Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Giovanni Tonetti, il Nestore degli scacchisti italiani

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(Riccardo M.)
Col rischio di avere fra i lettori qualche utente di Tik-Tok, è meglio precisare che Nèstore ha l’accento grave sulla prima “e” e non ha niente a che fare con la Nestlè o con un New Store, ma si riferisce al Νέστωρ dell’omerica Odissea: un grande saggio.

E questa immagine sbiadita che sopra vedete, tratta da un’antica rivista, pare confermarlo. Di Giovanni Tonetti non abbiamo avuto finora molte occasioni di parlare, ma il suo nome è apparso nel post di Bruno Arigoni Conferenza ‘Duecento anni di scacchi a Roma’ (1819-2019) – Parte 1.5 e, più di una volta, in questi altri del nostro Roberto Cassano (Conferenza ‘Duecento anni di scacchi a Roma’ (1819-2019) – Parte 1, Augusto Guglielmetti (1864-1936) e l’Unione Scacchistica Italiana) e di Alessandro Rizzacasa (1875-1903: Nuova Rivista degli Scacchi).

Rimarrà nella storia quel “Primo Torneo Nazionale dei giocatori di scacchi” organizzato dall’Accademia Scacchistica romana nella primavera del 1875 e nel quale il Tonetti giocatore, allora Presidente dell’Accademia stessa, si classificò secondo p.m. con G.Battista Maluta e a solo mezzo punto dal vincitore Pietro Seni.

Giovanni Tonetti, Presidente della Accademia Scacchistica Romana e co-fondatore (Torino, 1898) dell’Unione Scacchistica Italiana (antesignana della F.S.I.) insieme al segretario dell’Accademia Prof. Augusto Guglielmetti, meriterebbe un bel libricino a lui dedicato, più approfondito di queste poche righe che ho approntato oggi io.

Invece Tonetti è stato purtroppo quasi dimenticato. Tra i primi responsabili dell’oblio in cui cadde il nostro Nestore c’è quello che è forse il più noto testo storico italiano, ovvero la “Storia degli scacchi in Italia” di Chicco e Rosino, che a lui non mi sembra abbia dedicato, fra le sue oltre 600 pagine, una sola riga, a parte la classifica di quel primo torneo italiano che ho citato sopra. Una mancanza poco spiegabile, ma già in altra occasione mi pare di aver ricordato quale sia stato il perimetro scelto dai due estensori di quella Storia, che dedicarono gran parte dello spazio nel loro lavoro al gioco, ai risultati, ad un’infinità di tornei e giocatori anche minori, ma quasi nulla a personaggi che, come Tonetti, seppero non solo dedicarsi alla costruzione dell’attività scacchistica nella loro città, ma anche mirabilmente si adoperarono al fine di gettare le basi per una unità nazionale.

Pensate soltanto che Giovanni Tonetti a quel progetto della U.S.I. lavorò per circa 23 anni, avendo raccolto il primo invito, come scrive Roberto Cassano, nel 1874 dall’archeologo livornese Gian Francesco Gamurrini.

Del resto credo che se chiedessimo a cento giocatori italiani di oggi (che non siano Cassano, Arigoni, Rizzacasa e pochi altri, beninteso) chi è stato Giovanni Tonetti, è probabile che tutti e 100 rispondano “non lo so” e che forse appena un paio su 100 menzionino l’esistenza della Biblioteca FederaleGiovanni Tonetti”. Inevitabile.

A proposito di questa Biblioteca federale, apro la parentesi per riallacciarmi ad un mio post di 4 anni fa, “E’ nata la F.S.I.“, quando così mi auguravo:

“ …. Gli archivi cartacei storici della F.S.I. (almeno, noi sapevamo dell’esistenza di una ricca e storica Biblioteca Federale denominata “Giovanni Tonetti”) siano a disposizione del pubblico di soci, di appassionati, articolisti e curiosi, al fine di diffondere conoscenze e di accogliere e facilitare un divulgativo e positivo lavoro di ricerca quale potrebbe essere il nostro o quello di un qualunque studioso e storico degli scacchi.

