Olimpiadi Online – Il meglio e il peggio degli scacchi in rete
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(Uberto D.)
Le Olimpiadi Online FIDE si sono concluse con due vincitori: Russia e India. Il risultato, di per sé abbastanza sorprendente visto che le competizioni sportive e scacchistiche in particolare non possono terminare con un ex-aequo, è il frutto di una difficile e sofferta decisione della FIDE, che ha dovuto gestire il problema dei problemi del gioco online (cheating escluso): la disconnessione di un giocatore durante la partita.
In tutti i tornei online esistono regole precise nel caso in cui un giocatore perda la connessione, per qualsiasi motivo, al server sul quale si sta giocando la partita. Fatto salvo un breve periodo all’interno del quale il giocatore può ristabilire la connessione rimettendoci solamente il tempo sull’orologio, la perdita di connessione per un tempo lungo o per un tempo sufficiente a far esaurire il tempo a disposizione comporta inevitabilmente la sconfitta.
Ci sono motivi pratici per questa prassi, principalmente per evitare il rischio che un giocatore possa disconnettersi volontariamente e nel periodo di black out possa consultare il computer, ma anche per garantire uno svolgimento armonico dei tornei ai quali partecipano molti giocatori. Messa così sembra qualcosa di semplice da capire e da applicare ma, come si dice, il diavolo sta nei dettagli. Come ci ha spiegato bene l’arbitro Marco Biagioli, la connessione di un partecipante ad un torneo online comprende anche una connessione ad un servizio di condivisione dello schermo del giocatore (tramite il quale l’arbitro può verificare che il giocatore non stia usando un motore scacchistico) e ad un servizio di videoconferenza (che permette all’arbitro di verificare la presenza del giocatore alla scacchiera e, a necessità, scambiare messaggi di testo).
Esistono quindi 3 connessioni attive durante una partita, la principale delle quali è con il server online, ovvero la piattaforma di gioco, come lichess.org, chess24.com e chess.com, la piattaforma usata per le Olimpiadi Online. Ebbene, come tutti abbiamo sperimentato primo o poi, i problemi di connessione possono essere causati da molte situazioni: collegamento alla rete locale (es. wifi), collegamento al provider internet (il cosiddetto ISP), funzionalità del server di gioco e dei servizi di videoconferenza e di condivisione dello schermo.
Questa lunga premessa spero vi aiuterà a spiegare cosa è successo durante i quarti di finale e le finali delle Olimpiadi Online.
I play-off
Senza entrare troppo nel dettaglio dei singolli match, questo è il tabellone che ha portato alla finale.
Nei turni preliminari ha fatto notizia l’eliminazione della Cina per mano dell’Ucraina, ma per il resto tutto è andato come poteva prevedersi, con le qualificazioni di Polonia e Armenia. Si sono visti due incontri decisi all’Armageddon, una metodo a mio avviso brutale e abbastanza ingiusto per decidere l’esito. Dopo 12 partite giocate in due match di andata e ritorno, la situazione è in parità (non valgono i punti scacchiera, che a mio avviso sarebbe potuto essere un criterio più ragionevole, un po’ come il valore doppio dei gol in trasferta) e viene giocata una partita secca tra due giocatori appartenenti a un profilo tirato a sorte tra quelli di cui sono composte le squadre (open, donne, junior open, junior donne) con il formato Armageddon 5′ contro 4′.
Certamente spettacolare, ma altrettanto a mio avviso inappropriato per valutare la forza scacchistica di un Nazione (lo scopo delle Olimpiadi). In ogni caso, Ucraina e Ungheria sono avanzate ai quarti di finale in questo modo, grazie alle vittorie, rispettivamente, di Kiril Shevchenko contro Yan Liu e di Tamas Banusz contro Dennis Wagner.
La qualificazione per le semifinali è stata facile per gli USA e per la Russia (che in realtà ha sofferto un po’ nel match di ritorno contro l’Ungheria), mentre la Polonia ha dovuto affidarsi all’Armageddon tra Monika Socko e Gunay Mammadzada (l’azera ha gettato la “vittoriosa patta con il Nero” con una svista che le è costata il matto). Da notare che tutti e tre gli spareggi sono stati vinti dal Bianco, in controtendenza rispetto a ciò che abbiamo visto nelle finali del Magnus Carlsen Chess Tour: è possibile che la forza dei giocatori e la loro abitudine a partite ad alto contenuto adrenalinico facciano la differenza.
