Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Conferenza ‘Duecento anni di scacchi a Roma’ (1819-2019) – Parte 1

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(Roberto C.)
Tra i principali eventi culturali collaterali al 4° Festival ‘Roma Città Aperta’ (8-15 dicembre 2019) nella mattinata del 13 dicembre 2019 si è svolta, in onore del bicentenario dell’Accademia Scacchistica Romana, la conferenza ‘Duecento anni di scacchi a Roma’ (1819-2019). Qui di seguito la sintesi che, non essendo brevissima, abbiamo preferito dividere in due parti.

Introduzione di Bruno Roberti

Buongiorno a tutti, sono Bruno Roberti e sono stato eletto, Presidente dell’Accademia Scacchistica Romana solo pochi mesi fa, proprio nell’anno in cui viene celebrato il Bicentenario di questa storica Associazione!

L’anno 2019 è stato allietato dalla consegna alla nostra Accademia della prestigiosa onorificenza speciale della Stella di Bronzo al Merito Sportivo da parte del CONI, un importante riconoscimento augurale per ulteriori traguardi del quale tutti i soci dell’Accademia ne sono orgogliosi e onorati.

E questo è stato anche l’anno dell’avvio di una importante collaborazione tra la Scuola Popolare di Scacchi e l’Accademia Scacchistica Romana che, con un grande spirito di condivisione, con sacrificio e con passione, hanno dato vita a questa 4ª edizione dell’International Chess FestivalRoma Città Aperta” – Bicentenario dell’Accademia Scacchistica Romana, nell’ambito del quale si svolge questa conferenza che vuole raccontare “Duecento anni di scacchi a Roma”.

Attraverso il contributo di due profondi conoscitori della storia degli scacchi, Bruno Arigoni e Roberto Cassano, e la preziosa testimonianza diretta di uno dei più illuminati e lungimiranti presidenti dell’Accademia, il Maestro Roberto Primavera, verrà ripercorsa una storia che per molti versi può essere considerata unica e probabilmente irripetibile.

Da sinistra: Bruno Roberti, Roberto Primavera, Bruno Arigoni, Lorenzo Castellano e Roberto Cassano

Adesso, come da programma, lascio a loro la parola per la presentazione delle relazioni sul bicentenario del più antico circolo scacchistico italiano, l’Accademia Scacchistica Romana”.

1819 – 1873, Bruno Arigoni
1874 – 1970, Roberto Cassano
1970 – 1992, Roberto Primavera
Gli anni più recenti , Bruno Roberti


1819 – 1873

L’Accademia Romana è il più antico circolo italiano di scacchi: il suo primo Statuto “COSTITUZIONE E REGOLAMENTI DELLA SOCIETA’ DEGLI SCACCHI’ redatto dall’Avv. Francesco Belli riporta la data del 19 Aprile 1819 e Bruno Arigoni, che nel frattempo ha vinto con pieno merito il Campionato Sociale 2019 dell’Accademia, è stato il primo relatore della conferenza per il bicentenario.

Arigoni, dopo aver descritto e documentato un preciso preambolo storico-cronologico sul gioco degli scacchi in Italia (dalle giostre medioevali della fine del XV secolo, alle Accademie italiane del XVI-XVII secolo, ai tre grandi modenesi del secolo XVIII) ha raccontato della nascita dell’Accademia Scacchistica Romana e del suo primo statuto, dell’istituzione delle Classi dei giocatori, del grande Serafino Dubois, delle pubblicazioni in lingua italiana e francese e dei contributi teorici dei soci dell’Accademia a copertura – grosso modo – del suo primo mezzo secolo di vita (1819-1873).

[NdA: Il testo completo di questa relazione è disponibile come parte 1.5 della Conferenza a questo link]

1874 – 1970

Roberto Cassano ha proseguito con la presentazione di alcuni importanti eventi, capaci dirigenti e forti giocatori del successivo periodo andando oltre la metà del Novecento (1874-1970).

1° TORNEO NAZIONALE DI ROMA 1875

Con l’Unità d’Italia sorse l’esigenza di un organismo che governasse gli scacchi italiani e nel 1874 l’archeologo Gian Francesco Gamurrini di Arezzo, scacchista dilettante ed amico del Dubois, propose una società tra gli scacchisti dichiarando: “Che tutti gli amatori Italiani si uniscano in un consorzio pagando una piccolissima quota mensile a vantaggio del fondo sociale, e il problema è risoluto”; chiese la collaborazione di Giovanni Tonetti dell’Accademia, si costituì un comitato, si raccolsero anche dei  fondi ma le cose, come vedremo più avanti, andarono avanti molto lentamente…

L’anno successivo però, a soli cinque anni dallo storico evento della ‘Breccia di Porta Pia’ del 20 settembre 1870, l’Accademia Romana degli Scacchi organizzò il “Primo Torneo Nazionale dei giuocatori di scacchi”.

