Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Lo scrittore e il musicista

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(Mario Spadaro)
L’espressione «Prendere due piccioni con una fava» è perfettamente appropriata per questo articolo, che riguarda un autore letterario amante degli scacchi, che a sua volta ha scritto un racconto (una cronaca, perché si riferisce ad un fatto realmente accaduto) su un musicista accanitamente appassionato di scacchi; come il nostro Ennio Morricone e i quattro amici musicisti (Casella, Delage, Prokofiev, Ravel) dei quali ho già scritto qui.

Gabriel José de la Concordia García Márquez, noto semplicemente come Gabriel García Márquez soprannominato Gabo (Aracataca, Colombia 6 marzo 1927 – Città del Messico, Messico 17 aprile 2014), è stato uno scrittore, giornalista e saggista colombiano naturalizzato messicano, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1982.

Quando morì, Garry Kasparov scrisse: «Le mie condoglianze a tutta la Colombia per la morte di Garcia Marquez. Chiunque ha vissuto sotto una dittatura è stato toccato da Cent’anni di solitudine».

Márquez era fortemente attratto dagli scacchi, e nell’altro suo grande romanzo, «L’amore ai tempi del colera», vi sono moltissimi riferimenti al gioco, di cui cito solo i passaggi più importanti:

«(…) c’era la scacchiera con una partita non conclusa. Malgrado la fretta e l’animo malinconico, il dottor Urbino non resistette alla tentazione di studiarla. Sapeva che era la partita della sera prima, dato che Jeremiah de Saint-Amour giocava tutti i pomeriggi della settimana e almeno con tre avversari diversi, ma arrivava sempre fino alla fine e poi metteva la scacchiera e le pedine nella scatola, e metteva la scatola in un cassetto della scrivania. Sapeva che giocava con i bianchi, e quella volta era evidente che sarebbe stato sconfitto senza rimedio in quattro mosse.»

«Era stata quella l’epoca in cui era venuto Jeremiah de Saint–Amour, già con i suoi ginocchi morti e ancora senza l’attività di fotografo di bambini, e prima che fossero passati tre mesi era conosciuto da chiunque sapesse muovere un alfiere sulla scacchiera, perché nessuno era riuscito a vincergli una partita. Per il dottor Juvenal Urbino era stato un incontro miracoloso, in un momento in cui gli scacchi si erano trasformati per lui in una passione indomabile e non gli restavano più molti avversari per saziarla.»

«(…) e che aveva battuto in una partita a scacchi un tizio che lei ricordava come Torremolinos ma che in realtà si chiamava Capablanca.»

«Fu lì dove Lorenzo Daza insegnò a Juvenal Urbino le prime nozioni degli scacchi, e lui fu un allievo così diligente che gli scacchi si trasformarono in un’assuefazione incurabile che lo tormentò fino al giorno della sua morte.»

Ma il racconto più specifico sul gioco è «La lunga notte degli scacchi di Paul Badura Skoda», ispirato da una sfida scacchistica realmente avvenuta tra Paul Badura Skoda (Vienna, 6 ottobre 1927-Vienna, 25 settembre 2019) che è stato un pianista, musicologo, direttore d’orchestra e didatta austriaco, e Boris de Greiff Bernal (Medellín, Colombia 13 febbraio 1930 – Medellín 31 ottobre 2011) maestro internazionale e scrittore di scacchi, figlio del poeta León de Greiff.

Paul Badura-Skoda (Foto di Thorsten Krienke, Wikipedia CC BY-SA 2.0)

Il racconto di Marquez inizia così: «Passando per Bogotà, due settimane or sono, il geniale pianista austriaco Paul Badura Skoda stupì un gruppo di amici con una passione più indomabile di quella per la musica: gli scacchi.»

E, dopo un raffronto tra le grandi capacità di resistenza fisica alla fatica ed alla privazione del sonno elogiando la vitalità del pianista Arthur Rubinstein e di Badura Skoda (anche dal punto di vista gastronomico), continua in seguito: «Sicché quando disse che voleva giocare a scacchi, i suoi amici chiamarono per telefono il maestro Boris de Grieff – che è uno dei più noti giocatori del mondo – e questi non si fece ripetere due volte la richiesta. Erano le cinque del pomeriggio. Boris de Grieff promise che alle sette di sera sarebbe passato a prendere Badura Skoda al suo albergo.»

