Il progetto “Scacchi Iramiro” in Rwanda
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(di Andrea Maffei, Turi Kumwe Onlus)
Il progetto Scacchi Iramiro, realizzato dalla onlus Turi Kumwe con la collaborazione di David Dolci del Circolo Scacchistico Pistoiese, consiste in una raccolta fondi per l’organizzazione del primo corso di scacchi mai tenutosi al centro Iramiro di Busanza. Se al gentile lettore di Unoscacchista, però, la figura e i video di David possono risultare familiari, è molto meno scontato lo siano per lui Turi Kumwe o i suoi progetti. Gioverà dunque, prima di proseguire, aggiungere qualche paragrafo di spiegazione.
[Tranne dove specificato, le foto sono di Massimiliano Pescarolo]
Il centro Iramiro sorge a Busanza, un piccolo distretto della capitale del Rwanda, Kigali. Nemmeno troppo distante è l’aeroporto di Kanombe (nei cui cieli, la sera del 6 aprile 1994, venne abbattuto, per mano tuttora sconosciuta, il velivolo del presidente Juvénal Habyarimana, evento che segnò l’inizio, a partire dal giorno seguente, del genocidio) e tutto intorno si possono ammirare i verdi saliscendi delle mille colline rwandesi, i campi di banano, le strade rosse di terra, qualche festosa chiesa, un paio d’ospedali (uno militare), una scuola, casette d’argilla e non, alcune officine o bar da cui si propaga la voce roca e intermittente d’una radio. Il centro Iramiro è un solido complesso di edifici costruiti anni fa dai tedeschi. Esso è casa per un gruppo di suore cattoliche dell’ordine Nshuti z’Abakene (amiche dei poveri) e per una ventina circa di bambine e bambini, d’età variabile dai pochi mesi fino ai sedici o diciassette anni. Per essere accolti nel centro Iramiro, i bimbi devono presentare due caratteristiche: quella d’essere sieropositivi e quella di non disporre di familiari che possano al momento occuparsi di loro.
A sostegno del centro c’è l’associazione novarese Turi Kumwe Onlus. Fondata nel 2009 da Ilaria Buscaglia e Jerome Rugena, a progetti in loco (lo stesso centro Iramiro, formazione di lavoro femminile, supporto scolastico, finanziamento di piccola imprenditoria) essa affianca attività di carattere culturale e sociale nel nostro Paese (conferenze e seminari, incontri nelle scuole e nelle università, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, cene di raccolta fondi). Nella primavera 2019 ha organizzato il percorso ‘Tra memoria e nuovi orizzonti – A venticinque anni dal Genocidio dei Tutsi in Rwanda’, il più lungo tenutosi in Italia sull’argomento.
Una delle iniziative di TK che destano maggiore interesse è senz’altro quella che consente ogni anno, quasi sempre d’estate, a un gruppo di ragazzi di partire dall’Italia e trascorrere a Iramiro alcune settimane in compagnia dei bambini (per il prossimo gruppo le iscrizioni sono aperte!). Le attività che qui svolgono i ragazzi sono molteplici. Le giornate si presentano fondamentalmente divise in due parti. La mattina è dedicata alle lezioni di inglese, con gli ospiti che forniscono ai bambini una sorta di corso di inglese-base. Il pomeriggio è interamente dedicato al gioco: le attività sono numerose, si va dal salto della corda a campana, dal lancio del frisbee a nascondino, anche se nulla riscuote un entusiasmo pur soltanto paragonabile a quello per il calcio. I ragazzi ospiti sono, durante questo intero periodo, residenti al centro e da qui possono facilmente spostarsi in giro per le campagne o a Kigali; in tal modo la loro esperienza è per così dire profondamente calata nella realtà rwandese, aspetto che la rende assolutamente unica. Al centro, tutte le attività sono aperte non soltanto ai bimbi di Iramiro ma anche a quelli del circondario. Ciò è possibile anche per il fatto che le visite degli ospiti dall’Italia avvengano generalmente, come s’accennava prima, durante l’estate, fra luglio e agosto, periodo in cui le scuole rimangono chiuse. L’ultimo gruppo di volontari, tuttavia, è stato al centro nel dicembre 2018. A quel momento risale l’incontro fra i bimbi di Iramiro e il gioco degli scacchi.
