Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

In Russia età e sesso non contano, conta solo giocare

8 min read

(Riccardo M.)

‘Sessantaquattro caselle,
un mosaico in bianco e nero,
corvi e gabbiani lottano sulla scacchiera fino alla morte.
Nella loro viva battaglia ogni mossa è come una nota,
che racchiude ispirazione,
saggezza, gioia di volare’

(A.S.Pushkin, 1833 ca.)

La passione per gli scacchi iniziò subito dopo la rivoluzione bolscevica. Prima di allora, gli scacchi erano un hobby riservato alle élites. Pietro il Grande, per esempio, andando in campagna, portava con sé non solo la scacchiera, ma anche i suoi avversari preferiti. Pure Caterina la Grande e altri Romanov erano stati degli appassionati. Ma i comunisti decisero di rompere il velo dell’elitarismo, e fu Lenin a stabilire la moda per gli scacchi”.

Così scrive (novembre 2020) Ekaterina Sinelshchikova nell’articolo che qui potete vedere e dove, tra l’altro, potete godere di alcune bellissime fotografie, fra le quali quella (di Valentin Khukhlaev) che ho utilizzato in apertura.

La caduta dell’Unione Sovietica non ha portato alla disgregazione degli scacchi, che restano profondamente e saldamente penetrati nella società russa e nelle altre nazioni ex-sovietiche, come l’Ucraina o la Bielorussia. Difficile stabilire se sia stato davvero soltanto il comunismo ad imporre la moda degli scacchi o se l’atteggiamento di Lenin e di altri non abbia fatto che portare in superficie una latente voglia di giocare del popolo, voglia che nei secoli precedenti era stata duramente ostacolata dalla Chiesa Russa che considerava gli scacchi, al pari di altri, come un “gioco del demonio”.

Molti reperti sono stati trovati in Russia nel corso di scavi archeologici ed alcuni risalgono al X e XI secolo. Il fatto che siano stati recuperati antichi pezzi in abitazioni appartenenti anche a classi sociali non elevate starebbe a dimostrare come la storia degli scacchi in Russia sia stata piuttosto diversa da quella dell’Europa Occidentale, dove essi furono portati dagli arabi e poi diffusi dagli spagnoli e dove attrassero quasi esclusivamente le élites. In Russia gli scacchi arrivarono invece attraverso quelle lontane rotte commerciali che, oltre il Volga e il Mar Caspio, conducevano in Oriente. Ne sono dimostrazione anche i nomi particolari con i quali venivano chiamati alcuni pezzi. Ad esempio la “torre” in russo si chiama “ladya”, che significa barca, riferendosi probabilmente proprio a quelle antiche imbarcazioni che solcavano il Mar Nero e il Mar Caspio.

Giocatrici e giocatori, appassionati di ogni età, si sfidano ancor oggi, nei parchi, nei circoli, nelle spiagge, ovunque è possibile, naturalmente ormai anche su internet. E i più ‘ossessionati’ non esitano a dedicarsi ai tanti tornei ufficiali, sognando di ripetere i successi di generazioni che hanno prodotto in Unione Sovietica e poi in Russia nomi di celebri campioni quali Botvinnik, Smyslov, Tal, Petrosian, Spassky, Karpov, Kasparov, Kramnik, Rudenko, Bykova, Rubcova, Gaprindashvili, Chiburdanidze e Kosteniuk.

Il dominio, quasi dall’epoca di Alekhine, degli scacchi sovietico-russi non fece che dare più risalto alla “vendetta” occidentale, quella realizzata da Robert Fischer a Reykjavik nel 1972, e a suscitare commenti duri da parte di alcuni giornalisti occidentali, fra i quali lo statunitense H.C.Schonberg, che così si esprimeva in quegli anni: “(Gli scacchi) furono uno strumento politico dello Stato sovietico a partire dal 1924, dal terzo Congresso dell’Unione, quando divennero un’arma usata per incrementare il progresso della cultura fra le masse industriali e contadine, portandole ad una partecipazione più consapevole alla lotta politica del proletariato. Venne allestito un apposito apparato dipendente dal Consiglio Supremo per la Cultura fisica, e il partito comunista si accinse a creare un movimento scacchistico di massa… Se gli altri Paesi avessero compiuto uno sforzo analogo, Botvinnik & C. avrebbero trovato una concorrenza più seria … Ma in Occidente chi poteva permettersi di dedicare tutto il suo tempo agli scacchi, senza nessuna distrazione?”.

