Karpov compie 70 anni: auguri!
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Ritaglio di una foto di Foto di Ivan Vislov da https://www.volgograd.kp.ru/
(Uberto D.)
Domani 23 maggio Anatoly Karpov compie 70 anni. Un traguardo simbolico, ma anche una buona occasione per parlare di un grande campione da molti considerato solo come un campione “in minore” tra due colossi come Fischer e Kasparov. Già, perchè a prescindere dalle suo indubbio talento, Karpov non ha mai entusiasmato con il suo gioco poco appariscente e, anzi, la sua immagine di uomo dell’apparato sovietico gli ha alienato molte delle simpatie che hanno invece attirato il cavaliere solitario Fischer e il ribelle Kasparov.
Su Karpov e di Karpov abbiamo già parlato molto su UnoScacchista, con le parole di Riccardo sul Karpov giovanile e con i ricordi personali di Adolivio Capece. Ecco i link a quei begli articoli.
Karpov story – 1, dagli inizi al 1975 (anno della conquista del titolo)
Karpov story – 2, da Milano 1975 ai matches con Korchnoi e Kasparov
Karpov in famiglia
Tolja (il diminuitivo di Anatoly) è sempre stato molto legato alla sua famiglia, specialmente alla madre Nina, scomparsa pochi mesi fa all’età di 101 anni. In questa foto il futuro campione, riconoscibilissimo dalla tipica espressione, è ritratto assieme alla sorella Larissa.

Ecco Karpov, appassionate filatelico, sfogliare molti anni dopo uno dei sui tanti raccoglitori di francobolli assieme a sua madre.

Una carriera brillante
Talento precoce, Karpov ha sempre faticato ad imporsi agonisticamente a causa del sua costituzione gracile. Se ciò non è stato un ostacolo per la sua crescita scacchistica, si è poi dimostrato il suo tallone d’Achille i molti dei suo match, specialmente quelli contro Korchnoi e Kasparov, subendo spesso rimonte nelle fasi finali degli incontri. In ogni caso, la sua formazione scacchistica, iniziata alla scuola di Botvinnik (che inizialmente non immaginò per lui una brillante carriera “Il ragazzo non sa nulla di scacchi: non vedo alcun futuro per lui in questa professione“), ebbe una decisa accelerazione quando, a partire dal 1968, iniziò ad allenarsi con Semyon Furman.

Con una serie di successi in tornei via via più prestigiosi, fino a bruciare le tappe e vincere a pari merito con Korchnoi il torneo Interzonale di Leningrado del 1973 ed entrare quindi nel ciclo finale delle selezioni per chi avrebbe dovuto sfidare Fischer. Senza ripercorrere qui i suoi successi nei match con Polugaevsky, Spassky e Korchnoi, divenne Campione del Mondo senza battere Fischer, che si rifiutò di accettare le condizioni imposte dalla FIDE per la disputa del match. Una maniera certamente non entusiasmante o convincente, che in qualche maniera fece di Karpov un campione dimezzato per molti.

Karpov si premurò di mettere a tacere chi lo riteneva non all’altezza del titolo di Campione del Mondo partecipando e vincendo un numero impressionante di tornei negli anni successivi, inclusi due match per il titolo vinti contro Korchnoi. Poi l’ingresso sulla scena di Kasparov portò Karpov a combattere una lunghissima serie match “a più riprese” che iniziò nel 1984 e lo vide infine definitivamente sconfitto nel 1990. Sette lunghi anni nei quali i due campioni, diversissimi per stile e personalità, si mantennero a un livello decisamente superiore a tutti gli altri giocatori.
Dopo la “secessione” di Kasparov che fondò la PCA nel 1993, Karpov tornò di nuovo Campione del Mondo (nella linea FIDE) dal 1993 al 1998 ma, di nuovo, ciò fu considerato da tutti come un titolo di valore inferiore a quello del ciclo organizzato da Kasparov. E pensare che a Linares, nel 1994, fu capace di vincere il torneo più forte mai giocato con 2 punti e mezzo di vantaggio su Kasparov e vincendo una partita contro Topalov che non sfigura affatto di fronte alla ben più famosa vittoria di Kasparov contro il bulgaro a Wijk aan Zee nel 1999.

Karpov e la politica
Karpov ha avuto una vita ricca anche al di fuori dagli scacchi. Ha coltivato una viva passione per la politica che lo ha portato ad essere a contatto con i più alti vertici politici dell’Unione Sovietica…

… e della Russia attuale…

… ad essere membro del Soviet Supremo eletto dal “Congresso dei deputati del popolo” nel 1989 …

… e membro dal 2005 della “Camera civica della Federazione russa”.

Qualcosa di personale
Voglio ora condividere qualche ricordo personale. Anche se, dodicenne, avevo sentito parlare del match tra Fischer e Spassky, il primo libro che acquistai fu “Scacchi primo amore”, a firma di Karpov e Roshal, che uscì nel 1975 dopo che il sovietico era diventato Campione del Mondo. Lo vidi nella libreria dove andavo solitamente a comprare i libri per la scuola e, sfogliandolo rapidamente, decisi di investire un po’ dei miei risparmi per, finalmente, leggere parole di scacchi e non solo riprodurre qualche partita o risolvere posizioni.
Con gli occhi di oggi posso dire che il libro non è un granché ed è scritto in maniera fin troppo agiografica (per non parlare di alcune traduzioni… dubbie), ma all’epoca mi fece una grossa impressione, forse addirittura plasmando il mio interesse per un certo tipo di gioco.
Da quel libro vi mostro due frammenti che anche adesso mi colpiscono come allora.

La partita che segue dimostra chiaramente quello che voleva dire Tal quando affermò che “La maggior parte delle intenzioni di Karpov diventa chiara al suo avversario quando ormai non vi è più nessuna via di scampo.”
Come ultimo esempio delle capacità di Karpov di concepire incredibili soluzioni strategiche in posizioni apparentemente sterili, vi mostro una partita di molti anni dopo, quando io avevo smesso di giocare ma che comunque riuscì a colpirmi.

Auguri Anatoly, e grazie per tutto quello che ci ha fatto vedere sulla scacchiera!
Per me il vero erede moderno di Capablanca (il mio mito), seguito da Kramnik.