Dove materialmente sono situati oggi quegli archivi? Da una ricerca ‘in rete’ vediamo che nel sito ufficiale della “Anagrafe delle Biblioteche Italiane” la “Biblioteca Giovanni Tonetti” risulta esistente ma “non censita” (l’indirizzo è ancora in Via Piatti 10 Milano, vecchio indirizzo della F.S.I.). Non vi è indicato alcun orario ufficiale. Cosa significa ciò? Dove in realtà si trovano e quando sono disponibili per la consultazione quei rari e antichi volumi che dovrebbero costituire un prezioso patrimonio pubblico? Ho l’impressione che “in rete” (sito F.S.I. e altrove) non si evidenzino facilmente tali primarie informazioni e temo che non molti siano gli appassionati che conoscano l’esistenza di una importante biblioteca storica federale.”

Sono passati anni e nulla è cambiato, la “Biblioteca non censita” continua ad essere non censita, al punto che mi chiedo ormai se essa esista realmente. Di nuovo c’è soltanto la promessa che il neo-Presidente della FSI Luigi Maggi ci ha lasciato nella sua intervista da “Candidato” pubblicata nello scorso settembre.

Queste sono state le sue parole:

“So poco della Biblioteca Federale che è ospitata dal Liceo Foscarini di Venezia e non mi risultano al momento esserci cataloghi online o cartacei. Sono però consapevole che la Biblioteca rappresenta un patrimonio culturale importante per gli amanti degli scacchi e pertanto la sua valorizzazione non è più rinviabile”.

Abbiamo quindi dei motivi per essere ottimisti sulla rivalutazione e valorizzazione della “Biblioteca Tonetti”, di un censimento accurato e on-line di ogni scritto, e soprattutto su una sua prossima accessibilità (al liceo Foscarini di Venezia o altrove non importa) per chiunque ne abbia bisogno o desideri semplicemente visitarla. Sembra che nelle ultime settimane di marzo il neo-Presidente Maggi abbia voluto confermare questa intenzione di cercare una nuova sede per la Biblioteca Federale.

Giovanni Tonetti, dunque. Vediamo il profilo che di lui fece lo stesso Adriano Chicco con Giorgio Porreca nel “Dizionario Enciclopedico degli Scacchi”:

“Giocatore romano (1843- Manziana 10.10.1917). Di professione banchiere, fu una personalità in vista negli ambienti romani e nel 1883 divenne anche assessore del Comune di Roma. Forte giocatore, in un torneo quadrangolare del 1863 riuscì 1° (+6 =4 -2), superando Bellotti, Ferrante e Seni. Vinse anche un torneo ad handicap nel 1874 davanti a Sprega e Bellotti. Partecipò al 1° torneo nazionale (Roma 1875) classificandosi 3°. Fra il 1891 e il 1906 pubblicò a dispense un Corso teorico pratico sul gioco degli scacchi, compilato con la collaborazione di Ferrante, nel quale trasfuse una serie di conferenze tenute all’Accademia Romana degli Scacchi. Compose anche molti problemi, specializzandosi in automatti, 44 dei quali pubblicò sulle copertine delle dispense delle Conferenze…La Federazione Scacchistica Italiana intestò al suo nome la Biblioteca federale, e a lui il Salvioli dedicò l’opera “L’ultima teoria e pratica” (1914)”.

Aggiungo che problemi e automatti di Tonetti vennero pubblicati da riviste sia italiane sia straniere.

Insomma, anche il Dizionario, pur dedicandogli quel breve spazio, dimentica di citare il maggior risultato di Giovanni Tonetti, ovvero la fondazione a Torino (20 settembre 1898) della Unione Scacchistica Italiana, come ho ricordato all’inizio del post, il che costituì il primo serio tentativo, purtroppo durato appena una dozzina di anni, di unificazione a livello nazionale del movimento scacchistico italiano.

Tonetti compose una novantina di problemi di vario genere, molti Automatti lunghi, pubblicati su riviste italiane e straniere dal 1865 al 1917.

Degna di nota, più che le partite o gli studi del Tonetti, è di conseguenza la sua opera di conferenziere e organizzatore nell’ambito dell’Accademia e dell’U.S.I., dalla quale opera si può toccar con mano come il problema più serio degli organizzatori e delle istituzioni scacchistiche di ogni tempo e luogo sia sempre stato il reperimento di sufficienti fondi per le loro attività.