Va bene. Ma a noi oggi interessano qui la diffusione del gioco e i risultati, diffusione che vorremmo anche in Italia, essendo stati gli italiani fra i “padri” degli scacchi in Occidente nel ‘600 e ‘700. E a questo limitiamo adesso la nostra attenzione.

Affacciatevi ogni tanto sui siti specializzati per scovare nelle classifiche dei tornei russi qualche nome noto o cercare di scoprire nomi meno noti, quelli del futuro. Troverete persone di tutte le età, juniores e seniores, donne e uomini che si danno battaglia come i gabbiani e i corvi di Pushkin, e tornei alle volte anche con centinaia di partecipanti.

Cosa si può in particolare, ad esempio, raccontare su alcune delle più recenti manifestazioni in Russia? Quali nomi possiamo fare qui volentieri, sia tra i meno noti sia fra i più noti?

Beh, si può cominciare da questi ultimi con l’esperta benché ancora giovane (31 anni) WGM Valentina Gunina (Elo 2381), che ha sfoderato il 6 marzo una prestazione eccezionale nel “Serpukhov Rapid”. Appena n° 21 per ranking, Valentina ha superato a sorpresa la concorrenza di 11 Grandi Maestri e di altri 190 giocatori, vincendo in solitaria con 8 punti su 9 e concedendo appena due patte (a Vorobiov e Bryakin). Decisivo è stato naturalmente l’ultimo turno, quando lei ha battuto col bianco il temibile GM Pavel Ponkratov, n° 2 del seeding.

Valentina Gunina

Certo che Valentina è davvero in gran forma! Il 2-3 marzo al “Memorial Bykova” di Suzdal (Rapid anche questo, però riservato alle donne) aveva già trionfato con uno stratosferico 10,5 su 11, precedendo di ben 2,5 punti Daria Voit e di 3 punti la favorita Olga Girya.

Ma un altro nome noto, questo davvero veterano e davvero un ex-grande, lo troviamo nelle parti alte della classifica finale del già descritto “Serpukhov Rapid”: parlo di Yuri Balashov, classe 1949, che con un rimarchevole 6,5/9 si è piazzato nel gruppo al posto n° 13-22. Il giorno dopo (7 marzo) Balashov ha fatto vedere di avere sempre un buon occhio anche nel “Serpukhov blitz”, concludendo 17° su 157 con 7,5 su 11. Bravissimo Yuri! Ha ragione il nostro Antonio ad affermare che … per certi risultati non è mai troppo tardi (almeno per chi, come Balashov, è GM)! Nell’11° ed ultimo turno del ‘Blitz’ Yuri ha battuto un bambino-prodigio di 10 anni, Svyatoslav Lisenkov (Elo 1892), che ha comunque chiuso con un soddisfacente 7/11. Pensate: 61 anni di differenza fra i due!

Questo “Blitz” è stato vinto (p. 9/11) da un IM poco conosciuto in quanto (se non erro) non ha mai giocato lontano dalla Russia: Pavel Dvalishvili (classe 1973, Elo 2400), che è però davvero uno specialista del gioco veloce ed ha messo in fila tutti i GM presenti.

Yuri Balashov

Qui a Serpukhov, che sorge a 100 km. a sud di Mosca, i dodicenni, quattordicenni e sedicenni sono rimasti un poco in ombra, a parte il nominato Lisenkov. Ma non lo sono affatto stati in precedenza nel ben più importante (e a ‘tempi regolari’) Torneo Open di Mosca, concluso il 28 febbraio. E’ stato un torneo molto interessante ed equilibrato, con i primi 15 della classifica finale racchiusi nello spazio di mezzo punto (fra 7 e 6,5/9). Tra questi primi 15 cito una vecchia conoscenza del nostro Blog: la bielorussa Olga Badelka, che poi tanto vecchia non è perché non ha ancora 19 anni. Le dedicammo un post (pensate!) nel già lontano 2017 “Olga Badeska a Minsk” e poco c’è mancato che potessimo replicare in questi giorni con un “Olga Badelka a Mosca”. Purtroppo il sogno di vittoria della ragazza si è infranto al penultimo turno, contro il GM Ivan Rozum, vincitore del Torneo sia pure a pari merito con Bocharov, Afanasiev ed altri 4 giocatori.

