La moglie di Reti
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Torneo di Bladel 1969
Da destra: K.Opočenský, H. Müller, M.Euwe, S. Flohr, Rogneda Gorodetskaya (61 anni)
Fonte: diario Facebook del GM Rashit Ziatdinov
(Mario Spadaro)
Anche i grandi campioni di scacchi hanno un cuore, che a volte batte più velocemente a causa di una donna e non per una partita che hanno vinto brillantemente contro un forte avversario.
Richard Reti (Pezinok, Slovacchia 28 maggio 1889 – Praga, Repubblica Ceca 6 giugno 1929) è stato uno dei più grandi giocatori di scacchi del passato, nonché un teorico lungimirante ed innovativo della strategia del gioco.
In quel periodo vigevano gli insegnamenti dogmatici di Tarrasch, che erano basati sull’occupazione del centro con catene di pedoni; la novità introdotta da Reti invece fu il controllo del centro con i pezzi mediante il fianchetto (in alcune varianti anche doppio).
Ideò un’apertura che porta il suo nome, con la quale nel torneo di New York del 1924 vinse contro l’allora campione del mondo Jose Raul Capablanca.
La partita fece molto scalpore perché interruppe l’invincibilità di Capablanca, il quale non perdeva una partita da otto anni e diede notorietà ai concetti di Reti (la precedente sconfitta di Capablanca fu opera di Oscar Chajes ed avvenne nel Rice Memorial di New York del 1916).

Reti, oltre che giocatore (anche in simultanee alla cieca), scrittore di libri e di articoli, teorico, fu pure uno dei più grandi compositori di studi sui finali, specialmente quelli di pedoni.
Questo uno dei tanti che creò:
Richard Réti
Ostruaer Morgenzeitung, 1921 – il Bianco muove e patta
La straordinaria manovra inventata da Reti ha la seguente soluzione:
Per descrivere l’impatto di Reti sul gioco degli scacchi non basterebbe un articolo dedicato e forse neanche un libro, quindi sono costretto a sorvolare all’anno in cui conobbe quella che sarebbe diventata sua moglie.
Durante il torneo di Mosca del 1925, Reti incontrò il famoso poeta russo Sergej Gorodestsky, uno dei fondatori della Corporazione dei poeti pre-rivoluzionaria, e la sua bellissima moglie Anna Alexandrovna Gorodetskaya (attrice e poetessa) altrettanto famosa.
Con loro vi era pure Rogneda Gorodetskaya (chiamata familiarmente Naja), la figlia della coppia, una splendida ragazza di appena 17 anni (era nata nel 1908) e Reti ne rimase folgorato.
Fu amore a prima vista per entrambi, ma i genitori si opposero alla loro relazione (non se ne conoscono i motivi, forse perché Reti era ebreo, oppure perché non aveva una rendita di denaro costante tale da mantenere il tenore agiato di vita a cui era abituata la figlia, o perché tra i due vi era una differenza di età di quasi venti anni), e poiché la ragazza era minorenne non le diedero il consenso di sposarsi.
Reti non rinunciò all’amore della sua vita e l’anno successivo, quando Rogneda era divenuta maggiorenne, ritornò a Mosca per sposarla; il matrimonio fu celebrato il 28 maggio del 1926, giorno in cui lo sposo compiva 37 anni.
Il 6 di giugno partirono per la luna di miele e subito dopo Reti partecipò al torneo di Budapest, in cui finì al 7° posto (questo fu il forte torneo internazionale vinto dal nostro Mario Monticelli alla pari con Ernest Grünfeld).
Rogneda seguì il suo Richard anche al torneo di Londra del 1927, nonché a tutti gli altri eventi scacchistici a cui il marito prese parte viaggiando molto in Europa, ma la loro felice vita coniugale durò soltanto tre anni (durante i quali non ebbero figli).
Nel mese di gennaio del 1929, dopo un faticoso viaggio attraverso la Svezia e la Norvegia, Reti decise di ritornare a casa per terminare di scrivere un suo libro che sarebbe stato pubblicato prossimamente.
Una notte si svegliò bagnato di sudore, con brividi e mal di gola, nonché con nausea e vomito; le caratteristiche macchie vermiglie della scarlattina comparvero in tutto il suo corpo due giorni dopo.
Il quadro clinico fu ulteriormente complicato da un’infezione generalizzata, per cui alla fine di maggio del 1929 fu ricoverato nell’ospedale di Praga, dove compì il suo 40° compleanno.
Il suo stato fisico peggiorò irreversibilmente e morì il 6 di giugno del 1929; le sue ceneri vennero sepolte nella tomba del padre, il dott. Samuel Reti, nella parte ebraica del Zentralfriedhof di Vienna in Austria (Sezione T1, Gruppo 51, Riga 5, Grave 34).
Tomba di Richard Reti, Zentralfriedhof – Vienna
(https://www.kwabc.org/en/reti-richard.html)
Sua moglie che non ha mai saputo come lui avesse contratto la scarlattina e che aveva amorevolmente assistito Richard per tutto il tempo della malattia rimase fortemente provata.
Rogneda mantenne amicizie con la comunità degli scacchi per decenni e fu presente a tutti i tornei organizzati in memoria del grande Richard Reti.
Poi, forse nel tentativo di rifarsi una vita, si sposò di nuovo con il compositore russo Yuri Biryukov, dal quale ebbe una figlia (Biryukova Natalya Yuryevna), ma divorziò un anno dopo.
Scrisse un piccolo libro di ricordi «L’amore e il tempo divorano uomini e donne allo stesso modo», in cui dichiarava il suo amore eterno per Reti.
Rogneda continuò sempre a non allentare i contatti con giocatori di scacchi, studenti, colleghi e ammiratori dell’eccezionale talento del suo defunto marito.
Tra l’altro lei conservò diverse lettere molto cordiali dell’ex campione del mondo, presidente della Federazione internazionale degli scacchi, il dottor Max Euwe.
Ho trovato un sito russo di vendita all’asta di libri rari, manoscritti, autografi, fotografie e manifesti, nel quale erano messe in vendita al miglior offerente 10 lettere di Max Euwe indirizzate alla vedova di Richard Reti.
L’asta era stata conclusa (l’8 ottobre del 2015) ma oltre ad alcune foto (che in parte già avevo acquisito da altri siti), erano rimaste ben in vista una lettera dattiloscritta in lingua francese del 7 gennaio 1969 che io ho scaricato, ma che ovviamente non posso pubblicare, ed una busta.
Tra le diverse notizie di cui Euwe informava Rogneda, annunciava il suo probabile arrivo a Mosca intorno al prossimo 10 aprile, per effettuare l’apertura del match Petrosjan-Spasski.
Inoltre le comunicava che stavano preparando per giugno o luglio in Olanda, un “Memoriale Reti” [per i 40 anni dalla morte del maestro], e se la Federazione [Olandese] avesse avuto successo nel concretizzare l’evento, avrebbero tutti apprezzato la sua presenza durante i giorni del torneo.
Nel sito come detto, vi era pure in mostra la busta che conteneva la lettera, con l’indirizzo del mittente timbrato sul fronte (lateralmente a sinistra) e l’indirizzo di Rogneda dattiloscritto al centro.
Come preannunciato, nella città olandese di Bladel, nel luglio 1969, si tenne un torneo con 4 giocatori in memoria di Richard Réti, con i veterani Max Euwe (Paesi Bassi), Salo Flohr (URSS), Karel Opočensk ý (Cecoslovacchia) e Hans Müller (Austria).

