Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

[R] Paris 2024, gli scacchi alle Olimpiadi?

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R I S T A M P A

(Riccardo M.)
Avete letto bene: non si tratta qui delle consuete Olimpiadi di scacchi, ma dei nostri scacchi alle Olimpiadi! Un sogno? Chissà! Speriamo che si avveri.

Anastasiya Karlovich, in qualità di addetto stampa FIDE, ha diramato ieri l’altro, 12 febbraio, questa informazione: la FIDE ha ufficialmente lanciato la sua campagna affinché gli scacchi possano essere inclusi come uno sport ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Il Presidente della FIDE Arkady Dvorkovich, il Presidente della Federazione di scacchi francese Bachar Kouatly e la M.I. Sophie Milliet, pluricampionessa di Francia, hanno avuto in questi giorni a Parigi un primo incontro con la stampa francese per presentare e promuovere il progetto.

Ovviamente è stato preso in considerazione per le Olimpiadi unicamente il gioco Rapid e quello Blitz, le specialità più televisive e più inclini a quelle aspettative di spettacolo sportivo che rappresenta il principale segreto di successo di tanti sport olimpici.

E la platea televisiva non mancherebbe di certo agli “Scacchi” olimpici, dal momento che, come sottolinea il documento della FIDE, sono ormai ben 600 milioni le persone che nel mondo giocano a scacchi, un numero difficilmente superabile da altri sport.

Di mosse a sorpresa Anastasiya Karlovich ne avrà operate parecchie sulla scacchiera, ma questa è di sicuro, sia pur come portavoce, la più sorprendente di tutte.

L’ucraina Anastasija Karlovich, addetto stampa FIDE

Ieri abbiamo chiesto alla Fédération Francaise des Echecs se la FIDE avesse in proposito già compiuto un passo ufficiale presso il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, e abbiamo ricevuto questa immediata risposta dall’ufficio preposto (a firma di Véronique Revoy):

“Le dossier de la FIDE a été déposé le 30 janvier au Comité d’Organisation Olympique de Paris (COJO)”. 

Molto bene. E’ vero, gli scacchi sono già uno sport olimpico, cioè riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale. E questo è accaduto nel 1924, proprio nell’anno in cui a Parigi si tenne l’ottava edizione dei giochi Olimpici.

Ne abbiamo parlato nel nostro post “La FIDE da Parigi e Gallipoli” e prima ancora in “1924: scacchi in piazza a Leningrado“.

In realtà nel 1924 fu giocato, a partire dal 12 di luglio, un torneo internazionale indetto dalla Federazione francese in concomitanza con l’ottava Olimpiade e con la nascita della FIDE. Vi parteciparono 55 giocatori in rappresentanza di 18 nazioni. Vinse il lèttone Matisons davanti al connazionale Apsenieks nella competizione individuale, mentre nella gara a squadre prevalse la Cecoslovacchia davanti a Ungheria e Svizzera.

E’ solo però a partire da Londra 1927 che si può parlare della prima vera Olimpiade scacchistica, nota anche come “Coppa Hamilton Russel” o “Torneo delle Nazioni”. Per inciso vinse l’Ungheria, precedendo Danimarca e Inghilterra.

Ma si trattava pur sempre di un riconoscimento parziale, come disciplina sportivaassociata”. Nessun passo avanti da allora: le vere Olimpiadi dello Sport, estive e invernali, seguitano ad essere riservate a discipline che prevedono uno “sforzo fisico”.

Degli “sport della mente” e delle loro particolari Olimpiadi abbiamo scritto di recente anche sul nostro Blog, qui:

La FIDE (come pure la WBF, bridge) ormai da decenni pressa il CIO per l’inserimento a pieno titolo degli scacchi in seno alle Olimpiadi. Sembrava ci si stesse per riuscire nel 1999 con l’inserimento delle Federazioni nazionali nel CIO, ma seguì una doccia fredda nel 2002.

Ricordo, di quei giorni, un articolo del M.I. Ian Rogers sulla nostra “Torre & Cavallo-Scacco”, dal titolo “Gli scacchi definitivamente esclusi dalle Olimpiadi?”, che iniziava con queste parole: “L’aspirazione di far diventare gli scacchi uno sport da medagliere nei Giochi Olimpici ha ricevuto un duro colpo, in seguito a una relazione della Commissione programma del Comitato olimpico internazionale (Cio), che raccomanda un cambiamento della costituzione del Cio per escludere permanentemente gli sport della mente”. Perciò la commissione propone che l’articolo 52 Carta Olimpica venga modificato, definendo gli sport mentali come: “sport in cui gli elementi fisici non vengono necessariamente messi alla prova dal giocatore nel corso della competizione”. E così proseguiva Ian Rogers: “…..E a corollario di questa modifica della Carta la commissione aggiunge un’altra clausola: “Gli sport mentali non dovrebbero essere considerati eleggibili per l’ammissione al Programma Olimpico””.

