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Candidati 2022: Un bell’evento, vinto da Nepo contro tutti i pronostici

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Nepo e il trofeo vinto nel Torneo dei Candidati 2022 (Courtesy FIDE / Stev Bonhage)

(Uberto D.)
Con la conferenza stampa di ieri si è chiuso ufficialmente il Torneo dei Candidati 2022. Il risultato finale è ormai noto e ieri ho già riportato classifica e tabelle varie. Oggi cercherò di tirare un po’ le somme su un torneo che è vissuto di molte contraddizioni: appassionante anche se dominato da Nepomniachtchi dal primo all’ultimo turno, di qualità discutibile anche se giocato dai migliori giocatori al mondo, di grande successo anche se il gioco si è svolto in una saletta chiusa e concluso senza che sia confermato chi giocherà il match mondiale a causa dell’incertezza sulle intenzioni di Carlsen.

Anche per questa edizione, come quella del 2018 a Berlino, ho avuto la fortuna di poter assistere di persona a qualche turno del torneo, per di più nella posizione privilegiata di giornalista (o, meglio, media representative). Ho condiviso con voi una parte delle mie esperienze e di ciò che ho potuto vedere di persona e che non è accessibile leggendo solamente gli articoli dei vari corrispondenti e guardando le eccellenti fotografie di Stev Bonhage, Marie Emelianova e David Llada.

I giocatori

Comincio allora questo mia riflessione su un altro aspetto che si può apprezzare solamente dal vivo: la fisicità dei giocatori e il loro modo di muoversi nella sala di gioco. So che può sembrare banale, ma io sono rimasto abbastanza sorpreso dal notare come Nepomniachtchi sia (e appaia) più basso di Radjabov e come Firouzja sia molto più alto di quanto sembri in fotografia (questo anche perché, alla sua età, si cresce in fretta). Nella maggior parte delle foto si vede la postura spesso curva di Rapport, a dimostrazione quasi plastica della sua modestia che contrasta con la sua statura e il suo fascino. Di Caruana si conosce il fisico minuto, asciutto ed atletico, ma è la sua compostezza in qualunque fase del gioco che lo rende quasi innaturale: sembra non emozionarsi, non sudare (quando poi, invece, racconta bene le sue emozioni).

Ding Liren alla conferenza stampa di chiusura (Courtesy FIDE / David Llada)

Ding Liren sembra sempre fuori luogo, con la sua timidezza quasi imbarazzante, che solo raramente si scioglie in un sorriso per certi versi infantile: impossibile non volergli bene. Un atteggiamento esattamente speculare quello di Nakamura, sempre gioviale, espressivo, attento agli appassionati (non ha mai rifiutato di firmare un autografo o farsi fare una fotografia con qualcuno) e generoso nei commenti. Sono anche rimasto piacevolmente sorpreso da come Radjabov, un giocatore che per qualche motivo (forse la sua insistente parlantina) non mi era molto simpatico, ha saputo interpretare non solo il ruolo del giocatore più “anziano”, ma anche concedersi alle interviste più di quanto mi aspettassi: l’ho visto di persona rientrare nella sede di gioco dopo essere salito in taxi per concedere un’ultima intervista. Duda si è distinto per la sua capacità di rispondere a tutte le domande, anche quelle più insidiose, con semplicità e gentilezza: visto il tipo di torneo che ha giocato, un po’ sotto le aspettative, mi è sembrato molto maturo e un ottimo ambasciatore del gioco.

Teimour Radjabov alla conferenza stampa di chiusura (Courtesy FIDE / David Llada)

Un ragionamento a parte lo merita Nepomniachtchi, ovviamente. La sua fisicità che lo fa sembrare un po’ impacciato lo rende in realtà molto simpatico, quasi che il sorriso che offre praticamente sempre non sia altro che l’espressione più vera del suo essere. Abbiamo visto tutti come anche nei momenti più bui del match di Dubai, Nepo mantenesse un atteggiamento estremamente cortese e sereno, tanto che è spesso sembrato distaccato e insensibile al disastro che si stava svolgendo sulla scacchiera. Be’, se questo era il Nepo di Dubai, quello di Madrid è un altro giocatore: più sicuro, più a suo agio e meglio disposto a sostenere il ruolo del più bravo. E’ vero, ha avuto un torneo tutto in discesa e non ha dovuto mai dimostrare quella resilienza alla sconfitta che più volte gli era mancata, ma questa volta ha dimostrato di essere capace sia di vincere in maniera efficace le partite “vinte”, sia di lottare e pattare le partite “perse”. E in tutto ciò, creando un legame di simpatia e stima con il pubblico che non era affatto scontato in questi tempi difficili.

