Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Karpov è a caccia di nuovi successi

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(Riccardo M.)
Anatoly Karpov non molla ed è a caccia di nuovi successi. Ma i nuovi successi Karpov li cerca di questi tempi fuori dalla scacchiera a 64 caselle, li cerca su di un altro scacchiere, quello politico, dove a fargli da sponsor (ricambiato) pare possa essere un suo amico più giovane, Sergej Karjakin.

In un mio precedente articolo avevo accennato ad alcune aspre, ma probabilmente ben meditate, dichiarazioni dell’ex vice-campione mondiale Karjakin. Trascrivo due capoversi di quel post pubblicato lo scorso 8 di luglio:

Karjakin ricorda come quella nota lettera contro la cosiddetta “operazione speciale“, lettera che ha consentito a Jan Nepomniachtchi la partecipazione al Torneo dei Candidati, è stata firmata non soltanto da giocatori (Nepomniachtchi, Kosteniuk, Svidler, Esipenko, Alekseenko, Khalifman, Dubov, “che non hanno mai nascosto le loro idee anti-russe“), ma anche da funzionari della Federscacchi russa (Barsky, Kublashvili, Sidorchuk, Kryavkin e dal capo redattore della rivista “64” Maxim Notkin) e soprattutto dal direttore esecutivo della FSR Mark Glukhovsky che ne è stato l’ispiratore e che in pratica non lavora a Mosca ma in Israele. Una stoccata va anche al presidente della FSR Andrey Filatov, benché non abbia firmato la lettera, della quale “probabilmente non sapeva neppure l’esistenza prima della pubblicazione“, cosa che tuttavia “non lo solleva da responsabilità nella selezione del personale della Federazione“.

Insomma, la Federazione russa sarebbe in realtà, dice esplicitamente Karjakin, controllata da Israele! Più che sassolini, si tratta di vere e proprie bordate, l’ultima delle quali è riservata a Jan Nepomniachtchi, il quale, se voleva essere davvero coerente con i suoi principi, secondo Karjakin avrebbe dovuto “restituire i soldi avuti da alcune società russe, comprese quelle che sono cadute sotto le sanzioni occidentali, soldi a lui assegnati per prepararsi in occasione del match con Carlsen“.


Successivamente (11 luglio, cfr. post di A.Nasonov su championat.com e post di Jan Melnik su sports.ru) Karjakin, mai così tanto loquace come in queste ultime settimane, ha aggiunto:

“… molti mi hanno chiesto se ho intenzione di presentare la mia candidatura per l’elezione del nuovo presidente della Federazione. No, io sono ancora un atleta attivo e sono sicuro che nel ruolo di giocatore porterò più benefici al mio paese! Al momento non ho altre ambizioni, né ho così tanto tempo libero per sostenere anche il lavoro in Federazione.

Dopo molte riflessioni, ho trovato quello che penso sia il candidato ideale per la carica di capo della federazione scacchistica russa. Questo è Anatoly Evgenievich Karpov! Anatoly Evgenievich, spero che tu sia d’accordo con la mia proposta della tua candidatura! (così ha scritto Karyakin nel suo canale Telegram).

Karpov: leggenda dello sport mondiale, pluricampione mondiale di scacchi, plurivincitore di Olimpiadi di scacchi, campionati mondiali ed europei a squadre. Più di una generazione di giocatori di scacchi è cresciuta con lui. Più di 2.000 scuole di scacchi in tutto il mondo portano il suo nome. Si può parlare all’infinito dei meriti sportivi di Karpov! Inoltre, Anatoly ha una grande esperienza manageriale: attuale deputato della Duma di Stato, per 40 anni ha guidato l’Associazione Internazionale delle Fondazioni di Pace, è il presidente del comitato organizzatore delle Olimpiadi mondiali di scacchi per bambini, ambasciatore dell’UNICEF …

Anatoly Evgenievich è noto per la sua posizione patriottica ed è un’autorità per tutti i giocatori di scacchi. Sono assolutamente convinto che possa diventare una figura unificante, in grado di mettere ordine nella Federazione russa…”

