Niemann fa causa a Carlsen, Nakamura, Rensch, PlayMagnus e Chess.com
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(UnoScacchista)
La notizia è clamorosa anche se non inattesa: Hans Niemann ha depositato ieri una causa contro Magnus Carlsen, Play Magnus Group, Chess.com, Daniel Rensch e Hikaru Nakamura per “calunnia, diffamazione, boicottaggio, interferenza illecita e associazione a delinquere” (NB: i termini legali sono specifici del diritto statunitense e la mia traduzione è sicuramente imprecisa, ma ho cercato di rendere l’idea della gravità delle accuse).
Nelle 44 pagine che costituiscono la denuncia presentata nel Missouri (Eastern District of Missouri), i legali di Niemann ripercorrono i fatti a partire dalla famosa decisione di Carlsen di ritirarsi dalla Sinquefield Cup del settembre scorso, fino a descrivere le intenzioni degli accusati (presentati come un gruppo animato da una volontà comune) e le conseguenze che le loro azioni hanno avuto e potranno avere sulla carriera scacchistica di Niemann.
Per chi avesse voglia, tempo e capacità di leggere la denuncia, il fascicolo può essere scaricato a questo indirizzo: https://www.courtlistener.com/docket/65592749/niemann-v-carlsen/. Potete anche aprire la sola denuncia cliccando sull’immagine della prima pagina qui sotto.
Insomma ero stato facile profeta quando, dopo le dichiarazioni di Carlsen del 26 settembre avevo scritto “La storia non finisce qui e non può finire qui e temo che la prossima puntata non si svolgerà in un’audizione della Commissione per il Fair Play della FIDE, ma in un’aula di tribunale. Spero di sbagliarmi.”
Ed eccoci qua, dopo solo un mese e mezzo da quel fatidico terzo turno a Saint Louis, a riportare la notizia di una causa quantificata in 400 milioni di dollari (!) (più danni alla carriera di Niemann da valutare) intentata nei confronti del Campione del Mondo, delle due piattaforme commerciali di gioco online più importanti del mondo (in procinto di fondersi) e dello streamer più importante del panorama scacchistico social.
È impossibile per me valutare la fondatezza della causa perché non sono un avvocato e perché il diritto che si applica è quello statunitense, ma è chiaro che il teorema dei legali di Niemann è che gli accusati, in accordo tra di loro, hanno deliberatamente attaccato Niemann dopo la vittoria su Carlsen che, avendo “perso la testa”, ha deciso di troncargli la carriera.
“Noto per la sua incapacità di far fronte alle sconfitte, Carlsen ha perso la testa. Infuriato per il fatto che Niemann, di 12 anni più giovane di lui, avesse osato mancare di rispetto al “Re degli scacchi” e temendo che il giovane prodigio potesse intaccare ulteriormente il suo brand multimilionario battendolo di nuovo, Carlsen si è vendicato ferocemente e con malizia contro Niemann accusandolo falsamente, senza alcuna prova, di aver barato in qualche modo durante la loro partita e chiedendo agli organizzatori della Sinquefield Cup di squalificare immediatamente Niemann dal torneo.”
(traduzione dell’autore del post, non ufficiale)
La denuncia presenta ovviamente una narrazione di parte e mette in luce alcuni aspetti trascurandone altri, come ci si può aspettare dalle mosse di apertura della battaglia legale, ma alcuni assunti sono abbastanza surreali. Ad esempio, viene data enfasi al fatto che Carlsen, avendo deciso di non difendere il titolo mondiale, si sarebbe posto due chiari obiettivi sportivi (raggiungere i 2900 di Elo e superare il suo record di imbattibilità), che la sconfitta con Niemann avrebbe reso irraggiungibili (e da qui la rabbia di Carlsen). Preferisco tralasciare commenti su questo tipo di retorica.
Più rilevante, e anche grave, l’accusa di accordo fra le persone e le organizzazioni citate per danni. Carlsen avrebbe dato seguito alla sua rabbia concordando con chess.com (e con chess24.com) la squalifica di Niemann da tutti i tornei online, avrebbe rincarato la dose dopo il famoso “abbandono” in due mosse dichiarando che non avrebbe più giocato contro Niemann (di fatto escludendolo dalla maggior parte dei grandi tornei, in particolare il Tata Steel che avrebbe interrotto le negoziazioni con lo statunitense), Rensch avrebbe redatto e pubblicato il noto rapporto sulle molte presunte partite truccate online e Nakamura avrebbe usato la sua influenza come streamer per diffondere sospetti e false certezze su Niemann.