Un Nepomniachtchi sorridente alla conferenza stampa di chiusura (Courtesy FIDE / David Llada)

Aggiungo qualche altra piccola immagine che porto con me da Madrid: la moglie di Rapport che lo saluta con un bacio prima che lui salga nella sala di gioco, il padre di Nakamura che lo accompagna in maniera silenziosa, come se non ci fosse, e la felicità di Vitiugov mentre parla con me dopo la vittoria del suo assistito, Nepo, al settimo turno contro Rapport: una leggera balbuzie, la sua, che non poteva nascondere la soddisfazione per come si era appena chiuso il girone di andata del torneo.


Il pubblico

Ma c’è anche un altro aspetto che si può cogliere solamente vivendo il torneo di persona: il calore della partecipazione degli appassionati, ovviamente principalmente spagnoli. L’organizzazione del torneo ha cercato di organizzare eventi al contorno (come un torneo tra ragazzi, simultanee e un torneo tra bambine) per trasformare la manifestazione in un evento in grado di dare un nuovo impulso al già molto dinamico movimento scacchistico iberico.

Nepomniachtchi e Rey Enigma (Courtesy FIDE)

La partecipazione di Rey Enigma, ormai un personaggio in Spagna, e di grandi giocatori come Carlsen, Anand e Judit Polgar ha creato talmente tanto spunti di interesse che sono sicuro che oggi a Madrid ci siano moltissime scacchiere ricche di autografi dei campioni e ci siano molti nuovi appassionati agli scacchi.

Candidati2022 – I campioni del futuro (Courtesy FIDE / David Llada)

Per tutto ciò rivolgo il mio personale plauso a chi ha organizzato il torneo, sia per la scelta della sede (bellissima, come ho detto più volte, ma potenzialmente inadatta a causa della separazione fisica tra giocatori e spettatori), sia per l’atmosfera piacevolmente frenetica che ho vissuto nei tre giorni in cui sono stato a Madrid. Nulla può essere dato per scontato e, per quanto mi riguarda, non posso non rivolgere un particolare ringraziamento e un complimento speciale a David Llada.


La qualità di gioco

La conferenza stampa di chiusura del Torneo dei Candidati 2022 (Courtesy FIDE / David Llada)

Molto ho già detto dell’andamento tecnico del torneo, inclusa la critica sollevata da Kramnik e altri sulla qualità del gioco mostrata dai candidati. Credo che tutti i Tornei dei Candidati del passato abbiano visto vette e picchi di gioco. Pur condividendo una certa perplessità su alcune mosse giocate specialmente dai giovani (poco spontanee e sicuramente calcolate a fondo con i motori), credo che in generale ci sia stata la volontà di forzare gli avversari a giocare al di fuori dalla loro “comfort zone”, anche a costo di prendersi dei rischi. Sotto questo aspetto, Caruana e Firouzja sono quelli che hanno combattuto di più e se non sono stati premiati dal risultato è anche perché, probabilmente, Nepo ha costruito un sua personale “comfort zone” talmente ampia che lo stesso Carlsen avrebbe oggi problemi a scuoterlo come ha fatto a Dubai.


La “questione Carlsen”

Carlsen ai Candidati 2022 (Courtesy FIDE, Stev Bonhage)

E siamo quindi giunti, infine, al cosiddetto “elefante in mezzo alla stanza”: la minaccia di Carlsen di non giocare il prossimo match mondiale. Leontxo Garcia ha riferito di un lungo colloquio (40 minuti) tra il norvegese e il presidente (uscente) della FIDE Dvorkovich, durante il quale sarebbero state presentate le presunte condizioni alle quali l’attuale Campione del Mondo sarebbe disposto a giocare.

Echi del 1975? Forse, anche se Carlsen ha certamente una personalità diversa da quella di Fischer e non ha nessuna intenzione di smettere di giocare (ha anche giocato un torneo blitz a Madrid, dove ha perso con Giri, e si è esibito in qualche blitz al parco, inclusa una bella “sonata” ricevuta da Judit Polgar). E’ però evidente come il prossimo match mondiale veda al momento un solo giocatore certo: Nepomniachtchi.

Ritengo che per superare la sua naturale ritrosia nei lunghi match (a cui si somma la sensazione dell’avere tutto da perdere nel giocare un nuovo match), Carlsen non abbia bisogno di stimoli economici, ma di un formato diverso. E’ da anni che il norvegese spiega come secondo lui per avere come Campione del Mondo il giocatore migliore sia indispensabile giocare un match che includa quanto meno la cadenza Rapid, se non anche quella Blitz: non come elementi di un eventuale spareggio, ma proprio nel calendario di gioco del match.

I primi arrivati assieme al presidente FIDE (Courtesy FIDE / David Llada)

Dvorkovich auspica che Carlsen sciolga la riserva entro il 20 luglio, data nella quale si celebra la Giornata Internazionale degli scacchi, ma personalmente non ci credo. I match vengono confermati con la firma dei contratti e siamo ben lontani anche solo dall’avere una bozza di contratto a disposizione. Inoltre, considerando che durante le prossime Olimpiadi di Chennai si svolgeranno anche le elezioni della nuova Presidenza della FIDE, ogni eventuale accordo non scritto con Dvorkovich potrebbe non valere nulla.