Il Torneo si svolse in primavera, dal 25 aprile al 25 maggio 1875 e venne giocato con le regole italiane, che differivano da quelle internazionali per l’impossibilità di prendere al varco (en passant), detta del passar battaglia, per il divieto di promozione di un pedone ad un pezzo se ancora presente sulla scacchiera (pedone ‘sospeso’) e per l’arrocco libero.

1° Torneo Nazionale di Roma 1875

Il vincitore del torneo fu l’Ing. Pietro Seni, socio dell’Accademia Romana e al 2°-3° posto ex-aequo, a mezzo punto dal vincitore, il padovano Gustavo Maluta e Giovanni Tonetti, anche lui socio dell’Accademia  Romana.

Gioacchino Altobelli “Associazione Nazionale de’ Giuocatori di Scacchi. Primo Torneo tenuto in Roma l’anno 1875”

Agli organizzatori venne l’idea di “…una fotografia che rappresentasse la fisionomia del Torneo. A questa seduta intervennero tutti i torneanti (eccetto il Conte Cassoli partito il giorno innanzi per affari urgenti), il Presidente e Vice-Presidente d’onore, i membri del Comitato direttivo, qualche membro del Tribunale arbitrale e vari altri soci, in tutto 21. La fotografia di cm. 44 sopra 35 opera del valente artista sig. Altobelli riuscì magnifica, ed ogni Presidente di Comitato locale fu presentato con una copia della medesima in benemerenza dello zelo spiegato nel coadiuvarci”.[1]

Questa storica immagine, realizzata da Gioacchino Altobelli (Terni, 1814 – 1879),  fotografo dello studio fotografico Verzaschi in via Passeggiata di Ripetta 16/a, è diventata una rarità fotografica e scacchistica. Sparì dalla circolazione per più di un secolo fino a quando fu pubblicata in un libro di fotografie di Roma nel 1983[2] e casualmente notata da Angelo Bruni[3] che la inviò ad Adriano Chicco che la diffuse tra gli scacchisti con il principale scopo di “individuare i singoli personaggi”, soprattutto Serafino Dubois; questione definitivamente risolta da Valerio Luciani nel 2003 con il ritrovamento di un’incisione pubblicata su L’Illustrazione Universale dell’11 luglio 1875 che contiene la precisa indicazione di venti nominativi che non lascia alcun dubbio sull’identità del Dubois che alla data del torneo aveva 58 anni: Serafino Dubois è il personaggio in piedi, stempiato e con la barba bianca, leggermente spostato sulla destra rispetto al tavolino centrale.

Si venne a conoscenza dei volti di altre personalità anche da un’altra identica fotografia in B/N con  i nomi dei 21 personaggi presenti (come riportato nel libro del torneo curato dallo stesso Dubois) ma non la coincidenza con i 20 raffigurati nell’incisione perché qui il quinto personaggio è indicato come E. Vannutelli mentre nella fotografia in B/N è indicato come l’ottavo e, inoltre, la perfetta somiglianza tra questi due ‘E. Vannutelli’ pare non ci sia affatto (uno è, tra l’altro, decisamente più giovane dell’altro). Per cui c’è almeno un “personaggio misterioso” ancora da scoprire.

L’Illustrazione Universale dell’11 luglio 1875, particolare

In attesa degli sviluppi delle nostre ricerche, vogliamo brevemente ricordare – per motivi differenti -tre soci dell’Accademia. Luigi Sprega, quello seduto e con il gomito sinistro appoggiato, perché vinse il 2° Torneo Nazionale di Livorno del 1878 con due punti di distacco su Maluta e Filippo Cantoni, il giovane seduto al centro dello stesso tavolino, perché arrivò ultimo al torneo di Roma ma secondo, a solo mezzo punto da Zannoni, al 5° Torneo Nazionale di Roma del 1886.

La famiglia Garibaldi

Il terzo, più che altro come curiosità: tra i soci dell’Accademia Romana c’era anche Domenico Menotti Garibaldi, primogenito di Anita e Giuseppe Garibaldi, battezzato con il nome di Domenico in onore del padre di Garibaldi e chiamato anche Menotti in onore del patriota Ciro.

Adesso, invece, presenteremo Bellotti, Guglielmetti, Sacconi e Nestler più dettagliatamente.


LEOPOLDO BELLOTTI
UN MAESTRO ROMANO DELL’OTTOCENTO

Leopoldo Bellotti, Rivista Scacchistica Italiana 1909, p. 85

Leopoldo Bellotti (1830 circa – Roma 1909), di professione Maestro elementare, fu uno dei più forti giocatori di Roma. Fece la sua prima apparizione all’Accademia Romana degli Scacchi intorno al 1850 quando aveva circa venti anni; in quel decennio (1851-1860) la comparsa di nuovi valorosi elementi fra i quali, appunto, eccelleva il Bellotti fattosi alla scuola del Filiberti, un giocatore romano da caffè, e nel decennio successivo (1861-1870) l’ascesa e l’affermazione di Seni, Marchetti e Tonetti, insieme a Bellotti e Ferrante, formarono un nucleo veramente gagliardo, che primeggiava su tutti gli altri romani tranne sul Dubois che, diventato un giocatore di rango internazionale, si spinse anche all’estero, andando a giocare nel Torneo di Londra.