“Gli imputati hanno tramato e concordato tra loro di diffamare ripetutamente Niemann nei confronti dei membri della comunità scacchistica e del pubblico in generale, al fine di indurre in modo improprio la comunità scacchistica a rifiutarsi di trattare con Niemann, come descritto in modo più completo in precedenza, anche squalificando illegalmente Niemann dalla piattaforma di Chess.com e dagli eventi sponsorizzati e vietando a Niemann di partecipare a tornei di scacchi professionistici.”
“Gli imputati hanno compiuto più atti palesi a sostegno del loro schema e accordo, anche facendo ripetute dichiarazioni false e diffamatorie accusando Niemann di aver imbrogliato durante la sua partita contro Carlsen il 4 settembre 2022, squalificando illegalmente Niemann dalla piattaforma di Chess.com e dagli eventi sponsorizzati , e interferire con i suoi rapporti professionali, come meglio descritto in precedenza.”
(traduzione dell’autore del post, non ufficiale)
Anche in questo caso non ho idea di come potrebbe svilupparsi la faccenda e se è ipotizzabile una contro denuncia. Quello che capisco è che è stato superato un punto di non ritorno e la questione ha ormai travalicato gli ambiti che la FIDE o gli organizzatori dei tornei possono gestire. Ammesso che la Corte del Missouri Orientale accetterà la denuncia e istituirà la causa, si andrà in un’aula di tribunale a rappresentare fatti e convinzioni, a discettare su cheating e prove finora non rese pubbliche (come afferma Carlsen), a valutare il potenziale di una carriera scacchistica appena cominciata e se la richiesta economica avanzata sia sensata o no.
Sto scrivendo queste parole più per voler coprire un fatto di cronaca che per condividere un’opinione ragionata. Non so come andrà a finire, ma so che invece di scrivere della vittoria di Caruana al Campionato USA, di Sevian che “decapita” il Re di Niemann e di come Jennifer Yu sia diventata per la seconda volta campionessa statunitense battendo Irina Krush all’Armageddon dopo aver messo un pezzo in presa alla nona mossa, sto scrivendo di cause, tribunali, calunnie e richieste da mezzo miliardo di dollari di danni.
Il vaso di Pandora è stato aperto e non riesco a capire come si potrà fare a limitare i danni per il movimento scacchistico.
Questo sono i post che abbiamo pubblicato in precedenza in materia:
- 06/09/2022: Shock a Saint Louis: Carlsen si ritira dal torneo
- 12/09/2022: Firouzja vince la Sinquefield Cup; il caso Carlsen tiene ancora banco
- 20/09/2022: Niemann-Carlsen 1.d4 Cf6 2.c4 1-0. Cosa aggiungere?
- 27/09/2022: Carlsen parla, finalmente, e spiega. Forse.
- 04/10/2022: La FIDE e l’essenza della battaglia tra Carlsen e Niemann
- 06/10/2022: Caso Carlsen-Niemann: anche chess(dot)com dice la sua
Quello che secondo me va comunque da tutti inteso è che c’è in ballo ben più della carriera di Niemann.
Subito dopo lo scontro, e il post di Carlsen, come ricordato, Chess.com ha disattivato l’account di Niemann. E poi ha sostanzialmente dato ragione a Carlsen, senza che peraltro le fosse richiesto. Credo che nessuno possa dubitare del fatto che i due si fossero informati a vicenda. Carlsen conosceva già i dati in mano a Chess.com, Chess.com si è prodigata per supportarlo.
In ballo c’è il gioco stesso alla scacchiera.
Chess.com sta cercando di far passare l’idea che sia più difficile barare online che in presenza (“vedete? io posso dimostrare che Niemann barava, gli arbitri di un torneo no”), e che quindi i tornei online siano più sicuri di quelli in presenza. Questo per Chess.com è un affare ghiottissimo.
Carlsen, dal suo, è in affari con Chess.com (al quale ha appena venduto Playmagnus e Chess24), e, a quanto è stato scritto, ha provato anche in sede di trattative per la sfida da campione di introdurre nel regolamento il gioco online. C’è il rischio che il campione voglia fare terra bruciata dietro di sè.
E’ vero, Luca, questo tipo di cause non sono mai limitate all’oggetto del contendere, anche se qui si parla di calunnia, diffamazione e associazione per bloccare la carriera di un giocatore.
I collegamenti tra Carlsen e Chess.com sono stati smentiti dai diretti interessati e i “rumors” su Niemann circolavano da tempo e non sono certo finiti dopo quello che è successo a Saint Louis, anzi.