Insomma, per il momento sappiamo che Nepomniachtchi giocherà il match mondiale di Marzo/Aprile 2023 contro Carlsen o contro Ding Liren. Il resto sono solo illazioni. Il mio personale augurio è, ovviamente, che Carlsen difenda il suo titolo e lo faccia con le regole attuali. Nel caso in cui ci fosse una proposta ben dettagliata di come si potrebbe adottare un formato diverso, questo dovrà essere accettato non tanto dalla FIDE, quanto da Nepomniachtchi. E qui, davvero, lo scenario visto nel 1975 rischia di ripetersi.


Un vincitore contro tutti i pronostici

Per chiudere questo mio commento al Torneo dei Candidati appena concluso, mi ricollego al titolo del post: praticamente nessuno aveva inserito nei proprio pronostici Nepomniachtchi tra i favoriti.

Non lo aveva fatto Carlsen (anche se gli aveva dato qualche chances, in caso di “allineamento dei pianeti”), non lo aveva fatto Kasparov (“sono stato un idiota”) e, in buona compagnia, non lo avevate fatto voi lettori di UnoScacchista. Solo il 4% di voi aveva pronosticato Nepo vincente e sempre solo il 5% lo aveva indicato come vincitore preferito.

Come è stato possibile trascurare in maniera così evidente l’ultimo sfidante di Carlsen e un giocatore riconosciuto da tutti come tra i più talentuosi e preparati al mondo? Ci possono essere tra motivi, magari sovrapposti.

Il primo è la terribile prestazione di Nepo contro Carlsen a Dubai, talmente deprimente che il russo è stato considerato come ormai spazzato via dall’elite scacchistica. Errore! Quella sconfitta non era di certo dovuta a motivi prettamente scacchistici e a Madrid non c’era mica Carlsen, quindi… pur non avendo nessuna certezza che contro il norvegese il risultato di un secondo match potrebbe essere diverso, non c’era motivo di non credere in un Nepo vincitore del Torneo di Candidati.

Il secondo è l’effetto che il tracollo psicologico di Dubai può aver avuto su Nepomniachtchi. E’ vero, avrebbe potuto gettarlo nello sconforto della sfiducia nei propri mezzi, ma avrebbe anche potuto identificare le leve giuste su cui lavorare per eliminare alcune debolezze. A torneo vinto, Nepo ha detto che durante la preparazione per il match di Dubai ha studiato scacchi talmente tanto che a un certo punto è arrivato al rifiuto di giocare, alla mancanza di piacere nel giocare. (NB: questo è un aspetto che, in qualche misura lamenta anche Carlsen durante la preparazione ai match) Questo limite che aveva raggiunto è stato probabilmente il motivo per una diversa preparazione al Torneo dei Candidati, per cui i pronostici fatti pensando al Nepo di Dubai non hanno considerato come il russo e il suo nuovo team hanno affrontato il torneo.

Il terzo motivo è l’aver messo in evidenza la supposta debolezza caratteriale di Nepomniachtchi di fronte ad una sconfitta, senza guardare l’altra faccia della medaglia: la forza del russo quando inanella vittorie. Non era possibile prevedere quale dei due scenari si sarebbe materializzato a Madrid, ma la maggior parte dei pronosticatori ha considerato solo il primo.

Invece, come si vede da questo grafico elaborato da Benjamin Portheault, Nepomniachtchi è stato tremendamente efficace nello sfruttare le posizioni superiori (pochi punti persi [Waste]) e molto abile nel resistere e salvare le posizioni inferiori (molti punti salvati [Save]). E’ su queste basi che è stata costruita la sua vittoria nel torneo ed è su queste caratteristiche che anche il possibile futuro match contro Carlsen diventa meno scontato di quanto si potesse immaginare un mese fa (motivo per cui in molti neanche si desiderava che vincesse Nepo).


Il trofeo in quercia e oro creato da Armands Jekabsons.e appena vinto da Nepomniachtchi (Courtesy FIDE / Stev Bonhage)

Bene, eccomi arrivato alla fine delle mie considerazioni sul torneo. Sicuramente se ne possono fare altre e voi stessi ne potrete aver sviluppate di diverse. Per quanto mi riguarda, oltre ad esprimere di nuovo la felicità per aver potuto assistere di persona a una breve parte del torneo, sono molto felice di congratularmi di nuovo con Nepomniachtchi: un giocatore che vince due Tornei dei Candidati consecutivamente con il formato del girone all’italiana (come seppero fare solo Smyslov e Spassky) merita veramente rispetto e un grande applauso da parte di tutti gli appassionati.


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