Lascio quindi la parola allo stesso Giovanni Tonetti, che nella “Relazione del Congresso e Torneo di Roma del 1900”, immediatamente pubblicata sulla neonata “La Rivista Scacchistica italiana” (diretta dal Guglielmetti), ricordava che il secondo Congresso dell’Unione e il Primo Torneo dell’Unione dovevano disputarsi a Roma nel 1899 e che poi furono “per ragioni di opportunità” spostati alla primavera del 1900. Sui denari ecco ciò che lui scrisse in tale articolo:

“… si decise di esporre in una pubblica vetrina sul Corso e precisamente in una delle vetrine del negozio ‘Cagiati & C.’ i doni che costituivano i tre premi del Torneo principale: si stabilì di aprire una sottoscrizione di Azioni di Patronato di lire 5 ciascuna per avere i mezzi di rendere più solenne e importante il 1° Torneo dell’Unione, senza troppo avvalersi dei mezzi dell’Unione stessa … ed infine si nominò una sotto-commissione composta dal Presidente Generale Barone G. Sonnino, dal Duca di Torlonia e dal Segretario Generale Prof. Guglielmetti al fine di ottenere dal Ministero della P.I. e dal Municipio di Roma concorsi pecuniari e facilitazioni ai Congressisti per la visita gratuita dei musei e delle Gallerie dello Stato e del Comune. Il Ministero della P.I. corrispose subito alla richiesta accordando un concorso pecuniario e perché a tutti i membri del Congresso Scacchistico si desse libero accesso gratuito ai Musei e Monumenti … Non così il Municipio di Roma, il quale si dichiarava dispiacente di non poter aderire alla domanda di un concorso pecuniario stante la mancanza di fondi disponibili in bilancio …”

Roma, Via del Corso a fine ‘800

Eh, già, possiamo ben comprendere…. dopo 121 anni ancora siamo qui ad aspettare a Roma dei fondi disponibili in bilancio per fare le cose, ormai anche quelle più strettamente necessarie.

Poco più avanti, nella sua lunga relazione, Tonetti passava ad accennare alla classifica e ai premi. Ecco altre sue parole:

“In base ai risultati ebbero, nel Torneo Principale, il 1° Premio: dono di S.M. il Re, grande vaso di Sévres montato in metallo dorato, Medaglia d’oro di grande dimensione e Diploma sig. A.Reggio di Milano; 2° e 3° premio: doni di S.A.R. il Principe di Napoli, Presidente Onorario dell’Unione, coppa di argento cesellato, e del Barone e Senatore G.Sonnino Presidente Generale, ricco scrigno in metallo dorato e medaglie d’oro di medie dimensioni e diplomi, ex aequo ai sigg. Prof. A. Guglielmetti di Roma e R.Vergani di Montebelluna …”

Quasi inutile aggiungere che la premiazione fu naturalmente seguita da un banchetto, che ebbe luogo presso “il rinomato ristorante Le Venete”, in Campo Marzio, al quale parteciparono tutti gli organizzatori e giocatori, anche quelli del Torneo minore. A proposito, quest’ultimo, col primo premio di lire 150, venne vinto da una giovane promessa: Stefano Rosselli dei Marchesi del Turco.

Ristorante “Le Venete” in un’immagine del 1903 (Immagine da “Roma Sparita”)

Giovanni Tonetti. Lo confesso: non sono stato io ad inventare il soprannome di “Nestore”. Si espresse così per la prima volta il Cavaliere Nicolò Davì De Cordova, direttore de “L’Eco degli Scacchi”, che nel numero di ottobre del 1917 scrisse un bell’articolo su Tonetti in occasione della sua morte, indicandoci tra l’altro anche una più precisa data di nascita (omessa dal Chicco): 11 agosto 1843. Ne riprendo alcuni significativi passi di piacevole lettura:

“Giovanni Tonetti, il Nestore degli scacchi italiani, è volato al cielo alla Manziana, presso Roma, il 10 ottobre di quest’anno. Si è estinto con lui uno dei più grandi gentiluomini dello stampo antico, ed i cultori degli scacchi col più vivo rimpianto vedono scomparire un giocatore tanto valente quanto brillante, uno dei più acuti e dei teorici più insigni…

… Chi potrebbe ridire la sua instancabile interrotta attività? Impareggiabile problemista, conferenziere dotto ed acuto, egli lascia l’arma del suo genio multiforme; né le numerose ed assidue cariche, alle quali venne chiamato per la sua magistrale competenza, rallentarono in lui l’ardore e la passione di questo nobilissimo gioco, che anzi, pur disimpegnando delicati uffici come membro di numerose commissioni, come amministratore del Comune di Roma e di vari Istituti di Credito, egli non tralasciò mai di centuplicare tutte le sue energie per gli scacchi. E mentre con il culto di un vero apostolato faceva di essi la più attiva propaganda in Italia ed all’Estero, da vero Mecenate poi ne incoraggiava la diffusione e lo sviluppo con premi ed incitamento di ogni sorta.