Da sinistra: seduti, M.Euwe, K.Opočenský, in piedi Rogneda Gorodetskaya (che fa la prima mossa), H. Müller, S. Flohr
CHESS , settembre 1969, pag. 14 (Fonte ChessHistory.com)
Sulla rivista CHESS veniva riportato: «Come ulteriore gesto, è stata invitata da Mosca anche la vedova di Réti. Ha assistito ad ogni round e ha guardato tutte le partite con grande interesse».
Negli anni a seguire Rogneda condusse una vita schiva e riservata, ed alcuni siti web russi citano che era ancora viva nel 1987 a Mosca.
Tanto breve fu la vita di Richard, quanto lunga fu la vita di Rogneda, che morì nel 1999 all’età di 91 anni.
APPENDICE
Il motivo che mi ha spinto a creare questa appendice è dovuto al fatto che un periodo giovanile di Rogneda ed anche la sua stessa immagine, sono visti in maniera diversa da due scuole di pensiero.
Per quella russa (libro di Anatoly Matsukevich’s “Рихард Рети” [“Richard Reti”] (2005), e molti siti web russi riguardanti Richard Reti, sua moglie Rogneda Gorodetskaya ed i suoi suoceri il poeta russo Sergej Gorodestsky ed Anna Alexandrovna Gorodetskaya, attrice e poetessa, la verità è la seguente:

(Fonte quienesjugaronajedrez – link)
Per reagire alla sciagura accaduta [la morte del marito], col nome d’arte di Naja Reti iniziò a fare l’attrice cinematografica di film muti, interpretando tra la seconda metà del 1929 ed il 1930 figure importanti anche se non da protagonista, in tre pellicole significative per il cinema ceco e precisamente:
– The Jungle of the Big City (Džungle velkoměsta) nel ruolo della moglie di Karel Hobza

– Mountains Cry SOS (Horské volání SOS) nella parte dell’amica di Nelly

– San Venceslao (Svatý Václav) in cui impersonava Přibyslava, sorella di San Venceslao.