Un incontro a sé stante, avvisaglia di quello che sarebbe successo nella finale, è stato quello tra Armenia e India. Durante il primo match, l’armeno Haik Martirosyan ha subito la tanto famigerata “disconnessione” finendo per perdere contro Nihal Sarin un finale con un pedone in meno ma con gli Alfieri di colore contrario, da tutti ritenuto patto. L’Armenia ha subito presentato ricorso, sostenendo che il problema era causato dal server di gioco e non dalla connessione internet, dato che gli altri servizi di videoconferenza e condivisione dello schermo hanno continuato a funzionare.
Dopo più di un’ora di discussione, il reclamo è stato respinto con enorme disappunto degli armeni, che in segno di protesta si sono rifiutati di giocare il match di ritorno. Si è qualificata quindi l’India, per la gioia dei tantissimi fan su internet: il movimento scacchistico indiano ha sfruttato molto le Olimpiadi Online per aumentare la visibilità e il seguito degli scacchi, con il coinvolgimento di grossi nomi durante le dirette (seguite da quasi 50.000 appassionati) e un’enfasi comunicativa da tifo calcistico (pensate che prima delle finali è stato suonato, online, l’inno nazionale!)
I commenti dei giocatori armeni non sono stato comprensibilmente sereni, con un inizio di battibecchi online francamente fastidiosi.
1/2 As a leader of a 3 times Olympic champion I feel very dissatisfied with FIDE's desision to reject our just https://t.co/VuPR4Q04YQ our match against India Haik Martirosyan lost on time due to disconnection from https://t.co/Q2outGb8jx We proved that our connection was stable
— Levon Aronian (@LevAronian) August 28, 2020
L’India, come vi avevo raccontato, aveva subito gli effetti di due disconnessioni durante i gironi di qualificazione (in partite però non decisive) e quindi il messaggio ripetuto dai più era “Questi problemi fanno parte del gioco e, invece di rifiutarsi di giocare, l’Armenia avrebbe dovuto giocare e vincere il match di ritorno, senza chiedere improbabili ripetizioni della partita interrotta“.
Teniamo da parte, per il momento, le considerazioni su quale sarebbe stato il comportamento più giusto da parte della FIDE (applicare alla lettera il regolamento o, considerato che il reclamo dell’Armenia sembrava tecnicamente fondato, consentire di rigiocare la partita o l’intero match) e da parte dell’Armenia (incassare il rifiuto, trasformare il disappunto in rabbia sportiva e giocare per vincere il match di ritorno).
Nelle semifinali, la Russia ha battuto gli USA in due match, ma soffrendo molto nel match di ritorno e solo grazie a una brutta sequenza finale di Shankland che ha sprecato una posizione vinta.
If you miss mate in 2 moves, blunder your passed pawn on the seventh rank, and lose control in a strategically dominant position, you don't deserve to win the tournament. Sorry to all US Chess fans, this one was on me. Best wishes to India and Russia for a great final tomorrow.
— Sam Shankland (@GMShanky) August 30, 2020
Nell’altra semifinale la Polonia è andata vicino alla grande impresa, costringendo l’India all’Armageddon. Fatalità: la scacchiera sorteggiata è stata la stessa dell’Armageddon tra Polonia e Azerbaigian, quindi Monika Socko si è trovata di nuovo nel difficile ruolo di rappresentante dell’intera squadra in una partita secca, stavolta contro Koneru Humpy. L’indiana, con il Nero, ha vinto con bravura e sicurezza, portando l’India nella tanto agognata finale.
La finale
Avrei gradito molto raccontarvi delle partite, dei risultati e delle emozioni di vincitori e vinti, invece devo raccontarvi di ricorsi, comitati e decisioni del Presidente della FIDE. Qui sotto i risultati sulla scacchiera.
