Wesley So: “Inutile guardare alle valutazioni del computer, sono inumane!”
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Wesley So contro Ding Liren al Superbet 2023 di Bucarest (Foto di Lennart Ootes / Grand Chess Tour)
(Uberto Delprato)
Se lo dice lui che è il numero 8 al mondo, cosa dovremmo pensare noi spingilegno (o cliccapezzi, volendo ammodernare il termine)? Questa affermazione è stata fatta durante l’intervista dopo la partita che lo statunitense ha pattato contro il Campione del Mondo (sto parlando di Ding Liren, abituatevi) nel settimo turno del Superbet Chess Classic Romania che si sta svolgendo a Bucarest. Una partita che, come sentenziano i motori, era praticamente vinta per lui.
Ding Liren – Wesley So
Superbet Chess Classic Romania, 7° turno
Bucarest, 12.05.2023
In questa posizione So ha giocato 39… Teb8, rassegnandosi al fatto che dopo 40. De7 la posizione si sarebbe ripetuta per la terza volta, con conseguente patta.
Onestamente è facile vedere che la posizione è tutt’altro che patta e che se So avesse avuto voglia ed energie per continuare lo avrebbe potuto fare con pieno diritto. Da ciò, però, a pensare che dopo 39… h5 la valutazione possa essere “-2.0” (Stockfish 14+ NNUE, profondità 22) ce ne corre e l’espressione sconsolata del giocatore quando gli è stato detto già diceva molto.

Queste le parole esatte: “Oggi non ha più neanche senso guardare cosa dicono i computer, perché sono semplicemente troppo forti e le loro valutazioni sono inumane, quindi completamente irrealistiche.”
Ha poi spiegato le ragioni psicologiche per cui ha deciso di non provarci neanche, ma la frase mi ha colpito. Non è la prima volta che si sentono affermazioni del genere da giocatori molto forti, in realtà .
Sokolov: “Non credete alle valutazioni del motore senza capirne le ragioni”

Ivan Sokolov, autore e allenatore di grande successo (ha portato la nazionale uzbeka all’oro olimpico a Chennai nel 2022), dice “Ho visto molti giovani giocatori fare l’errore di fidarsi della valutazione del computer (riguardo a quale linea di apertura scegliere) piuttosto che cercare di valutare/comprendere i successivi schemi di mediogioco. Il motore del computer può dare un +0,50, ma se il giocatore non capisce la posizione presto sarà 0,00 o peggio.”
Direi che il solo comprendere quello che dice Sokolov e comportarsi di conseguenza nell’approccio allo studio e alla preparazione sarabbe già un bel passo avanti per chi intende migliorare il proprio gioco.
Giusto ieri commentavo la decisione degli organizzatori del torneo TePe Sigeman & Co 2023 di ripristinare quella che una volta si chiamava “sala analisi”, ovvero una stanza separata da quella di gioco nella quale i giocatori posso rivedere a commentare assieme la partita appena conclusa. Minuti che valgono oro, durante i quali ci si confronta più sulle idee che sulle varianti calcolate (anche se ci sono pure quelle), sul perché è stata scelta una continuazione rispetto ad un’altra, prima ancora di sapere il numerino che produce il motore.
Carlsen e la difficoltà a giocare partite non decise in apertura

