Casi polizieschi risolti da scacchisti (2)
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(Carmelo Coco)
Conosceva il gioco degli scacchi Nero Wolfe? Sì, è stato anche autore di una novità teorica in apertura nel Gambetto di Donna rifiutato.
Nero Wolfe è il geniale investigatore privato di origine montenegrina creato dallo scrittore statunitense Rex Stout (1886-1975). E’ presente, tra romanzi e racconti, in una ottantina di lavori di Stout.
Nero Wolfe abita in un edificio di sua proprietà nella Trentacinquesima Strada West, New York, assieme al suo assistente Archie Goodwin e al cuoco svizzero Brenner. Wolfe è misogino, non esce quasi mai di casa (se non per questioni personali o in casi eccezionali), passa la maggior parte del tempo nella serra (coltiva orchidee) e a tavola. Ha una ricchissima libreria con volumi scelti (quelli che non sono di suo gradimento li brucia), una poltrona fatta su misura per la sua stazza, sulla scrivania del suo studio tiene un vaso con cinque orchidee, beve birra Tuborg.
Il secondo inquilino di casa Wolfe è Archie Goodwin, segretario e assistente di Wolfe, detective (è lui a svolgere le indagini fuori di casa), autista (nelle rare uscite del capo). Di solito beve latte e limonata. Brenner, il terzo inquilino, è un cuoco svizzero sopraffino che prepara per Wolfe splendide pietanze (e qualche volta litiga con lui per gli ingredienti).
Altro? Ah, sì, Wolfe non riesce a dimenticare il suo smisurato Io.
Nel romanzo Gambit (pubblicato nel 1962, è il venticinquesimo libro con Nero Wolfe; edito in Italia con il titolo “Scacco al Re per Nero Wolfe”) Wolfe deve risolvere un intricato caso di omicidio avvenuto al circolo di scacchi cittadino, il Gambit Club. Durante una simultanea alla cieca su dodici scacchiere. Paul Jerin, lo scacchista sfidante, accusa un malore. Viene soccorso e trasportato in ospedale. Qui muore e l’autopsia rivela che ha ingerito dell’arsenico. Durante le partite ha bevuto, come faceva usualmente, una tazza di cioccolata.
Vengono interrogati: il cuoco che ha preparato la cioccolata, il cameriere che doveva portarla a Jerin, e i quattro messaggeri incaricati di trasmettere le mosse a Jerin (seduto in una stanza attigua al salone da gioco). Tutti soci del circolo: Charles W. Yerkes, banchiere, Daniel Kalmus, avvocato, Ernst Hausman, agente di cambio in pensione e fondatore del circolo, Morton Farrow, nipote della signora Blount. Tutto però sembra accusare Blount che ha portato la cioccolata a Jerin e subito dopo ha lavato la tazza. Wolfe assume l’incarico delle indagini e ben presto si convince che Jerin è stato ucciso per incastrare Blount e toglierlo di mezzo (se condannato rischia la pena capitale mediante la sedia elettrica). Una specie di gambetto nel quale Jerin è stato il pedone da sacrificare.
I riferimenti scacchistici più importanti del libro:
- Quando Goodwin ascolta le dichiarazioni della figlia di Blount, Wolfe interviene per precisare il numero delle prime dieci mosse possibili su 12 scacchiere: One hundred and sixty-nine million, five hundred and eighteen thousand, eight hundred and twenty-nine, followed by twenty-one chypers.
- Hausman, nello studio di Wolfe, gli chiede di fare una partita a scacchi. Wolfe, però, non ha una scacchiera in casa e inizia una partita “alla cieca”. Ecco il dialogo tra i due:
– Wolfe: Pawn to Queen Four;
– Hausman: Pawn to Queen Four;
– Wolfe: Pawn to Queen Bishop Four;
– Hausman: Pawn of King Three;
– Wolfe: Knight to King Bishop Three;
– Hausman: You mean Queen Bishop Three;
– Wolfe: No. King Bishop Three;
– Hausman: But the Queen’s Knight is a better move! All the book say so.
Hausman asserisce di conoscere bene le mosse d’apertura, considera buona Cc3. Cf3 non l’ha mai trovata nei libri da lui studiati. Rinuncia, quindi, a continuare la partita alla cieca. [1]
Ecco il testo della partita in notazione algebrica e il relativo diagramma.
1.d4 d5 2.c4 e6 (Gambetto di Donna rifiutato) 3.Cf3
- Dal romanzo veniamo a sapere che anche Goodwin conosceva il gioco degli scacchi: “I have monkeyed with chess a little“. E, infatti, quando si reca al Gambit per indagare, osserva attentamente due giocatori cercando d’indovinare le loro mosse.
- Nel romanzo viene citato il campione americano Bobby Fischer, le aperture Ruy Lopez, Caro-Kann, e il controgambetto Albin, il Campione del Mondo Botvinnik (il traduttore di una edizione italiana lo cambia in Petrossian, con due esse!!).
Dal 1969 al 1971 la RAI mandò in onda una serie televisiva in B/N dedicata a Nero Wolfe. La regia era di Giuliana Berlinguer. Interpreti principali: Tino Buazzelli (Nero Wolfe), Paolo Ferrari (Archie Goodwin), Pupo De Luca (Fritz Brenner, il cuoco svizzero di Wolfe), Renzo Palmer (ispettore Cramer).