Giovanni Tonetti era un problemista di grande reputazione, ed oltre al problema diretto si era dedicato particolarmente al problema inverso, nel qual campo lascia dei lavori importanti. E’ anche autore di un trattato scacchistico “Corso teorico del gioco degli Scacchi”, opera che viene consultata ed apprezzata dagli scacchisti.

Diresse con rara competenza dal 1900 al 1913 l’importante rubrica scacchistica nella “Tribuna Illustrata” di Roma, posto che ebbe poi a lasciare per l’allontanamento del direttore Bellotti, anche appassionato del nobile gioco.

… Non assisteremo più a quelle partite di stile semplice ma precise come un piano di guerra che conduce alla vittoria, non lo vedremo più intento sulla scacchiera, corrugata la fronte alla ricerca della mossa, l’occhio penetrante e vivo, il volto sereno, calmo, circondato dagli ammiratori aspettanti lo svolgimento del suo gioco rapido, geniale …

Giovanni Tonetti nacque a Roma da distintissima famiglia romana l’11 agosto 1843. Egli era dottore in legge, insignito della Commenda della Corona d’Italia ed Ufficiale Mauriziano. Fu organizzatore e fondatore dell’Accademia Scacchistica Romana e tenne per parecchio tempo la carica di presidente…. Dal 1880 al 1889 fu membro della Camera di Commercio di Roma e di varie commissioni. Fin dal 1882 fu imparziale giudice del Tribunale di Commercio di Roma.

Nelle amministrazioni comunali di Roma, che ebbero a sindaco il Duca di Torlonia e il Marchese Guiccioli, egli fu successivamente consigliere ed assessore. Per la sua alta competenza in materia bancaria fu chiamato a partecipare all’amministrazione di vari Istituti di Credito, fra i quali la Banca Nazionale ora Banca d’Italia, la Banca Provinciale, la Banca Centrale; di altre di carattere locale fu il fondatore, quali la Banca Artistica Operaia di Roma e la Banca Mutua Popolare di Roma.

Da scacchista e critico collaborò nella Nuova Rivista degli Scacchi di Livorno, nella Rivista Scacchistica Italiana, nella Italia Scacchistica, nella Strategie di Parigi e nell’Eco degli Scacchi di Palermo.

Appassionato amatore di musica, scrisse numerosi articoli musicali nell’Opinione di Roma ed in altri periodici italiani. Fu per molti anni alla Società Orchestrale Romana, della quale col prof. Pinelli aveva curato la fondazione e lo sviluppo; società che si proponeva la popolarizzazione del culto della musica, scopo che fu maggiormente raggiunto coi grandi Concerti Popolari all’Augusteo, di cui Tonetti, facendo parte della R. Accademia di Santa Cecilia, fu uno dei più attivi organizzatori.

Ma le sue energie migliori si svolsero nella R. Accademia di Santa Cecilia, della quale sempre alacremente si occupò, e dove da un decennio ricopriva la carica dei vice-presidente, e nel Liceo Musicale di Roma, ove fu per parecchi anni vice-presidente della commissione amministrativa.”

Indubbiamente Nicolò Davì De Cordova seppe tratteggiarci con passione e sincerità una figura che fu, al di là degli scacchi, di alto valore e saggezza, di notevole spirito organizzativo e mecenatesco e di non comune competenza, doti che davvero ai nostri giorni parrebbero difettare in diversi cruciali settori di vertice dell’amministrazione pubblica del nostro Paese.

Giovanni Tonetti. Non dimentichiamoci del suo nome, non dimentichiamo che noi scacchisti di oggi, novelli Trasimede o Perseo, siamo un po’ tutti figli e nipoti anche di Tonetti, il Nestore degli scacchi italiani.

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