco ritira l’ultima mossa e matta in 2

(le due soluzioni sono in fondo al presente articolo)


VERGANI GIOCATORE ALLA CIECA

E ora parliamo di Vergani giocatore alla cieca, specialità che lo rese noto in molte regioni d’ Italia, soprattutto del nord, e anche all’estero. La sua prima partita in simultanea alla cieca di cui abbiamo notizia fu giocata a Montebelluna nel 1890. Vergani giocava contemporaneamente contro 4 avversari. Vediamo la partita, pubblicata sulla ‘Nuova Rivista degli Scacchi’ (ma che non sembra reperibile nei moderni database).

Vergani – NN
(Montebelluna 1890)

Ma l’esibizione che lo ha reso famoso fu la simultanea alla cieca su 7 scacchiere tenuta al Caffè Roma di Treviso, vincendo tutte le partite, nel febbraio 1891.  Non si conoscono le mosse delle partite di questa esibizione.

Leggiamo la notizia pubblicata da ‘La Gazzetta di Treviso’, febbraio 1891.

“Il signor Beniamino Vergani ha tenuto al Caffè Roma di Treviso una accademia di 7 partite giocate simultaneamente senza vedere la scacchiera e vincendole tutte. La prodigiosa memoria e la lucidità di mente dimostrata in questa occasione dal signor Vergani destarono tra i numerosi spettatori il più vivo interesse e la più grande ammirazione. E lo stupore degli astanti raggiunse per così dire l’apogeo quando il Vergani rifece tutte le mosse di una partita per dimostrare al suo avversario gli errori commessi durante il gioco.

Noi crediamo che il signor Vergani sia il primo italiano che abbia giocato simultaneamente sette partite e lo segnaliamo alla ammirazione degli scacchisti.”

La prestazione di Vergani, con le sue 7 partite giocate simultaneamente alla cieca, fu da allora considerata record italiano. Ma lo fu davvero?

In realtà sembra di no, visto che proprio su la Nuova Rivista degli Scacchi (sett-ott 1889) si legge che nel luglio 1889 Fermo Zannoni di passaggio a Napoli giocò presso il locale circolo scacchistico “contro otto persone simultaneamente alla cieca ed in maggioranza ha vinto le partite e poche pattate”.
Notizia che la Nuova Rivista trasse da ‘Arte Sebezia’ (un quindicinale che trattava di letteratura e arte) che all’epoca ospitava anche una rubrica scacchistica curata dal segretario del circolo scacchistico napoletano Cesare Trudi.
Comunque sia l’esibizione di Zannoni non ottenne particolare risonanza, a differenza di quanto accadde poi per Vergani.

Non ho trovato notizie di altre esibizioni in simultanea alla cieca su più di 7/8 scacchiere effettuate da giocatori italiani, fino a quando il record è stato migliorato solo dopo quasi un secolo, il 24 dicembre 1987, dal maestro siciliano Riccardo Gueci, che ha giocato una simultanea alla cieca contro 10 avversari (di categoria prima sociale e terza nazionale) in 5 ore e 40 minuti.


VERGANI GIOCATORE DI TORNEO

 La prima esperienza di torneo di Vergani è del 1892, quando giocò il torneo nazionale di Torino.
Stralciamo da la ‘Gazzetta Piemontese’ del 26 aprile 1892:

Il torneo fu aperto oggi alle 2 nelle sale del Circolo Indipendente in piazza Statuto 17. Molti gli intervenuti e tra essi il signor Vergani di Montebelluna, il celebre scacchista che gioca fino a 7 partite alla cieca con meravigliosi risultati.”