Sul Rwanda domina una incessante primavera. L’escursione termica fra estate e inverno è relativamente ridotta e l’anno si divide semplicemente fra stagione secca e umida. Dicembre resta nel primo segmento. Gli ospiti italiani di quel periodo (fra i quali l’autore di queste righe) si trovavano innanzi non a impetuosi temporali ma piuttosto a frequenti fini pioggerelle bastevoli però a inumidire e talvolta impantanare del tutto lo spiazzo terroso sul quale si giocano le partite di pallone. Queste ultime assumono sovente l’aspetto di autentiche odissee sportive, prolungate ore ed ore, fin quando cioè non scende il buio e le suore richiamano a lavarsi. Indifferenti alla fatica, le squadre sono composte spesso da maschi e da femmine insieme, con il numero di giocatori che come una marea aumenta o diminuisce con il trascorrere del pomeriggio. Avvezzi a tutto questo, dunque, pure i bambini non si lasciavano certamente dissuadere dal fango di dicembre e reclamavano la loro quotidiana partita di calcio. Le suore avevano però altro parere. In tutto simili a madri, non volevano i bimbi sporcassero in quella guazza (forse in maniera irrimediabile) vestiti che avevano con tanta cura lavato appena nei giorni precedenti. Vennero perciò tentate attività alternative che potessero svolgersi al coperto. Fra queste c’erano gli scacchi.
Prima di partire, una mia cara amica (che ringrazio) mi aveva regalato una scacchiera appositamente da portare a Iramiro. Si trattava d’una piccola scacchiera portatile, i pezzi fatti d’una sorta di simil-vetro. La perversità del suo ideatore lo aveva portato a dipingere le pedine l’une di bianco e l’altre d’un azzurro molto chiaro così che, con una certa luce, risultava assai arduo riconoscere la loro appartenenza.

I bambini non conoscevano le regole, il livello dei due giocatori (un mio amico ed io) era quantomai scadente, insomma tutto agiva per spogliare lo spettacolo di qualsivoglia fascino. Nonostante ciò, i bimbi si sono subito dimostrati estremamente interessati al gioco. Qualcuno ha incominciato a domandare perché questa pedina muovesse in una maniera e quella nell’altra. Sono rimasti stupiti davanti alla geniale L che traccia il Cavallo, innanzi ai salti che può compiere ed hanno protestato contro la scarsa capacità di movimento del Re, compensata soltanto dall’ardimentosa Regina, hanno accolto l’arrocco come scaltro e inaspettato colpo di coda, fuga in extremis, si sono arresi di fronte all’oscura presa en passant, ma hanno senza dubbio promesso di rifletterci. Quel pomeriggio (immortalato dalla fotografia qui sopra) è nata l’idea d’un corso di scacchi a Iramiro.
Prima di presentare nel dettaglio il progetto ci sono una serie di persone ed enti che vanno ringraziati. Quello dei ringraziamenti è di solito il paragrafo che il lettore è impaziente di saltare, per tornare al più presto nel vivo del discorso o della narrazione. Ma ogni cosa ha sotto il cielo un suo momento e per di più, nel presente caso, davvero è importante sottolineare i meriti di chi ha contribuito a questa piccola ma preziosa idea. Dapprima è bene salutare il padrone di casa, UnoScacchista, che sua sponte, per voce (per mail, in realtà) di Riccardo Moneta, si è subito dichiarato disponibile a lasciare spazio al nostro progetto, per di più in un momento importante come quello natalizio. Murakoze, come si direbbe in Rwanda. Grazie alla Federazione Scacchistica Italiana che se ne è interessata. Grazie alla Federazione Scacchistica Rwandese che, nella persona del suo presidente Kevin Ganza (il quale ha rappresentato il suo Paese durante le Olimpiadi di scacchi del 2010), è sempre stata favorevole al progetto, ha fornito a TK fotografie (una accompagna questo articolo) e i suoi insegnanti terranno, raccolti i fondi necessari, il corso di scacchi per i bimbi. Grazie all’amico fotografo Massimiliano Pescarolo, già collaboratore di TK, per le immagini e il supporto grafico che ci ha fornito. Un ringraziamento speciale deve necessariamente andare a David Dolci del Circolo Scacchistico Pistoiese, il cui contributo ha consentito di dare al progetto una dimensione nazionale. La disinteressata disponibilità, competenza, l’affabilità e l’impegno di David sono stati assoluti fino dal primissimo nostro contatto. Gran parte dei meriti di questo lavoro vanno dunque attribuiti a lui e con essi la riconoscenza e amicizia di TK e di Iramiro. Si ringraziano di cuore tutti coloro i quali hanno fino ad adesso donato e ci si augura vi siano ancora molte altre persone da potere ringraziare. Grazie infine al lettore che stoicamente ha seguito anche questo paragrafo.