Appena 28 sono stati gli sport ammessi alle Olimpiadi estive del 2016 di Rio de Janeiro. Non molti. Del resto la carta olimpica esclude, ad esempio, quegli sports come motociclismo e automobilismo per i quali, avvalendosi di un mezzo meccanico, non si compete a parità di condizioni. E poi, in ogni caso, bisogna distinguere tra la figura dell’atleta e quella del pilota.

Per l’Olimpiade di Tokyo del 2020 erano stati candidati 6 nuovi sport, e tutti e 6 sono stati approvati; si tratta di Baseball, Softball, Karate, Skateboarding, Climbing e Surfing. Per Parigi 2024 già si parla di altri sports, ad esempio della Breakdance. Ci sarà in proposito una riunione del CIO il prossimo 26-28 marzo, ma le decisioni finali verranno prese solo entro la fine del 2020. Ne ha parlato il quotidiano parigino “L’Equipe” lo scorso 11 febbraio:

Dovrebbe quindi di nuovo riaprirsi, per il 2024, la discussione intorno agli “sport della mente”, come gli scacchi. Quanto a sforzo fisico, personalmente ritengo che quello di Carlsen, Caruana & Co. non sia affatto inferiore a quello di un plurimedagliato “atleta” olimpico, Herodoros di Megara, il quale vinse la gara dei trombettieri per dieci volte (9 secondo alcuni) consecutive nell’arco di 36 anni a partire dal 328 al 292 a.C.

Ebbene, io negli scacchi 36 anni fa avevo un rendimento ben superiore ad oggi, nonostante la mia superiore esperienza di oggi. Ci sarà o no un motivo? Insomma, mi permetto di condividere il pensiero di un grande artista, Marcel Duchamp, il quale un giorno affermò che “Gli scacchi sono uno sport. Uno sport violento che comporta connotazioni artistiche negli schemi geometrici e nelle variazioni della disposizione dei pezzi, così come nelle combinazioni, nella tattica, nella strategia e nella posizione”.

Ma ecco il testo della comunicazione pervenuta da Parigi alle Federazioni nazionali:

“PARIS, 12th February 2019 – Chess candidate to join the Paris 2024 Olympic Games 

Chess has officially launched its campaign to be included as a sport at the Paris Olympic Games 2024. This official launch took place Tuesday 12th of February in Paris, in the presence of the International Chess Federation (FIDE) President, Arkady Dvorkovich.

Leaders of the International and French chess federations met with the French press to promote the inclusion of chess, a sport with a genuine global appeal – FIDE has a membership of 189 national federations, and 600 millions of people practice chess in the world.

Arkady Dvorkovich (International Chess Federation), Bachar Kouatly (French Chess Federation) and Sophie Milliet (6 times French champion and International Master) are determined to see chess join the Paris 2024 Games.

Chess is a fight on a board, and has proven especially for the rapid and blitz games, to draw wide audiences on tv and on line via video. Rapid and blitz are the format of play considered for the Paris 2024 competitions.

Chess is progressing in the world with 600 million people practicing it, in several millions of games that are played online every day. Chess is also growing in France, where 67% of the members of the French Chess Federation are aged under 18 years old. If this growing sport becomes be part of the Olympic Games in 2024, France could count on Maxime Vachier-Lagrave, currently ranked number 2 in the world for blitz chess”.

Vediamo adesso se il nuovo Presidente della FIDE, Arkady Dvorkovich, riuscirà laddove non sono riusciti i suoi predecessori.

In conclusione, la FIDE “ha mosso”. Vedremo come “muoverà” il CIO e sapremo se ci sarà possibile (veramente, stavolta) andare alle Olimpiadi di Parigi 2024. Un nostro primo sogno (forse il più importante per tutti) purtroppo è già tramontato, scelleratamente pugnalato un paio di anni fa nel giro di pochi giorni: quello di avere nel 2024 le Olimpiadi estive qui a Roma.

[Agosto 2021] Speriamo non tramonti (o che non sia già tramontato) anche quest’altro, perché ci piacerebbe tanto che quelle di Tokyo 2020, che si stanno svolgendo in questa strana e complicata estate del 2021, fossero le ultime Olimpiadi senza scacchi.

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