Il MI Boris de Greiff (Fonte El Pais)

Nel racconto Márquez fa dire a Boris de Greiff che era entrato nella stanza d’albergo di Badura-Skoda, e che lo aveva trovato mentre studiava su una scacchiera magnetica l’ultima partita del match tra Robert Hubner e Viktor Korchnoi: «Quella stanza sembrava più quella di un giocatore di scacchi che di un musicista. Non c’era un solo spartito. Invece, sul tavolo c’era un libro di scacchi in inglese ed un altro in tedesco. Entrambi molto specialistici. E c’erano anche molti ritagli della sezione degli scacchi del London Times e del New York Times».

La lunga notte iniziò alle otto e l’incontro durò sei ore, i due avversari giocarono quattro partite (la prima fu una siciliana); Badura Skoda ne perse tre, e pattò la quarta; ovviamente non rimase soddisfatto del risultato ottenuto ed alle tre del mattino si mise ad analizzare le partite, finché Boris de Grieff non lo aiutò a scoprire quali erano stati i suoi errori decisivi.

Márquez alla fine del racconto scrive che: «Tutti i testimoni di quella notte hanno avuto l’impressione che Badura Skoda – che è uno dei pianisti più famosi dei nostri tempi – sia in realtà un giocatore di scacchi che suona il piano solo per vivere».

A questo punto apro una parentesi, per integrare la biografia di Badura Skoda con le notizie scritte dal suo amico, il Maestro Internazionale e scrittore Miguel Ángel Nepomuceno, nel pregevole articolo «Ajedrez entre pentagramas», pubblicato nella rivista telematica «Zenda».

In questo articolo il maestro Nepomuceno fa sapere che Badura Skoda era tenuto in grande considerazione dai suoi colleghi musicisti (Wilhelm Furtwängler lo adorava, David Oistrakh lo benediceva ed Herbert von Karajan lo rispettava a tal punto, da permettergli di ritardare in un concerto della Filarmonica di Berlino, per consentirgli di terminare la sua partita nella simultanea tenuta da Capablanca).

Alla sua notevole forza scacchistica da semiprofessionista, univa uno studio continuo e sistematico di aperture, varianti, combinazioni e finali.

Paul Badura Skoda (a sinistra) e Miguel Ángel Nepomuceno (a destra) (Foto da Zenda)

Nepomuceno rende noto, che Badura Skoda aveva giocato oltre che con Capablanca, nelle simultanee tenute da Alekhine, Lasker e Fischer (pattando con entrambi), vincendo in quelle con Bronstein, Petrosian e Karpov, e perdendo con Kasparov.

Il maestro spagnolo aggiunge che la sua passione per il gioco è tale che quando Badura Skoda viene a León per esibirsi in un concerto, si rinchiude con lui nella sua stanza d’albergo per analizzare insieme fino allo sfinimento specifiche varianti di aperture che gli interessano.

Nell’ultimo concerto tenuto nel 2007, arrivò in teatro con oltre mezz’ora di ritardo, perché non riusciva a concludere l’analisi di un finale di torri.

Come se non bastasse, dopo un viaggio in taxi nel quale lui pareva in trance, perché continuava a rivedere a mente la posizione interrotta, giunti in prossimità del palco dove era già calato il silenzio più assoluto e le luci si stavano spegnendo, disse a Nepomuceno di non andare via, ma di mettersi dietro le quinte, in modo che quando sarebbe arrivato l’intervallo, avrebbero potuto continuare l’analisi con la sua scacchiera portatile.

Naturalmente non gli bastarono neppure i 15 minuti di pausa, e dopo la fine dello spettacolo ripresero a giocare prima per due ore in camerino e poi fuori!

Tornando a Márquez, nell’ultima parte della sua vita si era stabilito in Messico, dove morì e venne provvisoriamente sepolto nel cimitero di Mexico City National Cemetery, ma nel maggio del 2016 le sue ceneri furono trasferite nel patio centrale del Claustro de la Merced dell’Università di Cartagena in Colombia, sotto un monumento col busto in bronzo dello scrittore, opera della scultrice britannica Katie Murray, amica di famiglia.

Targa in tributo al Nobel per la letteratura Gabriel García Marquez (Foto da Tripadvisor, condivisa da “Miguemex” nel maggio 2017)
Monumento funebre a Gabriel García Marquez (Foto da Tripadvisor, condivisa da “Resort758328” nel novembre 2018)

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