Due gli episodi con riferimenti scacchistici:
Episodio 5, Un incidente di caccia
(Tratto da “Where There’s A Will”, 1940; titolo in italiano “Tre sorelle nei guai“)
Wolfe indaga sulla strana morte di Noel Hawthorne attribuita a un incidente di caccia.
I riferimenti scacchistici:
- Quando Daisy Hawthorne (la vedova di Noel) irrompe nello studio di Nero Wolfe (senza appuntamento) l’investigatore è seduto alla scrivania con una scacchiera davanti e sta studiando una posizione. I pezzi Neri sono dalla sua parte, s’intende.
Dopo poco irrompono anche le sorelle di Noel, April, May e June in aperto contrasto con Daisy. Wolfe, irritato dal loro comportamento rovescia i pezzi sulla scacchiera. - Wolfe usa una grande pianta della città e alcuni pezzi degli scacchi per indicare la posizione e gli spostamenti di un indiziato e dei suoi investigatori.
Episodio 9, Sfida al cioccolato
(Tratto da “Gambit“, 1962; titolo in italiano “Scacco al Re per Nero Wolfe”).
Wolfe deve risolvere un intricato caso di omicidio avvenuto al circolo di scacchi.
Riferimenti scacchistici:
- Il luogo della sfida scacchistica, la disposizione dei tavolini viene mostrata attraverso delle diapositive che Goodwin proietta per Wolfe.
- Grazie alla trascrizione delle partite da parte della segretaria del circolo, Wolfe le ricostruisce sulla scacchiera e si accorge che solo tre sono state ben giocate. Nelle altre le mosse sembrano essere state giocate a caso.
- Nello sceneggiato non c’è nessuna partita alla cieca tra Hausman e Wolfe. E quando l’agente di cambio domanda a Wolfe se gioca a scacchi, l’investigatore risponde con un laconico “A volte”. Neanche Goodwin conosce il gioco.
- La scacchiera, sul tavolo di Wolfe, ripresa dall’alto, sembra ben posizionata con la casa h1 di colore Bianco.
Nel 2012 la RAI mandò in onda una seconda serie televisiva in otto puntate (stavolta a colori) dedicata a Nero Wolfe e prodotta da Rai Fiction.
- Interpreti principali: Francesco Pannofino (Nero Wolfe), Pietro Sermonti (Archie Goodwin),
- Andy Luotto (Nanni Laghi, il cuoco italiano di Wolfe), Giulia Bevilacqua (Rosa Petrini, la giornalista), Marcello Mazzarella (il commissario Graziani).
- La serie è ambientata a Roma nel 1959.
Dopo i contrasti tra Wolfe e il capo della FBI (vedi il romanzo “The Doorbell Rang”) l’investigatore montenegrino si trasferisce a Roma in una grande casa sulla Nomentana. Qui inizia a collaborare con la Polizia italiana.
Il quarto episodio, diretto da Riccardo Donna, è intitolato “Scacco al Re” ed è tratto dal romanzo “Gambit”.
Un giovane e bravo scacchista russo, Valerian Gorecky, disputa un torneo 12 cieco (una simultanea alla cieca su dodici scacchiere) in un noto circolo scacchistico romano. Durante il gioco comincia a sentirsi male. Viene soccorso da un medico e poi condotto in ospedale. Lì muore e l’autopsia accerta che è stato avvelenato con l’arsenico. Durante il gioco ha bevuto una cioccolata calda, come faceva di solito, che gli era stata portata da Matteo Ferri.
L’uomo viene arrestato con l’accusa di omicidio e la figlia ingaggia Wolfe per le indagini.
Alcuni riferimenti scacchistici:
- Fin dalla prima inquadratura viene mostrata una parte della sala da gioco, i tavolini, i pezzi da gioco stilizzati. Ma sui tavolini c’è anche un orologio scacchistico. Uno dei giocatori effettua la mossa, schiaccia l’orologio e comunica la mossa al messaggero. Assurdo l’uso dell’orologio!
- Wolfe legge il libro di scacchi di Gorecky Il Torneo Cieco. Davanti ha una scacchiera ma essa è mal disposta con la casa in basso a destra di colore nero.
- Wolfe studia la posizione di una partita che definisce l’Ovest Indiana inventata da Gorecky. Ancora una volta la scacchiera ha la casa in basso a destra di colore nero. A Goodwin dice di odiare gli scacchi e i giocatori di scacchi. E, in un gesto di stizza, rovescia a terra i pezzi.
[1] Annotazioni:
Spiace constatare che, in una edizione italiana di Gambit, la traduzione di queste mosse è completamente errata. Si parla, addirittura di una mossa di Alfiere! E poi quel solito modo di chiamare i pedoni col nome di pedine…
Un appunto sulla trama: Blount, accusato dell’omicidio di Jerin, afferma di avere un asso nella manica che dimostra la sua innocenza: ha versato nella cioccolata un semplice sonnifero allo scopo di confondere la mente di Jerin e fargli perdere le partite. Sonnifero e non arsenico.
Mi chiedo: ma Blount, premeditando il delitto, non può aver portato con sé una seconda boccetta e questa di arsenico? A che valgono le analisi chimiche che lui stesso ha fatto fare sui residui del sonnifero? Non è una prova di innocenza, e se lo è – come nel romanzo – è molto debole.
Altro appunto: quando viene commesso il secondo omicidio, connesso strettamente al primo, Blount è in carcere!
[Fine seconda parte, qui la prima parte]
Autore: Carmelo Coco, Catania