Ecco il progetto Scacchi Iramiro
I soldi raccolti serviranno per l’organizzazione d’un corso di scacchi per i bambini residenti nel centro Iramiro. Le lezioni saranno tenute da insegnanti abilitati della Federazione Scacchistica Rwandese. Il denaro delle donazioni dovrà coprire le spese per: venti lezioni; trasporto dell’insegnante o insegnanti; acquisto di quattro o cinque scacchiere da lasciare in disponibilità al centro (la piccola scacchiera in simil-vetro della prima partita è naturalmente rimasta a Iramiro ma la scarsa e certo non sistematica conoscenza delle regole da parte dei bimbi, in parallelo col timore delle suore che i piccoli pezzi possano andare smarriti o distrutti, ha fatto sì che essa venisse in seguito raramente impiegata, giusto in occasione di speciali ricorrenze o visite). Tutto ciò è stato stimato necessitare della cifra di 400,00 euro. In spregio ad ogni civile norma di scaramanzia si aggiunge che: se la quota verrà superata fino al suo raddoppiamento, i soldi saranno dalla associazione ‘congelati’ al fine di riallestire l’anno prossimo un nuovo ciclo di lezioni; l’eccedenza al doppio della cifra sopra riportata verrà invece da TK subito reimpiegata per le ulteriori esigenze e numerose attività di Iramiro.
Molto importante è per TK l’idea che restino al centro alcune scacchiere. Una volta che i bimbi avranno bene imparato a giocare non ci sarà più pericolo che perdano i pezzi e potranno continuare a esercitarsi e divertirsi in autonomia. Gli scacchi risultano straordinariamente indicati per lo sviluppo intellettuale dei ragazzi – in particolar modo per quello di giovani d’eccezionale intelligenza come sono i bambini di Iramiro -, nonché adatti per maschi e per femmine assieme. Essi inoltre, per la gioia delle suore, durante la stagione umida manterranno i bimbi, con le loro magliette pulite, lontani almeno un poco dalle fangose e splendide partite di pallone.
Si intende cominciare il corso di scacchi a Iramiro nella primavera del 2020. Eventuali variazioni saranno indicate da TK direttamente sui propri canali social o attraverso la newsletter, per chi vi si vorrà iscrivere.
Ogni sorta di contributo e donazione è assolutamente ben accetto e graditissimo. I versamenti dovranno essere effettuati sul conto della associazione, con l’IBAN e la causale indicati in immagine. David Dolci mette in palio un videocommento personalizzato per uno dei dieci più generosi donatori al 31/12/2019. Chi vuole essere in lizza per questo premio, dunque, dovrà dopo il versamento inviare una mail all’indirizzo tkonlus@gmail.com, indicando la quota donata e il proprio nome. Nella prima settimana di gennaio, TK sorteggerà, fra i dieci più larghi contributi, il vincitore del videocommento di David. Per chi fosse interessato, al di là del premio, a sostenere il progetto, la possibilità di donare viene con la presente, in onore del gentilissimo blog Unoscacchista, prolungata fino al 15/02/’2020.
Ogni progetto viene da TK inteso simile a una pianta la quale, gettati i semi per farla nascere, poi si sviluppa in autonomia e, se ben nutrita, le radici affondate in un fertile terreno, può anche crescere a dimensioni inaspettate. Per questo, laddove il progetto Scacchi Iramiro raggiungesse sufficienti risultati, non solo dal punto di vista economico ma anche per così dire di popolarità, esso potrebbe ulteriormente evolversi secondo nuove strade. Splendido sarebbe, ad esempio, che il corso potesse spalancarsi non solo ai bambini di Iramiro, ma anche a quelli del circondario che, rispetto agli ospiti del centro, sono spesso in condizioni di vita molto più disagiate. Ben accolte saranno pertanto non soltanto le donazioni in denaro – comunque indispensabili per la riuscita d’ogni progetto – ma pure le idee e le proposte che a TK, a questo riguardo, potranno giungere.
In chiusura Turi Kumwe augura alla redazione e a tutti i lettori di UnoScacchista un allegro e sinceramente felice Natale, nonché un 2020 colmo di soddisfazioni e partite di scacchi. L’associazione si impegna a tenere aggiornati i lettori circa lo sviluppo del progetto Scacchi Iramiro, la cui riuscita sarà anche merito loro.
Murakoze cyane!