Bellotti è tra i frequentatori assidui, insieme a Seni, Tonetti e Sprega, della casa del Marchese Forcella, grande mecenate degli scacchi, principalmente per le partite in consultazione (due contro due) all’epoca assai frequenti, per testare alcune varianti come ad esempio il Gambetto Evans e all’inizio del 1862, quando il Bellotti anche al Caffè Antonini giocava più che altro questo tipo di partite, al Caffè di Monte Citorio, all’epoca in Via Aquiro in Roma, giocando con le regole italiane sconfisse il francese De Rivière (1830 – 1905) per 3 a 1, un “risultato veramente splendido quando si pensi che questi era allora nella pienezza della sua forza” perché il francese fu davvero un forte joueur d’échecs; fondatore della rivista “La Régence”,  pilastro del famoso “Café de la Régence”, campione di Francia per circa vent’anni. Per approfondimenti su Bellotti qui.

AUGUSTO GUGLIELMETTI (1864 – 1936)
L’UNONE SCACCHISTICA ITALIANA

Verso l’ultimo quarto dell’800 alcuni soci dell’Accademia lasciarono un segno indelebile nella sua storia, come il Prof. Guglielmetti, uno dei migliori dirigenti dell’Accademia Romana. Distinto problemista e forte giocatore che, su incarico dell’allora Presidente dell’Accademia Romana Giovanni Tonetti, costituì l’Unione Scacchistica Italiana (U.S.I.).

Ma andiamo per ordine: come si diceva prima, con l’Unità d’Italia (1861) sorse l’esigenza di un organismo che governasse il mondo degli scacchi italiano, tra l’altro ancora arretrato in confronto al resto del mondo poiché adottava le regole di gioco del Ponziani differenti per l’arrocco, la promozione del pedone e la cattura en passant, e nel 1874 Gamurrini di Arezzo, che studiando a Roma, frequentava l’Accademia e divenne amico del Dubois, propose una società tra gli scacchisti, chiedendo la collaborazione di Giovanni Tonetti, si costituì un comitato e si raccolsero dei fondi…

Nel congresso di Livorno del 1878 fu deliberato che l’Accademia avrebbe costituito una società scacchistica italiana ed il suo Presidente Tonetti, coadiuvando i circoli storici, in particolare la Società Scacchistica Milanese (Presidente E. Crespi), si mobilitarono per raccogliere le adesioni ritenendo che l’Associazione dovesse costituirsi in Roma, Capitale e Centro Direzionale del Regno d’Italia…

Nel 1881 a Milano si giocò il 3° Torneo Nazionale, con le regole internazionali, e anche in quel Congresso nulla di nuovo accadde…

Nel 1884 la Società Scacchistica Milanese ripropose una federazione e il Rag. Crespi girò l’Italia per promuoverla ma il tempo passava senza che si riuscisse a concretizzare l’idea del Gamurrini che era diventata decennale…

E venne anche il Congresso di Torino del 1892 con la nascita della prima ‘Associazione scacchistica italiana’, basata su federazioni regionali autonome che durò appena un anno…

1 Gennaio 1898: nasce l’USI  (Nuova Rivista degli Scacchi, Livorno)

Dopo ulteriori 6 anni, il 1° gennaio 1898, il Cav. Tonetti ed il Prof. A. Guglielmetti, dinamico e attivissimo Segretario dell’Accademia, ottenuta l’adesione dei più importanti Circoli Italiani  (Catania, Genova, Livorno, Napoli, Palermo, Torino, la Spezia e Treviso), rompendo ogni indugio costituirono a Torino l’Unione Scacchistica Italiana (U.S.I.); non tutti vi aderirono, molti circoli erano gelosi della loro autonomia e taluni non gradivano la supremazia romana: il Rag. Crespi, contrariato, rifiutò inizialmente l’adesione di Milano ma il Guglielmetti riuscì a estendere l’Unione in altre città italiane (Bologna, Firenze e Venezia) e, infine, anche a Milano. Per approfondimenti su Guglielmetti qui.


Per leggere i post sulle altre parti della Conferenza:


[1] Dubois S., Tonetti G.: Il primo torneo nazionale dei giocatori di scacchi, contenente una scelta delle migliori partite giuocate in questa memorabile occasione / con note analitiche di Serafino Dubois, Tipografia della Pace, Roma 1875

[2] Becchetti P., La fotografia a Roma dalle origini al 1915, Colombo, 1983, pag. 184

[3] Angelo Bruni di Roma, l’allora Direttore della rivista “Telescacco nuovo” dell’A.S.I.G.C.

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