Il fatto che sia possibile dimostrare che qualcuno stia barando nel gioco online è principalmente dovuto alla quantità di partite che vengono giocate, quindi a un più ampio campione statistico. Se online si giocassero tornei con 8 partite alla settimana non sarebbe possibile dire nulla sul cheating e, anzi, sarebbero ancora maggiori i sospetti di qualche sistema installato a casa rispetto al controllo di una sala di torneo.
Non è però vero che Carlsen “ha provato anche in sede di trattative per la sfida da campione di introdurre nel regolamento il gioco online” come scrivi tu. Carlsen ha sempre sostenuto che per definire il più forte giocatore del mondo (ciò che dovrebbe significare essere il Campione) bisogna includere partite Rapid e Blitz, ma sempre alla scacchiera e non online.
La notizia sulla trattativa sull’online è stata pubblicata su El Pais, e ribattuta dalla Federazione il 5 luglio, sulla sua pagina facebook.
A prescindere da quello che può aver scritto la FSI sulla pagina Facebook, non mi risulta che su El Pais sia stato scritto che Carlsen voleva introdurre nel match mondiale partite online. L’articolo pubblicato da Leontxo Garcia (https://elpais.com/ajedrez/actualidad/2022-07-03/carlsen-negocia-si-renuncia-al-titulo-o-lo-defiende-en-2023.html) parlando delle possibili richieste di Carlsen scrive “por ejemplo, mezclando partidas lentas con rápidas, como pide Carlsen” (“per esempio, mischiando partite lente con partite rapide, come chiede Carlsen”). Se hai altre fonti, sono interessato a leggerle. Grazie.
Non avevo letto l’articolo del Pais, mi ero fidato del post della Federazione.
Non so se Niemann abbia barato o meno ma credo che questa frase non sia obiettiva: “Ad esempio, viene data enfasi al fatto che Carlsen, avendo deciso di non difendere il titolo mondiale, si sarebbe posto due chiari obiettivi sportivi (raggiungere i 2900 di Elo e superare il suo record di imbattibilità), che la sconfitta con Niemann avrebbe reso irraggiungibili (e da qui la rabbia di Carlsen). Preferisco tralasciare commenti su questo tipo di retorica.”. Il dubbio è ragionevole, sebbene ovviamente “di parte”, considerati gli enormi interessi economici che Carlsen ha in alcune piattaforme online. Non credo che ci sia stato un accordo segreto tra i vari soggetti coinvolti, anche se non si può escludere un dialogo con Carlsen tra alcuni di essi. Alla fine, pur dubitando di Niemann, credo che sia stato tutto un grande malinteso: nessun illecito da parte di Niemann e nessuna associazione a delinquere da parte di Carlsen. Se così fosse, la richiesta di danni sarebbe giustificata; se così non fosse, dimostrare l’illecito di Niemann sarebbe comunque impossibile. Vista da una persona “normale” come me, non so se Niemann avrà le risorse economiche per sostenere la causa (ma negli USA si trovano anche studi legali che si fanno pagare solo se vincono… almeno nella narrazione “tele-cine-streammatografica”) mentre Carlsen può pagarsi tutti gli avvocati che vuole (ma non sostenre 400 milioni di danni!). Ci perderanno tutti.
“a discettare su cheating e prove finora non rese pubbliche (come afferma Carlsen)”
Ecco.
E intanto, dopo che Carlsen ha abbandonato il torneo, a torneo ancora in corso, Niemann è stato bannato da Chess com. La scusa era che aveva ammesso di aver barato due volte da giovane, ma chess comlo aveva già bannato e reintegrato per quello. Quindi è stato sostenuto che il ban era dovuto al fattoc he aveva mentito sul numero di volte in cui aveva barato, come detto da Carlsen.
Cero, un caso, mica si son messi d’accordo prima: è Niemann che ha barato no? Aspetta, com’era? È impossibile da dimostrare in modo inoppugnabile? Oppss.
Lo dico, non spero solo che la FIDE prenda posizione: spero che prenda Carlsen, il suo (ex) secondo e (poi) sfidante e Nakamura per le orecchie.
Anche perché minimo si può ben parlare di condotta antisportiva (in associazione) nei confronti di Niemann, che sta sulle scatole, certo, ma in presenza solo lui scansionato anche alle spalle o pure gli altri? E ce l’abbiamo un report di Chess com sulle partite online di Nakamura, Carlsen o Nepomniachtchi? No? E come mai? Ah già, loro sono i buoni, non serve: sotto la lente ci deve stare Niemann, per il gioco online, non per i tornei in presenza, che lì se Magnus perde ci sta, qualcuno lo ha detto: a giocare con uno che si sa disonesto, ci si agita, no?
Invece ad essere trattato diversamente dagli altri, schifato dagli avversari e dai maestri e dai commentatori intorno, per nulla.