Dopo un primo match nel quale l’India è sembrata vicinissima ad ottenere la vittoria grazie a Koneru Humpy che aveva una partita tecnicamente difficile ma vinta, il secondo match si è svolto con tre partite avviate verso la patta (come è poi stato), la Goryachkina in vantaggio stabile ma non vincente contro Koneru Humpy, Divya Deshmukh in chiaro vantaggio contro Polina Shuvalova e Andrey Esipenko in vantaggio (poi perso) contro Nihal Sarin. Poi… il patatrac.
Sarin e Dashmukh hannno perso la connessione al server e anche Koneru Humpy sembra aver avuto problemi (dico “sembra” perché seguendo la partita in diretta non ho avuto questa impressione). In breve, quindi, la Russia si è trovata in vantaggio decisivo grazie alle vittorie “per motivi tecnici” di Esipenko e Shuvalova; la Goryachkina ha poi convertito il vantaggio in una vittoria, per un conclusivo 4,5-1,5 che avrebbe significato la vittoria per 1,5-0,5 in finale e l’assegnazione del titolo di Campione Olimpico alla Russia.
A questo punto è stata l’India a presentare ricorso contro le sconfitte di Sarin e Dashmukh, motivato dal fatto che la disconnessione sarebbe stata motivata da un problema generalizzato di accesso ad internet in molte parti del mondo (ma che non ha avuto effetti su almeno metà della squadra indiana). Vista la mia lunga premessa, dovrebbe essere chiaro che la prassi non considera le cause della disconnessione rilevanti per la sconfitta a tavolino, come dimostrato nel caso del ricorso dell’Armenia.
Invece in questo caso le cose sono state subito più complicate. Il Comitato d’Appello era composto dal presidente della FIDE, Dvorkovich, e da altri due membri, un ucraino e uno statunitense. Dato che la Russia era parte in causa, Dvorkovich ha annunciato subito di escludersi dal Comitato per questa decisione, ma gli altri due membri non hanno raggiunto un parere condiviso. Ciò è stato possibile perché nel regolamento delle Olimpiadi… non è specificato come gestire i problemi derivanti dalla disconnessione! Viene il dubbio di quale fosse stata la base per decidere sul reclamo dell’Armenia, ma sta di fatto, applicando stavolta il regolamento, la decisione finale spettava al presidente della FIDE.
Mettiamoci nei panni i Dvorkovich: assegnare la vittoria alla Russia (come suggerirebbe la prassi consolidata) con le ovvie accuse di aver favorito i suoi connazionali, richiedere la ripetizione delle due partite incriminate o disporre la ripetizione dell’intero match (attirandosi critiche per il diverso metro di giudizio applicato per India e Armenia)?
Il Presidente ha optato per una quarta opzione, assolutamente irrituale e inedita: ha proclamato vincitrici entrambe le squadre, di fatto annullando tutti i risultati sulla scacchiera del secondo match! Una soluzione apparentemente salomonica, ma che ha sollevato subito un vespaio di critiche, solo in parte bilanciate dalla soddisfazione degli indiani.
Vediamola dal punto di vista logico. La decisione di Dvorkovich crea un precedente pericolosissimo: un ricorso non sostanziato da una analisi tecnica (non è stato certamente possibile per gli indiani provare che la disconnessione dei loro giocatori sia dovuta a un effetto globale che ha colpito selettivamente solo due su sei – UPDATE: qui e qui potete trovare l’analisi tecnica del problema avuto da Cloudflare ieri, che è stato identificato come la causa della disconnesione dei due giocatori indiani) può comportare l’annullamento anche del risultato sulla scacchiera e delle regole del torneo. Infatti due vincitori non erano previsti e, di fatto, la sua decisione ha determinato che la Dashmukh ha vinto e Sarin ha pattato, portando il risultato del secondo match in parità: e allora… perché non giocare l’Armageddon? Inoltre questa decisione rende di fatto inapplicabile una regola univoca di comportamento per gli arbitri delle competizioni online, che saranno, ovviamente, subissati di reclami.
Insomma, secondo me ha causato un significativo danno al movimento online.