Purtroppo il torneo non ebbe un grande successo di partecipazione. Avevano annunciato la presenza giocatori da Milano, Modena, Alessandria, Genova, Spezia, Livorno, ma alla fine l’unico proveniente da fuori fu Vergani, così giocarono solo in 6, cinque di Torino.
Venne disputato un girone doppio, con partite di andata e ritorno; del torneo si sa solo l’ordine di classifica finale, senza però che siano stati resi noti i punti di ciascun giocatore:

  1. Vittorio Torre
  2. Beniamino Vergani
  3. Giorgio D’Orfengo
  4. Celestino Sachero
  5. Gustavo D’Ormea
  6. Paolo Crotti

Di Vittorio Torre, torinese, di professione insegnante, si sa ben poco; non è noto l’anno di nascita ma solo la data di morte, 16 gennaio 1921. Si sa che nel 1900 ultimò una sfida per corrispondenza col palermitano Francesco Abbadessa, che vinse per 2 a 0 giocando entrambe le partite con il Nero; che il 28 novembre 1909 vinse una partita in una simultanea su 20 scacchiere tenuta a Trieste da Oldrich Duras e nel 1910 fece patta sempre a Trieste in una simultanea su 19 scacchiere tenuta da Carl Schlechter. Sembra poi che sia stato un buon problemista.
En passant, ricordiamo che quello di Torino fu considerato ‘sesto torneo nazionale’ e che nel corso del concomitante Congresso furono gettate per la prima volta le basi per la costituzione di una Federazione nazionale: fu fondata la Associazione Scacchistica Italiana (ASI), che durò un anno.
Sulla “Nuova rivista” furono pubblicate le due partite del torneo di Torino giocate tra Vergani e Torre, entrambe finite in parità. Notiamo che queste due partite, così come la successiva ‘alla cieca’, non sembra siano reperibili nei moderni database.

Vergani – Torre
(27 aprile 1892, dalle 14.30 alle 17)


Torre – Vergani
(6 maggio 1892, dalle 14.40 alle 17 circa)


Torniamo a ‘La Gazzetta Letteraria’ che il 14 maggio scrisse:

Il primo turno cominciò il 26 aprile e terminò il 2 maggio, e il secondo, cominciato il 3 maggio, terminò il 7 detto. Ogni giocatore aveva una pendola apposita per segnare il tempo impiegato in ogni partita: questi orologi a polvere furono adoperati nelle prime partite, ma in seguito i giocatori di comune accordo vi rinunziarono.”

E poi:

Terminate le partite del torneo, il sig. Vergani diede una piccola accademia di cinque partite giocate contemporaneamente alla cieca. Esso ne vinse tre, impattò la quarta e la quinta fu dovuta abbandonare per errori incorsi nell’annunziare le mosse. Fu questa una bella serata che si prolungò fino alle 2.30 del mattino e nella quale il signor Vergani diede prova della sua speciale abilità scacchistica lottando bravamente senza vedere la scacchiera contro cinque avversari assai agguerriti.”

Di questa piccola esibizione, iniziata alle 21.30 e durata fino alle 2.30, è stata riportata solo la partita terminata patta, ovvero quella tra Vergani e Torre, conclusa alle 22.55.

Torre – Vergani
(Torino 1892)

La cronaca de ‘La Gazzetta Letteraria’ terminò così:

Il banchetto conclusivo, con una trentina di commensali, riuscì animatissimo. Niente discorsi, ma brindisi allegri e versi succosi. Allo champagne il prof. Torre bevve al suo fortissimo competitore conte Vergani di Montebelluna. Il Vergani ebbe cordiali parole di ringraziamento verso il Circolo scacchistico, verso il suo competitore prof. Torre, verso la Stampa, verso l’ospitale Torino, che ricorderà sempre con affetto.”

Notare che in questa cronaca Vergani è definito ‘conte’, cosa che non era, ma il titolo nobiliare gli fu forse attribuito dall’articolista perché benestante.


Soluzione ‘menzione onorevole’:

1.Axe5! Se 1… Tb8+ 2.Axb8+, ecc.  Se 1… h1=D 2.Ah2+, ecc.

Soluzione ‘bizzarria’:

il Bianco ritira 1.d7xe8=D,  e gioca 1.d7xe8=C+, con il seguito  1… Rc5 2. Cd7 matto, oppure 1… Re6 2.Ad5 matto.


(segue domani parte 2)

 

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