Proprio durante il match mondiale tra Nepomniachtchi e Ding Liren, Magnus Carlsen ha parlato di molti argomenti durante il podcast del canale scacchistico “Sjakksnakk“, tra cui la preparazione richiesta solo per poter giocare qualcosa che dia spazio alla vera abilità “Prima era possibile, ma ora è diventato molto più difficile perché sono state trovate linee più o meno forzate nella maggior parte delle aperture. Anche nel sistema di Londra, oggi serve molta preparazione. Era un linea che giocavo alle cadenze classiche se non volevo prepararmi o se non avevo pronto nulla di particolare: pensavo che avevo sempre il London come alternativa. Ora non è più possibile.”
“Adelante, Pedro, con juicio, si puedes”
Insomma, siamo sempre lì: internet ha fatto e sta facendo molto per la diffusione del gioco, i computer sono un ottimo modo per migliorare rapidamente e aiutare i giocatori nella loro pratica agonistica, ma i motori scacchistici rischiano di creare un nuovo limite, quello del piacere di giocare. Che, poi, dovrebbe essere ciò che ci spinge tutti alla scacchiera, no?
Ascoltiamo cosa diceva Fischer durante un’intervista con Jun Velasco e Eugene Torre alla radio DWCN di Dagupan (Filippine) il 27 giugno 1999, sostenendo la sua idea di iniziare a giocare a quello che oggi viene chiamato Fischerandom o Chess960.
“I love chess, and I didn’t invent Fischerandom chess to destroy chess. I invented Fischerandom chess to keep chess going. Because I consider the old chess is dying, it really is dead. A lot of people come up with other rules of chess-type games, with 10×8 boards, new pieces, and all kinds of things. I’m really not interested in that. I want to keep the old chess flavor. I want to keep the old chess game. But just making a change so the starting positions are mixed, so it’s not degenerated down to memorization and prearrangement like it is today”
“Amo gli scacchi e non ho inventato gli scacchi Fischerandom per distruggere gli scacchi. Ho inventato gli scacchi Fischerandom per continuare a giocare a scacchi. Perché ritengo che i vecchi scacchi stiano morendo, in realtà siano già morti. Molte persone escogitano nuove regole per giochi simili agli scacchi, con scacchiere 10×8, nuovi pezzi e tante altre cose. Questo non mi interessa, davvero. Voglio mantenere il vecchio sapore degli scacchi. Voglio mantenere il vecchio gioco degli scacchi. Però facendo solamente una modifica, in modo che le posizioni di partenza siano diverse e, di conseguenza, gli scacchi non degenerino nella memorizzazione e negli accordi tra i giocatori come succede oggi.”

Quello che sostengono Carlsen e Sokolov fa pensare che, come su tanti altri argomenti scacchistici, Bobby avesse sempre avuto ragione. Wesley So ieri è andato un po’ oltre: anche in mediogioco, è meglio lasciar perdere la valutazione numerica del computer perchè, se non la si capisce, è controproducente giocare come vorrebbe lui in una sorta di sbilanciata partita a “braccio e mente”.
In altre parole, “Ragazze e ragazzi, spegnete il motore quando guardate una partita o analizzate una posizione. Parlate piuttosto con un giocatore più forte di voi e confrontatevi con lui. C’è sempre tempo per verificare le vostre conclusioni, ma intanto imparate a pensare con la vostra testa e a giocare secondo le vostre preferenze“.
Chi l’ha detto? Unoscacchista 🙂
La partita perfetta già esiste e calcolata. Spero solo non venga divulgata altrimenti ci rimarrà solo la variante Fisher.
Grazie per l’ottimo articolo e per le riflessioni che condivido.
Anch’io ieri ho voluto sentire la giustificazione di So alle critiche e l’ho trovata sincera e comprensibile.
Le differenze di valutazione rispetto alle macchine sono rare e dipendono forse dal fatto che a certi livelli la complessità delle posizioni, che risultano proprio dai suggerimenti dei motori in apertura, è talvolta difficilmente gestibile anche da questi giocatori eccezionali.
I quali sono molto più consapevoli di quanto si pensi.
Si veda ad esempio il breve scambio di battute tra Ding e Firouzja al termine della loro partita ( 8:48:00 del video ufficiale https://www.youtube.com/live/_ZYfzeFg7Kk?feature=share ) in cui il campione del mondo indica proprio l’errore decisivo, l’unico della partita. È la mancata Cde4, invece di Cfe4. Con essa avrebbe mantenuto il vantaggio, una mossa quasi impossibile da vedere e calcolare secondo gli analisti, eppure era stata presa in considerazione ed è stata scartata magari solo per un insignificante dettaglio.