Per la versione ceca (libro di Jan Kalendovský “Richard Réti Šachový Myslitel” (1989), invece la verità è la seguente (ribadita su Facebook da Jan Kalendovský):

(Fonte diario Facebook di Jan Kalendovský)
«Questa era la vera moglie di Richard Réti (foto del torneo di Trenčanské Teplice 1928). Non un’attrice francese, che recitò in 3 film cecoslovacchi nel 1929 sotto il nome di Naja Réti. Come sostengono alcuni esperti, che sono stati fuorviati dai nomi, non dal vero aspetto… ».
Quid est veritas? («Che cos’è la verità?», Giovanni 18,38).
Queste sono le due versioni ed ognuno, in mancanza di prove inoppugnabili, è libero di ritenere autentica sia l’una che l’altra.
Rispetto l’autorevole parere del Prof. Kalendovský, tuttavia se vi sono solamente questi elementi di giudizio, mi permetto di esprimere anche la mia modesta opinione.
Intanto pubblico la foto ricordo per intero del torneo di Trenčanské Teplice del 1928 (purtroppo di pessima qualità), nel quale Reti è tra due donne (solo perché è seduta accanto a lui non è detto che sia sua moglie).

La didascalia sotto la foto indica i nomi di tutti i componenti seduti, omettendo quelli delle due donne. Da sinistra: dr.Zobel, Honlinger, sconosciuta, Reti, sconosciuta, Samisch, Spielman, il vincitore del torneo Kostic, Hromadka
Se i nomi delle due donne fossero stati noti, non vi era alcun motivo per non inserirli, a maggior ragione se una delle due fosse stata la moglie di Reti.
Il Dr. Zdenek Zavodny, Maestro Fide, compositore di studi, autore e scrittore di letteratura scacchistica, storico degli scacchi, anche lui cecoslovacco come Jan Kalendovský (e credo anche suo amico), nella rubrica web di cui al seguente link https://www.nss.cz/historie/historie-po-kapkach/71-richard-reti-mezi-mladymi-damami, a proposito di questa foto scrive al N. (71) Richard Réti mezi mladými dámami [Richard Réti tra le signorine].
Anche lui nel caso in cui la donna fosse stata la moglie di Reti, senza alcun dubbio lo avrebbe evidenziato, invece di indicare genericamente «tra le signorine».
In un recente libro dello scrittore ceco Ján Mudroň, «Max Walter a Jacob Walter» (2020), in cui sono meticolosamente elencati un grande numero di tornei svoltisi nel passato in Cecoslovacchia, compare la stessa foto del 1928, anche questa volta senza alcun accenno al fatto che la signora potrebbe essere la moglie di Reti.
Sempre in questo libro però, vi sono pure foto di altri tornei nei quali compaiono tra i giocatori delle donne, che alcune volte (Foto 17) sono indicate come «due sconosciute signore (accompagnatrici)», mentre altre volte sono specificati i loro nomi (Foto 27: ….. Jakob Walter è quarto a destra accanto a Ruzena Chroustová, la signora a sinistra è Blaženka Janečková (archivio Jan Kalendovský); da ciò se ne deduce che quando le persone sono riconosciute, vengono inseriti i relativi nomi.
Reti nella foto sembra superare di parecchio la statura della ragazza, che pare più bassa anche di tutti gli uomini seduti, mentre nella foto in anteprima (nella quale si ha la certezza che trattasi di Rogneda all’età di 61 anni), la signora da l’impressione di essere di statura più elevata (ovviamente non considerando Euwe che era un gigante).
La ragazza seduta accanto a Reti ha i capelli ricci, mentre nella stessa foto dell’anteprima, Rogneda ha i capelli lisci proprio come la donna che ha preso parte ai tre film.
Relativamente ai tre film, solo uno era di produzione francese-cecoslovacca e vi era qualche attore francese [The Jungle of the Big City (Džungle velkoměsta) uscito in Francia col titolo di “La jungle d’une Grande Ville”], gli altri due erano di produzione cecoslovacca con attori locali e russi.
Per quanto riguarda infine, l’eventualità di essere ingannati dai nomi, per un’attrice francese che nel 1929 venisse in Cecoslovacchia per interpretare un film, e che scegliesse casualmente e senza alcun motivo come nome d’arte Naja Reti, ciò sarebbe una coincidenza molto, molto improbabile.
Invece per Rogneda, che in famiglia e tra gli amici veniva chiamata Naja, se avesse voluto fare l’attrice in un film (sua madre era una famosa attrice di teatro), volendo onorare la memoria del marito, sarebbe stato normale farsi chiamare Naja Reti.
Certamente non sono argomentazioni di rilevanza decisiva, però Agatha Christie diceva: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova», e nel caso che stiamo trattando gli indizi sono addirittura più di tre.