Il tutto accompagnato dagli inevitabili commenti sarcastici dei russi e degli armeni, e da un’esagerata soddisfazione da parte degli indiani, che festeggiano la loro prima “vittoria” nelle Olimpiadi.
Smart desicion to please Indian chess community, meanwhile forgetting about other fans & players. Selective nobleness. @FIDE_chess #ChessOlympiad #Chess
— Yan Nepomniachtchi (@lachesisq) August 30, 2020
I guess like always some of are less disconnected that the others #1984
— Levon Aronian (@LevAronian) August 30, 2020
Posate e costruttive le parole dell’ex-Campione del Mondo Viswanathan Anand
Chess Champion @vishy64theking speaks after #India wins the #ChessOlympiad pic.twitter.com/XZ3mfxlk2m
— DD News (@DDNewslive) August 30, 2020
Questo il messaggio del Primo Ministro indiano
Congratulations to our chess players for winning the FIDE Online #ChessOlympiad. Their hard work and dedication are admirable. Their success will surely motivate other chess players. I would like to congratulate the Russian team as well.
— Narendra Modi (@narendramodi) August 30, 2020
E questa la dichiarazione del presidente della Federazione Scacchistica Russa, Filatov: “Non c’è alcun dubbio sulla chiara vittoria della Russia nelle Olimpiadi online”
Филатов: Сомнений в чистой победе россиян на онлайн-олимпиаде нет https://t.co/6IbJ70ebXv
— CFR (@ruchess_ru) August 30, 2020
Inutile parlare dei commenti degli appassionati, che fanno il loro “mestiere” di tifosi, ma festeggiare una vittoria senza chiarire che è una vittoria a pari-merito, per di più per decisione unilaterale del Presidente della FIDE, non è corretto, a mio parere.
2 gold medals does not make any sense to me.
Continue the match makes more sense.
Even new match.
'make everybody happy' is how politics often work…
Sport final should have a winner (and a loser) https://t.co/fyS44vvQC2— Sokolov Ivan (@GMSokolovIvan) August 30, 2020
La questione ormai è chiusa per quanto riguarda le Olimpiadi Online 2020, ma il sapore amaro che lasciano rimarrà a lungo. Non tanto e non solo per l’aspetto agonistico, ma quanto per la credibilità sportiva delle manifestazioni scacchistiche online: di disconnessioni da internet ne accadranno sempre e non si può lasciare giocatori, arbitri e appassionati nell’incertezza regolamentare. Una volta si scherzava dicendo di un giocatore in posizione disperata “Sta continuando perché.. chissà, magari l’avversario potrebbe avere un infarto!”. Oggi si potrebbe dire invece, nel caso di partite online “Sta continuando perché.. chissà, magari l’avversario potrebbe disconnettersi”.
Quello che colpisce in questo “peggio” degli scacchi in rete è che è successo al termine di una manifestazione che aveva invece mostrato molti dei “meglio”: il coinvolgimento di 163 nazioni in un momento di grande difficoltà a livello mondiale, la partecipazione di giocatori uomini e donne, junior e non, in unica squadra, una formula coinvolgente e sufficientemente rapida da permettere agli appassionati di tutto il mondo di seguirla, la partecipazione di giocatori anche di nome… insomma tante belle prospettive al momento incerte a causa di … Internet, esattamente lo stesso strumento che le ha rese possibili.
Anche per tutti gli e-Sports il problema della connessione a Internet, stabile e uguale per tutti i concorrenti, è ovviamente un problema e la soluzione è quella di organizzare le manifestazioni agonistiche in un’unica sede, nelle quale tutti i giocatori hanno accesso allo stesso modo ad Internet. E’ possibile che questa debba essere la strada, anticipata parzialmente dalla Russia, che, come abbiamo visto, ha giocato con tutti i giocatori in unica sede. Certo, in questo modo si perderebbe il vantaggio dell gioco distribuito in ogni parte del globo, ma qui si parla di manifestazioni ad alto livello come le Olimpiadi, non di tornei di tipo commerciale o locale.
Altrimenti, abbandoniamo l’idea di giocare manifestazioni “serie” online, vista l’alea che una disconnessione da internet possa alterarne pesantemente il risultato.