Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Giocare alla cieca… perché no?

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Flying Chess (Purling London)

(UnoScacchista)
Uno dei suggerimenti che Judit Polgar ha dato più volte durante la bella giornata di studio “Judit Polgar sfida la Difesa Siciliana!” organizzata da Stay@Chess sabato 12 dicembre, è stato quello di esercitarsi con partite alla cieca. Se i giocatori più esperti sanno che non è poi così difficile, in molti scartano l’idea di giocare alla cieca prima ancora di provarci. E sbagliano.

Fra i molti dialoghi che mi sono piaciuti de “La Regina degli Scacchi” c’è quello tra Beth Harmon e Benny Watts nella giornata di pausa del Campionato USA del 1967. Quando lei chiede “Rigiochi mai le partite nella mente? Quando sei da solo. Dall’inizio alla fine?” lui risponde, un po’ perplesso “Non lo fanno tutti?“. Già, rigiocare le proprie partite senza la scacchiera è importante e magari ci si riesce anche, ma giocarne una dall’inizio alla fine senza scacchiera è tutta un’altra cosa e sembra una vera sfida.

E’ però evidente che giocare senza muovere i pezzi è quello che facciamo tutti mentre riflettiamo sulle nostre mosse, quindi essere in grado di “visualizzare” le possibili posizioni future e analizzarne sfumature e opportunità è una qualità che deve essere allenata. Già, ma come? Non ci sono libri che aiutano ad allenarsi ad analizzare posizioni alla cieca, nè tanto meno a risolverle.

A colmare questa lacuna ci ha pensato Martin B. Justesen, un appassionato danese che ha selezionato e riunito in un agile libretto 50 posizioni di finale da risolvere alla cieca. Sembrano poche, ma l’obiettivo è chiaro: invogliare chiunque tema di non essere in grado di risolvere posizioni senza scacchiera a mettersi alla prova, partendo da finali semplici e piano piano salendo di difficoltà. Si parla di finali, con pochi pezzi sulla scacchiera e senza particolari complicazioni tattiche, perché il libro non vuole sfidare il lettore, ma accompagnarlo nella scoperta di quello che è in grado di fare e che credeva non fosse possibile.

Il libro, intitolato “Blindfold Endgame Visualization: 50 Chess Positions” (“Visualizzazione alla cieca dei finali: 50 posizioni”), è disponibile in formato Kindle su Amazon a un prezzo decisamente simbolico. Martin sta lavorando a una versione su carta e, se il libretto avrà abbastanza successo, ne pubblicherà un secondo nel 2021.

Avendo dato subito il mio supporto a Martin quando dichiarò la sua intenzione di lavorare su questo libro, ne ho ricevuto una copia in anteprima e vi devo dire che, nella sua semplicità, è molto accattivante. Posizioni semplici, che si possono risolvere anche in un momento di pausa, e una impaginazione pensata per chi non è abituato a giocare alla cieca. Ogni problema è presentato in una pagina con il nome dell’autore e l’anno di pubblicazione, l’enunciato e la semplice lista dei pezzi: niente scacchiera. Per chi avesse problemi a visualizzare e risolvere la posizione in un certo tempo (Martin suggerisce 15 minuti), alla pagina successiva viene mostrata la scacchiera con i pezzi, per dargli un’occhiata e provare di nuovo a risolvere lo studio alla cieca. Come ultima spiaggia, se proprio non ci si riesce, alla pagina successiva c’è la soluzione.

Per farvi capire il meccanismo, vi presento lo studio numero 1, confidando che Martin non si arrabbierà se vi anticipo il 2% del suo libro. Diciamo che è un assaggio per farvi venire la curiosità.

Studio n.1
Grigoriev, N.
Il Bianco muove e vince
B: Ra3, g2
N: Rb5

Soluzione
1. Rb3 Rc5 2. Rc3 Rd5 3. Rd3 Re5 4. Re3 Rf5 5. Rf3 Rg5 6. Rg3 il Bianco ha l’opposizione e promuoverà il pedone 1-0
Niente scacchiera interattiva per chi vuole risolvere posizioni alla cieca 😀

Spero che il meccanismo sia chiaro e, ovviamente, abbiate risolto il finale. Già, perchè oltre ad allenarsi a visualizzare, calcolare e risolvere posizioni alla cieca, si possono ripassare molti dei meccanismi tipici dei finali, altra attività che non può che fare bene a chi si vuole preparare alle prossime sfide alla scacchiera (virtuale o reale).

Forza, basta poco per seguire i consigli di Judit Polgar e diventare giocatori migliori. Buon divertimento!


PS: Se non lo avete notato, questo post esce in una data pitagorica. Infatti 16, 12 e 20 formano una terna di possibili lunghezze dei lati di un triangolo rettangolo. No, no c’entra nulla con il libro di Martin ma non ho potuto fare a meno di farvelo notare. D’altra parte giocare con i numeri non è forse un modo di esercitarsi a ragionare “alla cieca” e a visualizzare qualcosa con gli occhi della mente? E gli scacchi non sono forse quel mondo magico nel quale il triangolo rettangolo più grande, quello formato da una “prima traversa”, una “colonna laterale” e da una “grande diagonale”, ha tutti i lati di lunghezza uguale pari a otto case? Saluti pitagorici a tutti!

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1 thought on “Giocare alla cieca… perché no?

  1. ok ma è il solito discorso dello studio e dell’applicazione negli scacchi, naturalmente si migliora ma solo di un tantino. Conosco scacchisti che sono a livello di prima nazionale ,prendono lezioni addirittura da grandi maestri ma li sono e li restano anzi perdono punti elo perchè il livello generale si alza continuamente a causa dell’avanzata dei giovanissimi.Le doti che occorrono per accedere alle categorie superiori sono innate ,ovviamente vanno coltivate con notevoli sacrifici, ma se non le possiedi hai voglia ad impegnarti. Ho visto un video di youtube su Esipenko. Gli Hanno presentato su diversi tavoli 5 scacchiere con posizioni diverse di medio gioco avanzato. gli hanno dato 1 minuto, dicasi un minuto per guardarle tutte. poi l’hanno fatto girare di spalle e quello ha ricostruito esattamente la posizione di tutti i pezzi sulle diverse scacchiere senza commettere un errore ! Va bene Esipenko è già uno dei migliori giocatori al mondo a solo 18 anni, ma la dice lunga sulle capacità di un campione! Si ci si può anche allenare a giocare alla cieca ma sarebbe un allenamento a giocare le solite cappelle!

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