… E Karpov? Karpov aveva preso la palla al balzo (o “il pedone al passo”, come preferite) subito dopo le prime dichiarazioni di Karjakin. In sintesi già l’8 luglio (fonte Lina Lotsik su sports.ru) conoscevamo il pensiero di Karpov: “… tutto ciò che ha detto Karyakin è vero. Non c’è altro da aggiungere, è proprio così. Il fatto che la Federazione pensi ad una lettera contro ‘l’operazione speciale’, la prepari e il direttore la firmi, e poi costui, (il regista dell’iniziativa, Glukhovsky), spaventato, fugga in Israele, spiega tutto. Ogni Grande Maestro, se ha un’opinione e la vuole esprimere, può farlo. Ma la Federazione non dovrebbe organizzare queste cose. È semplicemente mostruoso“, ha detto Karpov.

Insomma, via libera per la candidatura di Karpov a sostituire il criticatissimo Filatov? E’ probabile, sì, anche se alcune voci a Mosca sono più prudenti. Fra queste ultime quella del GM Sergey Shipov, per il quale (in sintesi) “Ora è assolutamente inappropriato e prematuro organizzare battaglie interne. Si possono capire i sentimenti di Karjakin, che è stato squalificato e privato del meritato Torneo dei Candidati, come fosse un parafulmine a livello internazionale. Tutte le attenzioni si riversano adesso su Jan Nepomniachtchi, e a Karjakin ciò può non piacere. Ma tutto, ripeto, è prematuro”.

Fra i tanti commenti al post di sports.ru, cito quello di un tal Vanek: “Karpov sa di cosa sta parlando. E’ un esperto opportunista, dal vecchio temperamento sovietico”, e quello a firma di Ivan Balashov: “In che strano mondo viviamo: una lettera contro la guerra e i massacri è considerata qualcosa di mostruoso”. E infine Alexander Lyakhov: “Ah, sì? Ognuno può dire ciò che pensa? Proprio oggi l’assessore municipale Gorinov, che ha dichiarato la sua opposizione, è stato condannato a 7 anni, quasi quanto per un omicidio”. Alcuni commenti sono invece nettamente pro-Karpov.

Staremo a vedere. Karpov sa bene, da campione di scacchi qual è stato, che basta una partita sbagliata o una mossa sbagliata di una partita, a vanificare certe ambizioni. Ciò gli accadde non raramente in torneo, ad esempio quando giunse secondo ad Haninge nel 1990 a causa di una sconfitta subita per opera di un sorprendente Yasser Seirawan, che vinse quel torneo imbattuto.

E la stessa cosa gli era accaduta pure a Linares 1989, quando a precederlo in vetta di mezzo punto fu il connazionale Vassily Ivanchuk, il quale approfittò della battuta di arresto di Karpov contro l’inglese Nigel Short.

Vediamo questa partita con alcuni brevi commenti (dell’epoca) di Reinhart Fuchs (da Schach, 5/1989).

Nigel Short – Anatoly Karpov,
Linares 19.2.1989


Questa partita di Karpov, che non pare affatto uscita dalla mano di un campione, fu giocata al primo turno del torneo spagnolo. Lì iniziò la fuga di Ivanchuk e l’inseguimento di Karpov, che non fu coronato da successo. Ha più probabilità di successo, a mio parere (a Mosca restando così le cose), l’appena iniziato inseguimento, da parte del 12° campione del mondo di scacchi, alla presidenza della FSR, la Federazione scacchistica russa.

 

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2 thoughts on “Karpov è a caccia di nuovi successi

  1. Uno che ha girato e conosciuto il mondo come karpov come fa a rimanere blindato dentro una visione filorussa? (Tutto l’opposto di kasparov) succederà come la macchia nazista su alekine a rovinare la leggenda di karpov scacchista. Forse è già rovinata

  2. L’endorsement di Karjakin (messo a riposo dalla commissione etica della FIDE per la durezza dei suoi scritti sulla guerra in Ucraina) verso Karpov, membro della Duma che ha votato all’unanimità la legge che vieta di parlare della cosiddetta “operazione speciale” in Ucraina, con pena detentiva fino a 15 anni, la dice lunga sulle qualità morali dell’ex campione del mondo.

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