Olga Badelka

Qui a Mosca abbiamo avuto la bellezza di 160 partecipanti nell’Open (8 GM e 11 IM). Un’altra ragazza è salita alla ribalta nei primi 5 turni (quando era in testa con 4,5 punti), grazie a due vittorie sui GM Ilijushenok e Nesterov, il recentissimo vincitore (6 marzo) con 8/9 del Campionato Rapid di San Pietroburgo: Aleksandra Maltsevskaja (classe 2002, Elo 2327), bloccatasi poi contro altri due GM, Stupak e Bocharov, ma la sua partita contro Ilijushenok è stata brillantissima.

Di lei, già Campionessa del Mondo Juniores nel 2018 a 16 anni (in un torneo under 20), sentiremo certamente ancora parlare. Un’altra giovane ben distintasi è stata la kazaka Bibisara Assaubayeva (classe 2004, Elo 2378), che ha chiuso con 6,5/9.

Non c’erano italiani a Mosca, ma una vecchia conoscenza italiana sì: il GM Igor Naumkin (Elo 2277), notissimo per aver partecipato qui da noi ad un’infinità di tornei (e ne ha vinti una ventina!) a partire dal 2004. Si è difeso onorevolmente il navigato cinquantacinquenne Igor, con 5,5/9.

Igor Naumkin vincitore a Imperia nel 2015

Da Mosca merita una citazione il giovanissimo giocatore locale Isaak Parpiev (classe 2009, Elo 1790), il più convincente fra una pattuglia di coetanei che ha comunque ben figurato con almeno altri 3 ragazzini che hanno superato il 50% dei punti. Parpiev, senza titolo, ha ottenuto 5 punti affrontando senza timori un GM, 3 IM e 2 FM e raggiungendo una performance di 2302, ben 512 punti oltre il suo Elo! Se non ha un futuro lui …

Ma forse ancora più di Parpiev si deve parlare di un altro ragazzino ancora più giovane (classe 2010) e altrettanto promettente: Semen Puzyrevsky, che il 6 marzo era iscritto ad un Torneo Blitz a San Pietroburgo, come n. 43 su 46 partecipanti e con un rating-blitz di appena 1619 (standard 1741). I primi 6 classificati avrebbero disputato una finalina all’italiana. Ebbene, Puzyrevsky è giunto incredibilmente al quarto posto nel torneo di qualificazione con 7,5 punti su 11, dietro i GM Amonatov e Popov, il MI Vlasenko e alla pari con i GM Novik ed Yevseev. Ha fatto sensazione la sua vittoria al 10° turno con il tagiko Amonatov (che avrebbe chiuso vincitore con p.10 su 11), dal quale lo separavano circa 1.000 punti Elo. Ha racimolato poi appena 0,5/5 nella finale a 6, ma non si poteva pretendere troppo di più da lui. Semen gioca da quando aveva 4 anni, in un circolo vicino la sua abitazione di San Pietroburgo, e da allora (disse il padre tempo fa) si allena un paio d’ore ore al giorno.

In Russia, insomma, si gioca in ogni momento e in ogni luogo, nelle case, nei circoli, nelle strade, in caserma, nei parchi, nelle spiagge e nei tanti tornei, e non è raro vedere settantenni incrociare i pezzi con dodicenni, come non è raro vedere ragazze combattere ad armi pari con esperti o giovani GM o IM uomini.

Il segreto della crescita delle giocatrici e dei giocatori russi è anche questo: l’opportunità di giocare molto e di fare tantissima esperienza fin da bambini anche contro dei campioni. Se la Russia (o l’ex URSS) ha avuto dal dopoguerra ad oggi ben una quindicina di campioni del mondo, tra uomini e donne, non è stato affatto un caso. Al di là delle indubbie, storiche e dibattute, spinte governative, se lo è meritato.

About Author

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri di più da Uno Scacchista

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading